60 anni fa i Beatles a Milano

1965. La Beatlemania impazzava già da tempo. Ma non (tanto) nell’Italia che tributò un’accoglienza tiepidina ai quattro di Liverpool, arrivati per una tournée che avrebbe toccato Milano, Genova e Roma dal 24 al 28 giugno.

Incredibile a dirsi ma negli anni della loro espansione i Beatles non godevano di un’organizzazione dei concerti all’altezza della montante fama. Non disponevano nemmeno di un’attrezzatura tecnica che rendesse giustizia alla loro musica. Sì, stando a chi c’era, ascoltare un concerto dei Fab Four non era esattamente piacevole per i padiglioni auricolari, anche perché ciò che a fatica arrivava delle loro belle melodie era coperto dalle urla delle fan emozionatissime.

Nel capoluogo lombardo suonarono al Velodromo Vigorelli. Un biglietto per lo spettacolo poteva costare fino a 3000 lire, in un paese in cui un caffè lo bevevi con 60 e un disco in 33 giri te lo portavi a casa con 1800. Di spalla si esibivano Fausto Leali e i Novelty, Maurizio e i New Dada e Peppino di Capri, quest’ultimo tra gli autori delle immagini, le poche dell’evento disponibili, che qui condividiamo in versione rimaneggiata dall’utente YouTube. Suscita una certa tenerezza il presentatore del concerto che nell’introdurli li chiama «Bitles»:

La scaletta fu di 12 brani, un terzo dei quali erano cover, per un totale di mezz’ora di musica (alcune fonti parlano di quaranta minuti, ma siamo lì). All’epoca, bisogna dirlo, i concerti non duravano tantissimo. Lo spettacolo venne replicato due volte: alle 17 e alle 21, davanti, rispettivamente, a 7000 e 19000 fan. Niente tutto esaurito, in un paese in cui la stampa aveva relegato John Paul George & Ringo a effimero fenomeno di costume ben presto destinato all’oblio. Sappiamo tutti come andò a finire.

L’anno successivo i Beatles rinunceranno a suonare dal vivo. Torneranno per un’ultima, leggendaria esibizione sui tetti londinesi nel 1969.

In Montmartre, Martino Donth, Claudio Ricordi e Sergio De Laurentiis, grazie a ospiti come il professor Ferdinando Fasce, autore di un recente libro su quei pochi, intensi giorni, il critico musicale Riccardo Bertoncelli e Patrizia Wachter, figlia dell’imprenditore che organizzò le date italiane, testimone diretta di quei giorni, ripercorrono alcune tappe della straordinaria parabola del gruppo di Liverpool (prima e dopo il tour italiano) per raccontare che tipo di impatto ebbe da un punto di vista mediatico il loro arrivo in Italia, ma anche e soprattutto per riscoprire diversi aspetti legati alla musica, alla cultura e i costumi di quel periodo storico così ricco di spunti (e di contraddizioni).