Tutto è iniziato con uno scrittore russo, Aleksandr Puskin, che nel 1830 scrisse una piccola tragedia intitolata Mozart e Salieri. Questa storia, poi trasformata in musica dal compositore russo Nikolaj Rimskij-Korsakov, ha contribuito a diffondere la leggenda di una rivalità tra i due grandi musicisti.
Ma non finisce qui! Nel 1984, il regista Milos Forman ha portato questa storia sul grande schermo con il film Amadeus, che ha conquistato ben otto premi Oscar! Questo film ha reso ancora più popolare e drammatica la leggenda, dipingendo Salieri come un uomo invidioso e tormentato, che avrebbe desiderato la morte di Mozart per invidia e rabbia.
Ora, la domanda che molti si pongono è: tutto ciò corrisponde alla realtà storica? È vero che Salieri era così invidioso di Mozart da arrivare a provocarne la morte? La risposta è un po’ più complessa.
Anche se le storie di Puskin e del film sono molto convincenti e coinvolgenti, bisogna ricordare che si tratta di una leggenda, alimentata da diverse fonti, interpretazioni e un po’ di fantasia. La realtà storica, infatti, è molto più sfumata e meno drammatica di come viene rappresentata in queste opere.
In realtà, non ci sono prove concrete che Salieri abbia avuto un ruolo diretto nella morte di Mozart o che fosse così invidioso da desiderare il suo male. La leggenda ha preso piede più che altro per il forte impatto emotivo e per il modo in cui queste storie catturano l’immaginazione, ma bisogna sempre distinguere tra fatti storici e narrazioni romanzate.
Se vogliamo analizzare la situazione con precisione, possiamo dire che tra Mozart e Salieri il rapporto era caratterizzato più da un rispetto reciproco e da una certa cordialità che da inimicizie vere e proprie. Anche se forse si trattava di un’attenzione di facciata, non ci sono mai state prove di comportamenti scorretti o di ostilità aperte tra i due. La prima volta in cui il giovane Wolfgang Amadeus Mozart, all’epoca appena sedicenne, fa riferimento a Salieri nei suoi scritti o composizioni risale al 1773. In quell’anno, il compositore salisburghese decise di dedicare alcune variazioni per pianoforte su un tema intitolato Mio caro Adone, tratto dall’opera La fiera di Venezia di Legnago.
A quell’epoca, la differenza di età tra i due era di circa sei anni, e questa distanza si faceva sentire, soprattutto considerando che Salieri aveva già raggiunto un notevole successo presso la corte degli Asburgo a Vienna. La sua carriera si era arricchita di numerose opere teatrali di grande rilievo, come Armida, L’Europa riconosciuta, Tarare e Falstaff (conosciuta anche come Le tre burle). Mentre Salieri godeva di grande fama e rispetto durante la sua vita, Mozart, nonostante il suo talento straordinario, non riuscì a godere di una stabilità economica duratura e morì in circostanze difficili, con problemi finanziari che lo portarono a essere sepolto in una fossa comune.
Europa riconosciuta è stata l’opera scelta per inaugurare il Teatro alla Scala di Milano nel 1778, un evento davvero importante e di grande prestigio. Ma ti sei mai chiesto perché Salieri avrebbe potuto essere invidioso di Mozart, nonostante la sua genialità un po’ fuori dagli schemi? In realtà, questa composizione mostra tutta la maturità di Salieri come musicista, con virtuosismi tipici del Belcanto e colorature ispirate da Gluck. Tuttavia, tra i due ci furono anche tensioni. Nel 1790, Mozart accusò Salieri di plagio e addirittura di aver tentato di farlo fuori, soprattutto perché Salieri preferiva insegnare musica in italiano alla principessa del Württemberg. Un episodio importante riguarda anche la prima delle Nozze di Figaro: il primo maggio del 1786, l’opera di Mozart fu rappresentata al Burgtheater di Vienna, ma l’accoglienza non fu delle migliori.
L’insuccesso della prima rappresentazione delle Nozze di Figaro venne attribuito dal padre di Mozart, Leopold, a un presunto boicottaggio esercitato da Salieri presso il pubblico e l’imperatore Giuseppe II, grande appassionato di opera. Tuttavia, questa spiegazione appare poco plausibile, poiché Salieri si trovava in Francia in quel periodo e difficilmente avrebbe potuto orchestrare un simile complotto. Un altro elemento che è stato utilizzato per contrapporre i due compositori riguarda l’etnicità della loro musica: da un lato la tradizione italiana di Salieri, dall’altro il carattere tedesco di Mozart. In realtà, fu proprio Giuseppe II a promuovere una collaborazione tra i due compositori, favorendo una sorta di “democrazia” nel teatro. Inoltre, i destini musicali di Salieri e Mozart si sono più volte incrociati in modo sorprendente, evidenziando un rapporto complesso e ricco di sfumature.
Una chiara testimonianza di questa dinamica è rappresentata dalla composizione de La clemenza di Tito (1791). Inizialmente, si rivolse a Salieri, considerato il maestro di cappella e il massimo compositore d’opera a Vienna, almeno secondo il giudizio dell’epoca. Tuttavia, i categorici rifiuti di Salieri permisero a Mozart di assumere il ruolo di autore della musica di quest’opera. Inoltre, non bisogna dimenticare che Salieri dirigeva le composizioni sacre del “rivale” in occasione dell’incoronazione di Leopoldo II e Maria Luisa a Praga. L’ultima lettera di Mozart, datata 14 ottobre 1791, fornisce ulteriori elementi di chiarimento riguardo a questa relazione, offrendo una luce piuttosto significativa sulla complessità dei rapporti tra i due compositori.
Il salisburghese rivolge delle frasi proprio a Salieri, spettatore del suo ultimo lavoro, Il flauto magico, dimostrando parecchio affetto nei suoi confronti:
«Alle sei sono andato a prendere Salieri e la Cavalieri e li ho condotti nel palco. Non puoi immaginare quanto siano stati gentili entrambi, quanto sia piaciuta loro non solo la mia musica, ma il libretto e tutto l’insieme. Hanno detto che è un’opera degna di essere rappresentata in occasione delle più solenni festività davanti ai più grandi monarchi, e che certo l’avrebbero rivista altre volte, non avendo mai assistito a uno spettacolo più bello e più gradevole. Lui ha ascoltato e guardato con la massima attenzione, e dalla sinfonia all’ultimo coro non c’è stato brano che non gli abbia strappato un bravo o un bello, e non finivano mai di ringraziarmi per il piacere che avevo procurato loro».
Purtroppo non si conoscono i giudizi delle lettere di Salieri, ma alla luce di tutti questi fatti la leggenda della loro acerrima rivalità non può che sciogliersi come neve al sole.
Il 7 maggio su Rete Due a partire dalle 15.35, pomeriggio speciale a cura di Barbara Tartari e Giovanni Conti.
LEGATO A “MONTMARTRE” (RETE DUE) DEL 07.05.2025, ORE 15:35