Musica italiana

Il segreto di Elio e le Storie Tese? La libertà

Faso, bassista della band, su cosa significhi far parte degli Elii, mercato discografico, il progetto con Stewart Copeland dei Police e… la pubblicità

  • Oggi, 10:59
Faso di Elio e le Storie Tese
  • Imago/Gruppo LiveMedia
Di: Alessandro Bertoglio/Red. 

Estate densa di concerti per Nicola Fasani, Faso per i fan, il bassista di Elio e le Storie Tese. Con la band proprio in questi giorni è impegnato al Concertozzo di Bassano del Grappa, due giorni all’insegna di musica e inclusione; poi salirà sul palco con il batterista Stewart Copeland per un progetto incentrato sulla storica band di quest’ultimo: i Police.

Ospite del pomeriggio di Rete Due, Faso ha parlato dei suoi impegni e di cosa significhi far parte degli EelST.

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EelST, da San Bernardino con amore

RSI Archivi 17.08.1996, 15:38

Gli Elii suonano insieme da 35 anni, e spesso sono venuti a farci visita nella Svizzera italiana. Ognuno dei membri della band, poi, coltiva i suoi progetti individuali. Quando si riuniscono, riescono ancora a divertirsi. Qual è, se c’è, il vostro segreto?

«Secondo me è stato sempre che ognuno di noi ha potuto intraprendere sue avventure e tornare poi a casa e condividerle con gli altri. E questo è bellissimo, perché ogni nostra iniziativa individuale, diversa dagli Elio e le Storie Tese ti dà energie diverse, e quindi quando poi torni con gli amici non ti senti in un ambiente chiuso, bloccato, dove fai parte del gruppo, devi fare solo le cose del gruppo. No, tutti possono fare quello che vogliono e questa cosa arricchisce la band.

Le avventure teatrali di Elio ci hanno fatto entrare in contatto con Gallione, che ha fatto la regia del nostro spettacolo teatrale dell’anno scorso, 44 date tutte esaurite. Per me il concerto era: salgo sul palco, ecco la scaletta, si suona… e improvvisamente mi son trovato un copione con delle parti da recitare. All’inizio ero veramente diffidente per poi concludere pensando: “che figata pazzesca!” Se Elio non avesse fatto le sue esperienze teatrali, tipo lo spettacolo di Gaber, non avremmo mai pensato di permeare il nostro show con momenti teatrali».

Voi siete sempre stati considerati un gruppo di eccellenti musicisti (forse un po’ sboccati dalle mamme e dalle nonne), decisamente alternativi. Però vi vogliono per tutte le pubblicità più importanti, che siano amari, passate di pomodoro, banche. Si misura anche così il successo?

«Penso che da un lato il mondo della pubblicità ci veda come dei ragazzotti, adesso degli uomini – anzi, più di mezza età - però simpatici e capaci. Per cui probabilmente i più attenti direttori marketing dicono: “Beh, sentiamo Elio e le Storie Tese, che di sicuro una musichetta carina ce la fanno e qualche idea allegra ce l’avranno”. E devo dire che siamo stati anche fortunati, perché chi ci ha contattato voleva da noi il nostro spirito. Quindi non è stato difficile trasformarsi in testimonial in contesti nei quali possiamo stare ancora bene. Poi ci sono sempre i rompiscatole: “Ma come, fate le pubblicità?!” Amiche e amici, questo è il messaggio che vi dà Faso di Elio e le Storie Tese: se tutti comprassero i dischi, tantissimi dischi, noi potremmo evitare di fare pubblicità».

Che poi è verissimo, ci sono delle cose stranissime. Tre giorni fa un tizio di quasi 76 anni [Bruce Springsteen] ha pubblicato sette dischi in contemporanea, sta facendo concerti in giro per l’Europa e se ne frega del fatto che gli streaming ti paghino pochissimo...

«Ah beh, guarda, questo è l’atteggiamento giusto. Ma del resto siamo entrati in un meccanismo di mercificazione della musica un po’ particolare. Perché qualcuno gestisce tutta la musica del mondo e decide quanti soldi darti. Ma scusami, dovremmo sederci a un tavolo e parlarne, perché se non hai la musica tu non esisti più come piattaforma. Quindi non è che tu decidi quanti soldi pagare la musica, dovrebbe essere il contrario!».

Tra qualche settimana ti imbarchi in un minitour di quattro sere insieme a tale Stewart Copeland, batterista. Riproporrete le canzoni dei Police con l’orchestra: si chiama Police Deranged for Orchestra, ed è una cosa che avete già fatto lo scorso anno. Che cosa ci si può aspettare da queste serate?

«È uno spettacolo molto interessante perché non è la situazione cover band dei Police di lusso, con il batterista dei Police che suona i pezzi. No, Stewart Copeland ha avuto un’idea molto bella. Innanzitutto convocare tre cantanti, per cui non c’è neanche il confronto-Sting. Tu hai tre voci bellissime di donne che si dividono, e non solo, cantano anche insieme armonizzando diverse canzoni. E non solo, perché i brani sono veramente esplosi e ricompattati, per cui ci sono delle soluzioni musicali davvero inaspettate, e soprattutto l’orchestra infonde un sound extra veramente sorprendente. Quindi è un evento con una selezione musicale di brani che tutti conoscono, perché ci sono le super grandi hit, solo che sono presentate in una maniera veramente particolare.

Io stesso quando mi sono messo a studiare i pezzi. All’inizio ero quasi disorientato, perché tu conosci Walking on the Moon, la sai a memoria perché l’hai sentita 18mila volte, e invece questa volta si suona in maniera un po’ diversa. Comunque bellissima. Per cui davvero interessante e consigliatissimo».

Curiosità mia. Come siete entrati in contatto? Ti ha telefonato Stewart?

«In realtà il contatto è Vittorio Cosma [tastierista], che è amico di Stewart Copeland, perché ha già avuto modo di collaborare con lui in altre situazioni ed era stato già coinvolto nel progetto. È stato Vittorio a dire: “Visto che tu sei un batterista, Stewart, ad avere un bassista di fiducia, sempre lui, si crea anche un feeling buono. Avrei un mio amico da proporre” E ha proposto me».

È andata molto bene a tutti, direi.

«Io sono contentissimo. È un’emozione pazzesca perché uno non ci pensa, ma io ero ragazzino e mettevo su Regatta de Blanc, Synchronicity e me li godevo, e a un certo punto voltarsi e vedere Copeland che sta suonando con te è veramente una figata pazzesca».

23:32

Intervista a Faso di Elio e le Storie Tese (Montmartre, Rete Due)

RSI Cultura 04.07.2025, 16:40

  • Imago/Gruppo LiveMedia
  • Alessandro Bertoglio

LEGATO A “MONTMARTRE” (RETE DUE) DEL 4.7.2025, ORE 15:35

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