Se un minimo il metal lo frequenti, Ozzy non lo discuti. Non si può rinnegare il padre-padrino del genere. Senza di lui, e senza la chitarra di Tony Iommi e la sezione ritmica Butler-Ward, niente Metallica, niente Iron Maiden, niente mettiamoci-il-gruppo-che-vogliamo. Ma anche, ripercorrendo le numerose filiazioni del genere, niente grunge, niente stoner rock e giù giù fino alle paludi del doom metal.
L’ultimo Ozzy è stato una chimera: qualche anno fa dovette cancellare la tournée lasciando un senso di vuoto in quei fan che avrebbero voluto vederlo sul palco almeno una volta nella vita. Maggior fortuna l’hanno avuta i 40mila convenuti a Birmingham per l’ultimo concerto dei Sabbath nella loro formazione originale.
E ha ispirato sentimenti certo non cupi, ma piuttosto di affetto, vederlo seduto sul suo trono nero. La seduta di un sovrano ma anche e soprattutto una soluzione che gli permettesse di esibirsi, dati i problemi di salute.
In 40 mila a Birmingham per i Black Sabbath
Telegiornale 06.07.2025, 12:30
Eppure la “fede” in Ozzy aveva vacillato, perlomeno in alcuni, ai tempi degli Osbournes, il reality tivù ambientato a casa Ozzy, protagonisti lui, due dei suoi figli e la moglie Sharon – quest’ultima è stata figura fondamentale nella sua vita e carriera. Vederlo vagare confuso per casa era uno spettacolo che poco aveva a che fare col mito di Ozzy. La figura della rockstar vista da un’altra angolazione, immaginiamo con tutti i ritorni del caso. Ha sempre avuto il senso dello spettacolo. Una coerenza, insomma, c’era.
Ozzy è stato tante cose: con lui l’heavy ha spiegato le ali, è stato apprezzato solista e personaggio di cinema e tivù. Sì, è anche quello che ha staccato con un morso la testa a un pipistrello: in realtà fu un incidente, ne ha fatto un business. Lo sfortunato animale si vendicò costringendolo a una sfiancante serie di iniezioni antirabbiche.
In un passaggio delicato della sua esistenza, Ozzy è tornato sul palco con i compagni di antiche scorribande. Forse non un concerto perfetto, forse davvero l’ultimo, ma quello che serviva per ribadire che il metal ha un papà, anche buffo, e un monarca, ancorché fragile. Comunque la si voglia vedere, un punto di riferimento. Lo si capisce dalle parole riconoscenti dei Metallica nei confronti suoi e dei Black Sabbath: «Grazie ragazzi per averci dato uno scopo nella vita».
L’eredità dei Black Sabbath (Seidisera, Rete Uno)
RSI Cultura 06.07.2025, 18:00
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