Il pettegolezzo, spesso relegato a semplice chiacchiericcio, nasconde in realtà una storia profonda e un ruolo cruciale nell’evoluzione umana e sociale. Come rivela l’antropologo britannico Robin Dunbar nel suo studio Grooming, Gossip and the evolution of language, ben il 61% delle conversazioni quotidiane rientra nella categoria del pettegolezzo.
Un fenomeno che, lungi dall’essere banale, è stato fondamentale per l’evoluzione umana. In particolare, c’è stato un tempo preciso in cui il pettegolezzo era un’arte raffinata: un’epoca di cui è esperta la saggista e traduttrice Francesca Sgorbati Bosi, ospite di Alphaville e relatrice della conferenza L’arte del pettegolezzo.
L’arte del pettegolezzo
Alphaville 19.08.2025, 11:05
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Se infatti è veramente impossibile sradicare il pettegolezzo dalla dimensione umana, il Settecento ne rappresenta l’apice. Il Settecento, infatti, è stato «il trionfo del pettegolezzo, perché esso ha assunto un’importanza enorme anche a livello politico». Un esempio lampante è la sorte di Maria Antonietta, «finita alla ghigliottina a causa di una corrente di pettegolezzi negativi», spesso inventati. Secondo la saggista e traduttrice, il pettegolezzo settecentesco, specialmente quello francese, era «veramente artistico», capace di condensare un intero racconto in battute fulminanti.
Studiare un’arte così evanescente come il pettegolezzo è una sfida affascinante per uno storico. Sgorbati Bosi spiega di dover condurre una ricerca a 360°, attingendo a fonti inaspettate: «Devo leggere le commedie, i romanzi, i rapporti degli ispettori di polizia e persino i ricettari di cucina», dove talvolta si celano critiche o aneddoti.
La forza del pettegolezzo
Millevoci 04.04.2016, 14:00
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Il Settecento ha rappresentato il trionfo del pettegolezzo anche perché ha visto la nascita dell’opinione pubblica. I giornali inglesi, in particolare, compresero subito il potenziale commerciale del gossip: «Si concentrano subito sul pettegolezzo perché scoprirono che pettegolezzo e scandali fanno impennare le vendite». Questo secolo dinamico e affascinante ha partorito generi che crediamo moderni, dall’importanza del pettegolezzo come arte, alla forza della moda e del consumismo sessuale.
Il contrasto con il pettegolezzo contemporaneo, veicolato dai social media, è netto. Se quello settecentesco, pur pericoloso, «faceva ridere e, se non altro, mostrava la raffinatezza dell’umorismo», oggi quello che si legge sui social non è certo un catalogo di puntute spiritosaggini, bensì parole «volgari e aggressive, che lasciano l’amaro in bocca». Per Sgorbati Bosi, il gossip moderno «dice cose bruttissime», perché ha perso «l’eleganza, lo spirito e soprattutto la sua dimensione artistica».

Dalla chiacchiera di cortile al Web pettegolezzo
RSI New Articles 27.03.2017, 12:49
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