Europerle: una delicatissima Erika Vikman

Si è riunita nuovamente davanti allo schermo tivù la giuria artistica della redazione Musica, organo autocostituito che si è dato l’arduo compito di selezionare le esibizioni più “esotiche” di Eurovision 2025. Quelle, per intenderci, che rivendicano il sano diritto a buttarla un po’ in caciara. Incombenza non facile da assolvere considerato che il canoro evento negli ultimi anni ha messo da parte le bizzarrie privilegiando esecuzioni più suggestive.

Qualcosa però riesce sempre a passare dalle maglie delle arcigne selezioni. Vediamo dunque quali perle ci ha regalato la seconda semifinale, seppur con una consapevolezza che si sta facendo largo nel nostro calloso cuore: i bei tempi dei Lordi sono andati per sempre.

Ma proprio come nel caso dei gommati hard rocker, trionfatori in terra ellenica quasi vent’anni fa, è alla Finlandia che i nostri occhi si sono rivolti speranzosi. Venendo premiati da Ich komme di Erika Vikman. Un titolo che se non parli tedesco può lasciarti indifferente, ma se un po’ l’idioma di Goethe lo mastichi qualche immagine te la evoca. D’altronde cinque anni fa uscì con una canzone intitolata Cicciolina. Sì, è vero, il significato è più articolato di quanto il titolo lasci intendere, ma poi tutto passa in secondo piano quando in scena, a mezz’aria, compare un gigantesco microfono d’oro su cui si erge balda per concludere il suo numero. Lo vogliamo anche noi, in soggiorno.

Non di vero esotismo possiamo parlare a proposito dell’australiano Go-Jo, che però associamo alla collega finlandese per le atmosfere allusive. Gli anni ‘80 sono potenti in lui, l’enorme frullatore campeggia in scena con imponenza tale da ricordare il monolite di 2001: Odissea nello Spazio, ci si permetta l’accostamento cinematografico. Al contrario di altri più fortunati colleghi in gara, l’esibizione del nudo petto non gli ha evitato l’eliminazione.

E allora, sconvolti da questo turbinio di passione, per raffreddare eventuali bollori vogliamo chiuderla con la sobrietà di Klavdia. Avvolta in un austero abito color tenebra, gli occhiali dalla montatura spessa per omaggiare l’illustre conterranea Nana Mouskouri, la concorrente greca canta un brano sulla separazione e lo sradicamento.