Società

Coldplay Gate: dalla kiss cam alla gogna digitale

Il caso Byron-Cabot tra scandalo mediatico, privacy violata e cultura della sorveglianza

  • 5 agosto, 08:30
Coldplay kiss cam
  • Imago
Di:  Emanuela Musto 

È il 18 luglio e a Foxborough (Massachusetts) durante il concerto dei Coldplay una coppia viene inquadrata, come da usanza, dalla kiss cam (telecamera usata durante eventi sportivi o spettacoli dal vivo che inquadra coppie tra il pubblico, invitandole a scambiarsi un bacio davanti a tutti). Sguardi mortificati, un rapido districamento, lei si copre il volto e lui si acquatta tra le sedie per evitare di essere riconosciuto. «O hanno una relazione [extraconiugale] o sono molto timidi» è stato il commento divertito del frontman. Una gaffe, quella di Chris Martin, che diventa il preambolo a dieci giorni di meme, video-commenti, articoli e servizi su molti notiziari. Si crea un vero e proprio circo mediatico con al centro quello che poi si scopriranno essere il CEO di Astronomer, Andy Byron, e la collega, responsabile delle risorse umane, Kristin Cabot. Entrambi sposati. Il video, postato da una partecipante al concerto, raggiunge più di 60 milioni di visualizzazioni sulle varie piattaforme di social media. La reazione del pubblico e dei media trasforma la loro infedeltà in un vero e proprio scandalo globale. Le conseguenze per i due adulteri non si fanno attendere: Andy Byron si dimette immediatamente, poco dopo segue a ruota la Cabot. Anche i rispettivi matrimoni naufragano. Megan Kerrigan, la moglie di Byron, viene tartassata sui social da messaggi di sostegno, ma anche (tristemente) di scherno.

Una semplice inquadratura ha sconvolto le vite di due famiglie e affermato nel mercato del digitale il brand dell’azienda tecnologica. «Anche se non avrei mai desiderato che accadesse in questo modo, Astronomer è ormai un nome familiare» scrive Pete DeJoy, CEO ad interim in un post su Linkedin. Per distrarre il pubblico dal caos mediatico e gestire la crisi con autoironia, l’azienda reagisce mediante un curioso espediente di comunicazione: ingaggia Gwyneth Paltrow - ex moglie di Chris Martin - come volto temporaneo. Nel frattempo, dopo lo scandalo, la separazione dalla moglie e le dimissioni, Andy Byron valuta di intraprendere una battaglia legale contro i Coldplay e gli organizzatori del concerto rei a suo dire di averne violato la privacy, averlo reso un meme e avergli arrecato «sofferenza emotiva». Le possibilità di successo della possibile causa sono però esigue. Negli Stati Uniti all’interno di eventi pubblici (concerti, partite di basket, etc.) la kiss cam è ammessa. Vige generalmente la regola del titolo di accesso, ovvero quando si acquista il biglietto a un evento pubblico, lo spettatore fornisce implicitamente il consenso all’eventuale utilizzo della propria immagine nell’ambito della manifestazione.

Ora, non sta a noi giudicare il tradimento e le dinamiche pregresse alla relazione extraconiugale dei due malcapitati. Ma la vicenda solleva dei quesiti fondamentali sul diritto alla privacy.

Gli individui coinvolti non avevano intenzione di esibirsi, né di diventare oggetto di speculazione mondiale con pesanti conseguenze personali e professionali. Eppure secondo il diritto statunitense esiste il concetto di ragionevole aspettativa di riservatezza che mette le fondamenta per la tutela della privacy. Negli spazi pubblici valgono i seguenti principi giuridici fondamentali: la dottrina del forum pubblico, ovvero le sedi dei concerti sono considerate strutture pubbliche in cui le normali aspettative sulla privacy risultano essere significativamente ridotte, il consenso tramite l’acquisto del biglietto e la protezione del Primo Emendamento, vale a dire che la registrazione in spazi pubblici è generalmente protetta in quanto attività di libertà di parola e di stampa.

In Europa, e in particolare in Svizzera, questo episodio avrebbe sollevato questioni legali più complesse. La diffusione di immagini senza consenso, soprattutto se comporta danni reputazionali o professionali, può essere considerata illecita. La nuova Legge federale sulla protezione dei dati (entrata in vigore il 1° settembre 2023) impone infatti il consenso esplicito per il trattamento di dati personali, compresi quelli visivi. Inoltre, la profilazione o l’identificazione pubblica tramite video virali potrebbe rientrare tra i trattamenti ad “alto rischio”, soggetti a regole più severe. In Svizzera, la dignità e la riservatezza sono considerate diritti fondamentali, e la legge offre strumenti concreti per difenderli.

Ma al di là dei confini giuridici, il caso Byron-Cabot fa riflettere sul piano culturale. In un’epoca in cui ogni gesto può essere registrato, condiviso e commentato, la viralità ha il potere di trasformare l’intimità in spettacolo. La kiss cam, nata come un simpatico momento di intrattenimento, si è rivelata uno strumento di sorveglianza emotiva e il pubblico, armato di smartphone e giudizi rapidi, ha assunto il ruolo di giudice.

L’incidente dimostra come la dimensione digitale possa erodere la privacy con una rapidità incredibile. Assistiamo a una “cultura della visibilità” che ha trasformato la vita privata in merce da consumare. Non si tratta solo di un atto potenzialmente illecito o immorale: è l’esposizione non voluta e incontrollata del privato gettato sulla pubblica piazza. Se in passato - per quanto discutibile - la figura pubblica era costantemente sotto la lente di ingrandimento, giudicata e sfruttata in base ai suoi momenti più vulnerabili, oggi anche il cittadino comune che partecipa a un concerto o scambia un messaggio privato può essere esposto a rischi di spettacolarizzazione, sorveglianza e umiliazione.

In un’era in cui un singolo fotogramma basta per distruggere carriere e famiglie, il diritto alla privacy richiede non solo tutele legali, ma soprattutto una consapevolezza culturale collettiva. Se non siamo più liberi di vivere momenti personali (anche se per alcuni discutibili) senza temere conseguenze professionali o sociali, allora non siamo davvero liberi. Il Coldplay Gate ci invita a ripensare al rapporto tra tecnologia, intrattenimento, sfera privata e dignità.

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Il Quotidiano

Il Quotidiano 07.09.2023, 19:00

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