Negli ultimi mesi, un piccolo libro illustrato di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera – tra le pochissime, se non l’unica, agenzia europea armata – ha riacceso un importante dibattito. Il suo titolo, La mia guida per il ritorno, e il suo pubblico, bambini migranti che devono affrontare un rimpatrio forzato, celano una narrazione edulcorata che ha scosso tanto l’opinione pubblica quanto le organizzazioni per i diritti umani.

Rifugiati, inclusi bambini e bambine, in una struttura per richiedenti d'asilo
Il libretto, pubblicato per la prima volta nel 2023 e riproposto a giugno 2025, dipinge i centri di detenzione come «luoghi dove si gioca a pallone» e il trasferimento verso l’aeroporto come «una piccola gita in autobus». Un linguaggio semplice e immagini rassicuranti che, secondo molti, rischiano di minimizzare un evento traumatico, soprattutto per i più piccoli.
Alessio Giordano, giornalista freelance e collaboratore di Altreconomia, descrive il contenuto come un tentativo di veicolare l’idea che «il rimpatrio dei minori sia essenzialmente una storia d’avventura» dove «non c’è spazio né per servizi di supporto psicosociale, né viene mai menzionato il fatto che i minori possano essere espulsi in Paesi che non conoscono».
La scelta lessicale è particolarmente rivelatrice della strategia di Frontex: Giordano sottolinea come in tutte le 28 pagine non si parli mai né di deportazione né di rimpatrio, bensì di “viaggio” o “ritorno”. Un dettaglio davvero molto significativo secondo il giornalista, tanto da averlo inizialmente indotto a pensare che fosse un sofisticato lavoro ironico e di critica, prima di rendersi conto che fosse in realtà una vera e propria operazione editoriale.
Giordano trova poi «particolarmente inquietante che l’illustrazione scelta sia quella effettivamente di un parco giochi», con bambini che si dondolano sull’altalena e giocano a pallone, con espressioni piuttosto serene, ignorando il trauma, l’impatto sulla psiche a livello sociale, l’ansia e la perdita di identità che un rimpatrio forzato può causare.

Il viaggio in aereo
Le implicazioni etiche, politiche e giuridiche sono profonde. Organizzazioni per i diritti dei minori in Germania, come il Kinder Forum, hanno evidenziato come la brochure violi «alcuni articoli della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia». Frontex, un’istituzione da tempo al centro di polemiche e inchieste per presunte violazioni dei diritti umani, ha risposto alle critiche solo parzialmente e, forse, anche in maniera abbastanza timida, difendendo il proprio operato.
Giordano non si dice sorpreso, poiché Frontex rappresenta «l’esecutore materiale della strategia dell’Unione europea fatta di esternalizzazione, respingimento e confinamento delle persone in movimento». Una strategia che troverà il suo compimento con il prossimo patto sulla migrazione e sull’asilo.
Un libretto che, lungi dall’essere una guida innocua, si rivela un cinico strumento di propaganda, mascherando la dura realtà della deportazione forzata dietro una patina di innocenza infantile.
Il rimpatrio spiegato ai bambini
Alphaville 18.08.2025, 11:45
Contenuto audio