Il nostro parente genetico più stretto: lo scimpanzé, dimostra capacità di coordinazione ritmica che sembrerebbe indicare una certa musicalità.
A sostenerlo ricercatori di diverse Università: un recente studio documenta l’abilità degli scimpanzé di tamburellare mentendo un ritmo preciso, sincronizzandosi con il pulso, eseguendo e memorizzano addirittura ritmi differenti. Le osservazioni sono state fatte su animali selvatici provenienti da diverse regioni del continente africano. Viene dunque messa alla prova la musicalità in quanto caratteristica discriminante nella separazione tra uomo e altri animali.
In questa puntata di Voi che sapete parliamo di musicalità animale e umana con i due ricercatori che hanno firmato questa ricerca: la biologa cognitiva dell’Università di Vienna Vesta Eleuteri e Andrea Ravignani, professore e ricercatore di bio-acustica comparativa presso il Max Planck Institut in Olanda e l’Università Sapienza di Roma.
«Nel 2022 abbiamo pubblicato uno studio che ha mostrato che diversi scimpanzé all’interno della stessa comunità, in Uganda, usano un proprio ritmo per discriminarsi tra di loro nella foresta, cioè un ritmo individuale. Per esempio, il maschio alfa ben alterna un intervallo breve a due intervalli più lunghi tra i battiti del temporeggiamento, mentre altri maschi usano pattern diversi».
«Usano le mani e i piedi per battere queste radici esposte al di sopra del terreno. E battendo loro riescono a produrre dei suoni che raggiungono oltre un chilometro di distanza perché sono di bassa frequenza. E quindi tramite questo tambureggiamento si riescono a mantenere in contatto». (Vesta Eleuteri, biologa cognitiva dell’Università di Vienna)