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Casanora, la medusa come antidoto al caos

L’artista multimediale bernese ha ispirato il suo ultimo album alle acque del Mediterraneo e alla gelatinosa creatura, simbolo di bellezza e libertà

  • Oggi, 13:01
29:47

Casanora - The Year of the Jellyfish

Confederation Music 07.09.2025, 20:30

  • Laura Gauch
Di: Confederation Music/RigA 

Casanora suscita una certa ammirazione: quella per coloro che, pur consci di pagare un prezzo, agiscono fuori dagli schemi e dalle convenzioni. 

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Nora Ringgenberger, in arte Casanora, produttrice elettronica e sound designer bernese, era già stata a Confederation Music nel 2022 con Electric Water e ritorna di nuovo con l’acqua, quella del mare, la dimensione fluida in cui nuotano le meduse.

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Si chiama The Year of the Jellyfish il nuovo album di Casanora. È ispirato alle bellezze della Puglia e alle acque temperate del Mediterraneo, quelle in cui danza serenamente una tra le creature più antiche, sconosciute e incomprese di questo pianeta: la medusa.

In questo concept elettronico la medusa diventa sinonimo di tranquillità in mezzo al caos, di una deriva oggi più che mai necessaria per scoprire la bellezza, allontanandosi dal ritmo frenetico e insostenibile della nostra vita. È un atto di libertà, un dipinto musicale che rappresenta la vastità del mare, con una parola d’ordine: decelerazione. «Credo che per chiunque, soprattutto nella civiltà occidentale, sarebbe salutare» ipotizza Nora, «Guardi il mondo e sembra che stia esplodendo a tutti i livelli, e quindi la pace e la tranquillità non sarebbero male. Perché quindi non lasciarsi andare un po’ alla deriva?»

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  • Laura Gauch

Con The Year of the Jellyfish (etichetta Infinite Machine) Casanora invita l’ascoltatore a perdersi e a ritrovare sé stesso, in un viaggio musicale di sette brani che attraversa paesaggi subacquei ambient e introspettivi, momenti ritmici vigorosi e all’apparenza più terreni, e dove la voce appare sia come strumento musicale quasi impercettibile che come spoken word carico di messaggio. Questa volta con brani più brevi: «La mia capacità di attenzione si è ridotta negli ultimi anni e volevo realizzare brani più compatti. Preferisco che la gente li ascolti dall’inizio alla fine o nel migliore dei casi che li trovi troppo brevi e desideri che siano più lunghi, piuttosto che progettarli più lunghi e perdere l’attenzione dell’ascoltatore dopo 30 secondi. Perché anche io mi rendo conto di saltare da una canzone all’altra».

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