Visto che A Complete Unknown, il film su Bob Dylan con Timothée Chalamet, ha riportato in auge (ancora una volta) la figura del cantautore, ci inseriamo nella tendenza entrando per qualche riga nel mondo di Michael Benjamin, musicista di Zurigo che già conta numeri interessanti nell’intricato regno di Sua Maestà l’algoritmo. Perché parliamo di uno da svariati milioni di stream.
Prendiamo Ocean, del 2017, il cui video ha fin qui ottenuto sedici milioni di visualizzazioni su YouTube. Risultato di una certa importanza, a cui aggiungere il fatto che la sua musica è stata usata nella serie tivù Shameless. Per dire che le sue canzoni girano anche nei circuiti internazionali.
Polistrumentista che si firma anche con lo pseudonimo di Native, nella sua produzione non rinuncia mai all’aspetto pop. Dove per pop si intendono melodie che si fanno ascoltare perché educate, aggraziate. Come del resto lo è la sua voce. Questa piacevolezza, però, la cerca da una prospettiva tutt’altro che facilina. I suoi pezzi puntano ad andare in profondità, a giocare con i contrasti: piano/forte, fragile/vigoroso. Il tutto cercando di mantenere tessiture genuine, come potrebbe esserlo la tela di un jeans o un giaccone di velluto poco poco liso. Qualcosa, insomma, che mantenga un po’ della sua immediatezza, di curato, di rifinito ma non troppo tirato a lucido.
Michael Benjamin lo troviamo anche su portali dedicati agli aspiranti musicisti. Lì mette a disposizione talenti ed esperienze per partire da un’idea e arrivare alla canzone vera e propria. D’altronde ha già un repertorio che parla per lui. L’ultima arrivata in catalogo è Travel On.