Ha iniziato a cantare nello stesso momento in cui ha cominciato a parlare. Perlomeno così ci riferisce chi la conosce bene. Cresciuta, come si dice, a pane, Elvis, Beatles e Johnny Cash, Eileen ha sfruttato la condizione di nativa digitale per affacciarsi molto presto al mondo della musica attraverso le maglie telematiche della rete. A dieci anni ha scritto la sua prima canzone, a tredici proponeva le sue riletture di pezzi famosi su piattaforme tipo YouNow e YouTube. È stata la sua versione di “When the Party’s Over” di Billie Eilish a convincere il proprietario dell’etichetta Physical Shock a metterla sotto contratto.
Eileen non si spaventa certo davanti ai numeri dell’internet: a riprova di ciò, i due milioni e mezzo di ascolti per “Voices”, singolo house a cui ha partecipato mettendoci - manco a dirlo - la voce.
Chi però avesse pensato alla cantautrice frivolina, tutta streaming, visualizzazioni e contatti, dovrà rivedere il suo giudizio. Eileen in musica mette la sua parte più introspettiva, guarda dentro di sé e dentro di noi per affondare le mani in sentimenti come dolore e paura, nei problemi personali, al fine di rappresentare chi ha desiderio di riscossa ma non ha voce per esternarlo. Certo, lo fa con l’obiettivo di arrivare a un pubblico il più ampio possibile, anche al di fuori degli elvetici confini: altrimenti perché mettersi in gioco? È legittima ambizione. Una scommessa, come quella evocata nel titolo della sua “Bet You Hate Me”, scelta per la puntata di questa settimana.