Società

La controcultura oggi: da Underground a Overground

Dalle riviste dissidenti e alternative del secolo scorso, il pensiero critico è da tempo approdato sul web, tra siti, blog e podcast lontani dal mainstream

  • Oggi, 08:30
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Dennis Hopper e Jack Nicholson in Easy Rider, 1969

  • IMAGO / Cinema Publishers Collection
Di: Romano Giuffrida 

Controcultura, controinformazione: sono termini-icona di un’epoca, quella che, dall’inizio dagli anni Sessanta del secolo scorso, ha visto l’insorgenza antisistemica di molte generazioni di artisti, letterati, giornalisti e, con loro, di centinaia di migliaia di giovani che, da una parte all’altra dell’Oceano, si opponevano apertamente ai valori, alle norme e alle istituzioni della politica e della cultura dominanti. In quegli anni nacquero così centinaia e centinaia di riviste, giornali o anche semplici “fogli” che individuarono nella controcultura e nella controinformazione le chiavi per cambiare il mondo.

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Allen Ginsberg (1926-1997)

Con la controcultura e con la valorizzazione di tutto ciò che era rigettato dalla cultura mainstream, si proponevano la modificazione della coscienza e della consapevolezza delle persone («Il messaggio è: allargate l’area della coscienza!» era l’invito di Allen Ginsberg, divenuto un “credo” soprattutto nel movimento hippie); con la controinformazione invece l’obiettivo era lo svelamento di ciò che l’informazione ufficiale nascondeva o distorceva per favorire la riappropriazione del sapere e della capacità di analisi da parte delle persone. In quel momento storico, i temi prevalenti trattati in chiave contro erano la guerra nel Vietnam, l’antimilitarismo, la liberazione sessuale, l’omosessualità, le droghe, i diritti civili, le lotte operaie e il femminismo.

05:37

Allen Ginsberg, "Urlo"

RSI Cultura 24.09.2018, 19:46

Tutte tematiche che (cambiando, a piacere, solo il Vietnam con il nome di uno dei paesi coinvolti nei 56 conflitti in atto a oggi), sono ancora più che presenti nello scontro politico-culturale del presente. Ma esistono ancora controinformazione e controcultura? Se si cercano similitudini tra il presente e quel passato, la risposta non può che essere: no. I decenni che ci separano da quell’epoca hanno ovviamente cambiato il mondo e la società al punto da rendere impossibile qualsiasi paragone.

01:05

Woodstock: il festival che fece la storia del rock

RSI Info 15.08.2019, 14:42

Se invece ci si riferisce a movimenti legati a temi specifici che oggi continuano a incarnare lo spirito controculturale e controinformativo, la risposta è affermativa, a patto di tener presente che sono voci frammentate dell’infosfera e le loro espressioni si manifestano mediaticamente in maniera quasi esclusiva nel web in forma di blog, webzine, podcast e canali social e quindi non hanno una visibilità immediata. Paradossalmente, infatti, grazie al web che ha permesso la proliferazione di tantissime pubblicazioni online, la controcultura e la controinformazione oggi sono più diffuse (possono raggiungere milioni di persone in tempo reale), ma meno riconoscibili perché le molteplici voci e comunità che nascono e si sviluppano autonomamente, determinano una forte frammentazione e una minore coesione ideologica. 

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Operazione di Ad-Busting a Berlino, 2024

  • IMAGO / Markus Matzel

Di contro, Il web permette però una partecipazione attiva e una comunicazione bidirezionale nella quale gli utenti non sono più solo fruitori passivi, ma possono contribuire ad alimentare un ciclo continuo di produzione culturale alternativa. Impossibile, ovviamente, dare indicazioni di ricerca: ognuno, in base ai propri interessi, utilizzando parole chiave (controcultura e controinformazione in primo luogo) può definire le proprie “rotte” in questo overground digitale che ha sostituito l’underground del passato. A titolo puramente indicativo, si può iniziare a “navigare” verso Adbusters Media Foundation, un’organizzazione canadese senza scopo di lucro fondata nel 1989 e che si descrive come «una rete globale di artisti, attivisti, scrittori, burloni, studenti, educatori e imprenditori che vogliono far avanzare il nuovo movimento di attivisti sociali dell’era dell’informazione».

07:52

Fabbrica del Vapore: Obey, The Art of Shepard Fairey

La corrispondenza 27.08.2024, 07:05

  • IMAGO / Schöning
  • Andrea Fazioli

Nata come riflessione situazionista di critica alla società dello spettacolo, il collettivo canadese Adbusters rappresenta una delle realtà più interessanti dell’attivismo internazionale. I temi trattati sono l’ambientalismo, i diritti degli animali, l’impatto della tecnologia, la giustizia sociale, la critica ai media mainstream e alla cultura consumistica. Ma come è ovvio, siti di controinformazione simili sono innumerevoli: per tutti, a titolo di esempio, citiamo Project Censored - Independent News Sources, nel quale vengono analizzate le notizie più censurate dai media tradizionali fornendo, nel contempo, una vasta directory di fonti di notizie indipendenti e alternative negli Stati Uniti. Anche in Italia sono molti i siti che si dedicano a leggere la realtà senza filtri “accomodanti”. Un punto di partenza per conoscerli potrebbe, ad esempio, essere Il Mago di Oz.

04:08

Parla una "ribelle" di Extinction Rebellion

RSI Info 23.09.2019, 10:31

  • Nouvo

Com’è facile immaginare, poi sono numerosissimi gli spazi web dedicati all’ambiente e ai cambiamenti climatici. Oltre naturalmente a Greenpeace, storica organizzazione presente in 55 paesi, famosa a livello internazionale è Extinction Rebellion, i cui siti di informazione (lo scriviamo al plurale perché il movimento è presente in 87 paesi con una struttura decentrata in circa 989 gruppi locali), sono aggiornati quotidianamente con notizie nazionali e locali (per la Svizzera, ad esempio, opera il sito rebellion.global › groups › ch-switzerland). Analoga diffusione capillare e internazionale hanno i blog o i siti informativi delle associazioni per i diritti dei migranti, dei movimenti femministi e quelli dedicati al mondo LGBTQ+. Per non parlare degli spazi web dedicati alla musica e alle subculture giovanili (indicativo in tal senso è UNDERGROUND X).

Insomma, se un tempo le voci alternative trovavano la loro espressione quasi clandestina nell’underground, oggi le “nuove voci”, a saperle cercare, sono addirittura iper-visibili e rappresentano un work in progress in continua mutazione, capace di generare nuove forme di espressione o di protesta con una reattività impensabile nell’era pre-digitale. Influiranno? Riusciranno cioè ad affermare una cultura e un’informazione intese come strumenti di emancipazione contro il potere e il controllo che si esprimono nella società dello spettacolo? O diventeranno parte integrante di quella? Per ora, non ci sono risposte.

13:20

“Controculture. 1956-1995”

Alphaville 26.04.2024, 11:30

  • lazydog.eu
  • Cristina Artoni

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