Società

Elsa Franconi Poretti

Una donna emanicipata, “Na dòna di nòst”

  • 22 dicembre 2023, 17:39
  • 25 dicembre 2023, 21:28
Franconi Poretti macchina da scrivere.jpg
Di: Sara Flaadt

«Ho smesso di fare politica e di scrivere all’età di 84 anni», racconta Elsa Franconi Poretti nel documentario “Elsa Franconi Poretti. Un secolo di storia ticinese” realizzato da Enzo Pelli e Gianna Paltenghi.

Come descrivere, riassumere e restituire in un testo il percorso eclettico di una donna che all’età di 89 anni raccontava davanti ad una videocamera di aver smesso da poco di essere “socialmente” attiva? Come sintetizzare la vita di una donna che, nata a Lugano il 25 agosto del 1895, racconta di aver conosciuto Christian Dior, di aver volato in idroplano con “il Kramer” sopra il lago di Lugano agli inizi del ‘900, intervistato Alberto Giacometti, prestato soccorso nel Servizio Civile Femminile durante la seconda Guerra Mondiale, intervistato il generale De Gaulle, essere stata amica della famosa scrittrice francese Colette, tra le prime donne elette nel Gran Consiglio ticinese e...
Ecco che sembrandomi questa essere quasi un’impresa destinata al fallimento e non volendo ridurre ai mini termini o confinare in un mero elenco la storia, l’esperienza e il vissuto di una persona tanto attiva e interessante, propongo qui un approccio diverso volto a permettere a chi legge, di lasciarsi ammaliare com’è capitato a me, da questa donna ricca di mondo.

Elsa Franconi-Poretti. Un secolo di storia ticinese

RSI Notrehistoire 26.12.1993, 12:15

Appassionata di teatro radiofonico, delle storie e delle biografie delle donne che hanno abitato il nostro cantone, e chiaramente affascinata dai tesori che si celano nella miriade di documenti conservati nelle teche RSI, mi sono avvicinata a questa figura partendo dai suoi lavori teatrali. “Na dòna di nòst”, è stato il punto di partenza che mi ha spinta e invitata ad approfondirne la storia.

Parlare, di Elsa Franconi Poretti è parlare di quasi un secolo di storia sia singolare che collettiva. E nell’intervista realizzata da Pelli e Paltenghi nel 1993, ho cominciato a sentire e vedere come lei stessa sia riuscita all’età di 89 anni a condividere una storia che esula dal puro contenuto cronistico e politico legato al Ticino, come mi sarei aspettata da una donna giornalista di professione, conosciuta soprattutto per il suo impegno nell’associazionismo e nella politica ticinesi. Questa testimonianza mi ha permesso infatti di scoprire anche un’altra storia e un altro modo di poterla vedere e raccontare. Si tratta di quella parte della storia artistica e culturale che ha caratterizzato e contraddistinto il panorama ticinese dagli inizi del ‘900 fino alla fine del secolo. Dagli aneddoti relativi alla vita estremamente attiva e a tratti libertina della Lugano degli anni ’30, ho riscoperto l’importanza del ruolo di coloro che di cultura si occupavano e si sono occupati durante quel periodo e oltre, e ovviamente anche dell’importanza proprio di lei, la protagonista di queste brevi pagine e documenti sonori.
Nata a Lugano alla fine dell’800, come si legge nella biografia breve redatta da Gabriele Piffaretti (archiviodonneticino.ch), Elsa Poretti ha fin da subito dimostrato di essere una donna determinata e originale, come racconta lei stessa in “Incontro con Elsa Franconi Poretti” realizzato da Werther Futterlieb (Fatti Vostri - Incontro Elsa Franconi Poretti - 1989), dove sembra non voler nascondere segreti.
E se ormai adulta la si sente parlare liberamente di sessualità e religione, come forse da tempo non sentiamo più fare, da giovane Elsa si era dimostrata caparbia sin dall’inizio, rivendicando il diritto di poter studiare e lavorare.

La donna politica
Il primo passo dei tanti intrapresi nel suo lungo cammino, è infatti stato l’ottenimento della patente di insegnante, nonostante il padre fosse contrario a che lei studiasse prima e lavorasse poi. Un cammino che una volta iniziato sembra non essersi mai fermato. Dopo i primi anni come insegnante Elsa Poretti ha proseguito infatti per la sua strada fino ad arrivare a costruirsi una formazione e una carriera che la porteranno nel 1971 ad essere una delle prime donne elette nel Gran Consiglio ticinese. per il quale aveva presieduto la seduta costitutiva del legislativo come presidente decana.

Lo storico discorso di Elsa Franconi Poretti al Gran Consiglio del 1971

RSI Shared Content DME 17.10.2019, 13:59

Il suo interesse per la questione pubblica è uno dei capitoli più densi e che forse permettono di avvicinarsi meglio al suo pensiero. Prima del 1971, impegnata nella lunga lotta per l’ottenimento del diritto di voto e l’eleggibilità femminile, è stata tra le promotrici del voto di protesta del 1957 che prevedeva l’obbligo per le donne di prestare il servizio civile femminile, pur continuando a negare loro il diritto di voto. In uno dei documenti sonori trovati durante la ricerca, la scopro essere invitata, in occasione della SAFFA (l’esposizione svizzera del lavoro femminile) del 1958 organizzata a Zurigo, a parlare della prima SAFFA avvenuta nel 1928 con la quale Elsa Franconi Poretti aveva collaborato (SAFFA 1958: esposizione e fiera del lavoro femminile - 31.01.1957).
Un breve intervento, che apre lei stessa permettendo di capire quanta consapevolezza avesse del suo bagaglio politico e culturale.

Saponette e caramelle per finanziare il padiglione ticinese alla SAFFA

RSI Notrehistoire 14.04.1958, 10:21

La giornalista e la questione femminile
Se Elsa Franconi Poretti come libera cittadina ha militato attivamente nel partito Liberale Radicale di Lugano e ha fondato il “Gruppo donne liberali di Lugano”, del quale è poi stata presidente, anche come giornalista non è stata certo meno attiva. Durante la sua carriera sia come collaboratrice del Corriere del Ticino per il quale ha curato tra le altre “La pagina della donna” e “Corriere Donna”, sia come collaboratrice prima di Radio Monteceneri e poi di RTSI, ha infatti realizzato numerosi lavori che l’hanno vista alle prese principalmente con tematiche legate al mondo femminile. Cercando quindi tra i documenti presenti nelle nostre teche tracce di quella Franconi Poretti giornalista, l’ho ritrovata al microfono impegnata ad ampliare e aprire nuovi orizzonti di quel tanto discusso universo femminile.
Tra i suoi numerosi lavori non mancano consigli, considerazioni e servizi che permettevano alle donne della Svizzera italiana degli anni ’60 di scoprire trucchi e novità riguardanti il proprio lavoro di casalinghe.
Ma se non ha tralasciato aspetti pratici legati all’emancipazione femminile nell’ambito della vita quotidiana, la Franconi Poretti giornalista non ha esitato neppure a proporre altre visioni rispetto al tema. Dimostrando di essere al contempo sempre una “dòna di nòst” e una dòna, direi qui: “da mund”. Ho ritrovato infatti tra i suoi lavori, una sorta di proposta velata, un invito alle donne ticinesi ad avvicinarsi o anche semplicemente a scoprire un diverso approccio rispetto alla tematica femminile.
Ci si può letteralmente perdere alla ricerca dei numerosi interventi fatti da Elsa Franconi Poretti nell’ambito della trasmissione “Per la Donna” curata da Iva Cantoreggi. In molte di queste occasioni ci si rende conto del ruolo di Franconi Poretti come intervenente, o forse più giusto sarebbe dire, come rappresentante di realtà diverse rispetto a quella ticinese. Spesso nelle tematiche che è stata invitata a trattare, il suo ruolo è stato quell’aggiunta alla discussione che permetteva alle ascoltatrici e agli ascoltatori di RTSI di vedere come le donne agivano, si riunivano o reagivano di fronte a determinate tematiche, anche in altre nazioni ma anche cantoni svizzeri. In una delle trasmissioni del 1967 la si sente riportare ad esempio quanto espresso dalle associazioni femminili losannesi a proposito dell’introduzione della “settimana corta” nelle scuole.  

Con il preciso obbiettivo di sostenere l’emancipazione femminile Elsa Franconi Poretti dava poi anche prova di riuscire a scavallare frontiere e tematiche immergendosi in ambiti più ostici e legati alla politica, come quello del Servizio Femminile obbligatorio. Senza dismettere quindi i panni della giornalista che pone domande e solleva dubbi, attraverso i suoi numerosi interventi, ne possiamo cogliere più o meno chiaramente l’opinione personale, che tuttavia rimane sempre in filigrana senza mai intaccare la sua professionalità.

Giornalista, attivista politica, scrittrice, a tratti questa donna dalle mille risorse mi si è presentata, o per lo meno la sua voce, persino in veste di antropologa trattando tematiche abitudini e tradizioni delle donne di uno dei paesi da lei meglio conosciuti, ovvero la Francia. Grazie all’intervento di Elsa Franconi Poretti sempre nell’ambito della trasmissione curata da Iva Cantoreggi, “Per la Donna”, se da un lato ho scoperto il suo interesse per un’altra cultura, dall’altro ho quindi iniziato a vederla come instancabile e attenta osservatrice che oltre a fare domande, non ha mai smesso di farsene.

Tra i molti esempi si può cogliere il suo modo di approcciarsi e interrogare sia le invitate alla trasmissione che il soggetto stesso come nel caso di “Per la donna - Le nanas”, come in Francia avevano iniziato a definire le donne che, superati i trent’anni, pur essendo ancora giovani, non ritrovavano più una propria collocazione all’interno di una società che stava cambiando.

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Da un documento all’altro, ho continuato così ad andare avanti e indietro nella lunga storia della sua vita, per capire come fosse possibile che, ultima di otto fratelli, nata nella Lugano di fine ‘800 in una famiglia inizialmente non propriamente agiata, Elsa Franconi Poretti fosse tanto aperta e liberale, nel senso originale del termine, rispetto a nuove tradizioni, stimoli e pensieri. In parte la sua apertura mentale è stata probabilmente frutto dell’ambiente che la circondava da piccola, dove “la politica era di casa”, come dice lei stessa nell’intervista. In parte però il suo modo di vedere, percepire e riportare del mondo al mondo, dovevano essere stati anche frutto della sua voglia e capacità di cogliere la possibilità di scoprire un altro universo, non molto distante a livello geografico, ma sicuramente altro, a livello culturale. E in questo caso è stata fondamentale la sua lunga esperienza in Francia dove le donne avevano ottenuto il diritto di voto nel 1944, uno stimolo questo che “ha risvegliato in me la mia voglia di far trionfare la causa femminile e di portare le donne a diventare qualcuno” come dice lei stessa in un’intervista realizzata nell’ambito di “Attualità sera”.

Elsa Franconi Poretti (Attualità sera, 01/09/1990)

RSI Audio Video 27.02.2020, 00:00

La giornalista e l’universo artistico: a Parigi tra i pittori
La figura di Elsa Franconi Poretti non riesco quindi ad immaginarla senza la Senna. Senza sentire quel profumo di vitalità, fascino e mistero che deve aver avvolto la capitale francese prima della Seconda Guerra Mondiale, ma anche dopo. E credo che la lunga “parentesi parigina” vada vista per scoprire, almeno in parte il percorso artistico, politico e sociale della futura fondatrice del “Gruppo donne liberali di Lugano”. Elsa Poretti in Francia è arrivata negli anni ’20. Come molte donne ha seguito il compagno e futuro marito, l’ architetto Giuseppe Franconi. Il giovane Franconi, come uomini altri ticinesi, era infatti stato chiamato a lavorare come architetto nel nord del paese per contribuire alla ricostruzione in seguito ai danni causati dalla Prima guerra mondiale, e Elsa Poretti lo ha poi raggiunto nella capitale francese nel 1924 dove i due si sono sposati.

Mentre questa parte del suo percorso possiamo sentirla raccontare da lei stessa nel citato documentario “Elsa Franconi Poretti. Un secolo di storia”, alcuni dei suoi lavori realizzati soprattutto negli anni che seguono la Seconda guerra mondiale, possiamo riascoltarli grazie a parte del materiale conservato nelle teche RSI, con la quale la giornalista aveva intensificato la collaborazione durante e in seguito agli anni di guerra.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, la quarantaquattrenne Franconi Poretti si trovava in Ticino dove era ritornata per trascorrere le vacanze con la figlia Franca, ignara del fatto che in Ticino ci sarebbero rimaste per un periodo ben più lungo.
Anche su consiglio del marito Giuseppe, che era rimasto in Francia, dopo lo scoppio del secondo conflitto mondiale si attiva immediatamente in Ticino su più fronti: sociale, politico e artistico-culturale.

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Atori alla Radio con Elsa Franconi Poretti, 1941

Oltre ad essere madre, impiegata a Bellinzona nell’Ufficio cantonale del lavoro, ad essere volontaria nel Soccorso d’Inverno, e ad essere, nel 1941, diventata presidente del comitato direttivo dell’associazione raggruppante le società del Servizio Civile Femminile della Svizzera Italiana, c’è da chiedersi come sia riuscita anche a dare avvio ad una carriera teatrale sia come attrice sia in qualità di autrice di bozzetti e commedie dialettali, il tutto mentre continuava a collaborare con Corriere del Ticino e Radio Monteceneri.

A Parigi dopo la fine della Seconda guerra Mondiale la collaborazione con Radio Monteceneri poi RTSI si era intensificata e aveva dato spazio anche ad altri incontri. Nel 1945, lei e la figlia erano tornate in Francia ricongiungendosi con il marito e padre Giuseppe, e a partire da alcuni documenti relativi a quel periodo ho potuto cogliere uno dei suoi altri interessi oltre a quello per il teatro: il suo interesse per l’arte “tout court”. Tra i diversi contributi da lei realizzati per RTSI a Parigi, ci sono infatti brevi perle da lei realizzate sotto forma di interviste, come quella ad Alberto Giacometti (Voci del Grigioni italiano 01.01.1960), quella realizzata al pittore Antonio Fasani di Mesocco (Il pittore Antonio Fasani di Mesocco) , o ancora quella realizzata al pittore René Daldini .
Tutti documenti estremamente interessanti e di valore, dove sentiamo sia la spontaneità che la curiosità di Elsa Franconi Poretti. Due qualità che l’hanno contraddistinta e che lei ha saputo mantenere vive durante tutta la vita.

franconi poretti

Scrittura e teatro
Ma cercando risposte sorgono spesso domande. E fin dall’inizio, una di queste, alla quale mi premeva dare una risposta, era capire quali fossero le relazioni umane che più l’avevano marcata. E se di risposte chiare in ambiti così delicati, è sempre difficile, se non impossibile trovarne, qualche indizio mi ha permesso di avvicinarmi a un altro aspetto della personalità di Elsa Franconi Poretti. Si tratta del ricordo che lei stessa, invitata dalla trasmissione “Per la donna”, ha condiviso, a proposito della scrittrice francese Colette (Per la donna - Colette ricordata da Elsa Franconi Poretti nel centenario dalla nascita 21.04.1973).
In questa testimonianza sentiamo la sincera ammirazione e l’affetto della giornalista per una personaggio noto come Colette che, dopo un primo incontro dove Franconi Poretti era stata invitata da RSI a intervistarla, con il passare del tempo era diventata quasi un’amica.

Colette ricordata da Elsa Franconi Poretti nel centenario dalla nascita (Per la donna, 23/04/1973)

RSI Audio Video 18.09.2017, 17:37

  • © Roger-Viollet/AFP

Come concludere questa avventura se non riprendendo dall’origine? E tornando all’inizio di questo lungo viaggio tra vite, documenti, passioni e esperienze, speranze, voglia di cambiamenti, battaglie e tanto lavoro, tornando al teatro e ai lavori scritti da Elsa, ho intuito un’ulteriore lato di quest’anima che nonostante le difficoltà della vita e di un’epoca iniziata sconvolta da guerre, povertà e patriarcato, mi ha ritrasmesso quella voglia essenziale anche per il nostro lavoro di creatori di storie: la voglia di rimanere sempre anche bambini, astratti o concreti, ironici sognatori.
Un desiderio, un istinto innato forse o una capacità delle quali, una volta di più, non mi pare abbia fatto difetto la protagonista delle nostre ricerche, che ha infatti lasciato al settore prosa, oggi audio fiction, scritti teatrali tutti da ascoltare e realizzare.
Dopo letteralmente un secolo di vita, poco prima di compiere i cent’anni, attiva quasi per altrettanti, EFP ha infine iniziato un altro viaggio, lasciandoci la possibilità di scoprire quanto di lei ancora non sappiamo. E sembra davvero un percorso infinito.

Na dòna di nòst

Domenica in scena 31.12.2023, 17:35

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