Cindy Lauper, Black Sabbath, Electric Light Orchestra, la lista degli artisti che hanno annunciato il ritrio con uno o più concerti finali potrebbe essere davvero lunga. Elton John (lo decise nel 1977, ma…), Lynyrd Skynyrd (2020, ma tornati in sella), Slayer (2019, ritornati nel 2024); anche Frank Sinatra aveva annunciato il suo ultimo concerto nel 1971, ma… tornò dopo 2 anni.
Altri annunciano farewell tour “a rate”, come The Who, valido solo per il Nord America… poi, Uriah Heep, Aerosmith (2025). Un fenomeno che sta prendendo piede anche nella musica classica: Hagen Quartett, David Helfgott. Insomma, è un vero addio, una scelta artistica o di marketing?
Al microfono di Martino Donth e Giovanni Conti ne hanno discusso il critico musicale Alceste Ayroldi e la cantautrice Grazia Di Michele. Secondo quest’ultima c’è poca serietà da parte di chi ritorna dopo aver detto basta:
«È vero che un artista può avere un ripensamento [...]. Chi fa questo lavoro è esposto a stress, alla stanchezza, a volte anche alle delusioni. Quindi ci può stare che arrivi un momento in cui uno dice “Vabbè, adesso mollo”.
Però quello che viene da pensare è che, invece, proprio sulla pelle dei fan viene giocata una strategia emotivamente molto brutta, molto pericolosa. Io stessa se mi dicessero “Guarda che Keith Jarrett ha deciso di non fare mai più concerti” quindi ci sarà l’ultimo suo concerto, sono disposta a pagare molto di più di quello che pagherei per vedere un suo concerto normale.
Io trovo che sia una cosa un po’ patetica. Ricomparire dopo tre, quattro, cinque anni che hai detto “mai più”, penso non sia proprio il massimo della correttezza professionale».
Alceste Ayroldi si interroga sulla reazione dei fan:
«Il problema è il pubblico che va a vedere il tour d’addio, poi vede a distanza di anni che ritorna sulle scene il suo artista preferito e continua ad andare a seguire il tour. E quello che mi preoccupa psicologicamente. Un tempo uno rimaneva deluso da un certo tipo di comportamento, oggi non si rimane neanche più delusi. Si è disincantati anche da questo punto di vista.
Nel 2005 abbiamo avuto gli Eagles che hanno organizzato una serie di concerti intitolati Farewell One, Farewell Two Tour, proprio per prendere in giro tutti quegli artisti che facevano i concerti di addio. Lo stesso aveva fatto l’anno prima Phil Collins, che aveva denominato il suo tour First Final Farewell Tour».