Un punto di vista privilegiato sulla Lugano di ieri è senza dubbio quella torretta rosa nel parco del Tassino che osserva dall’alto la città e l’intero bacino lacustre, dal Monte Brè al San Salvatore. Con sguardo forse malinconico guarda quella che era villa Enderlin e più volte cambiò nome – hotel Nazionale (1890), Métropole (1891), Majestic & Métropole (1903), Majestic (1928) – per poi essere rasa al suolo e far spazio ad una modesta palazzina. Non era più la sua casa familiare, ma poteva vantarsi che quell’hotel maestoso, con centoventi posti letto e la seconda piscina della Svizzera, era diventato uno degli emblemi della «Lugano della belle époque e poi del boom turistico del dopoguerra» (Giornale del Popolo, 30.11.1978).
Cartolina dell’albergo garni Palme.
La torretta vide pure scomparire, a distanza di pochi mesi, «un’altra piccola porzione della Lugano di ieri», il garni Palme nel parco del Tassino, «quella simpatica (e un po’ romantica) meta di passeggiate» che «si stagliava in mezzo ad un gruppetto di palme e altri alberi, con tanti prati attorno»; «un luogo ameno e verdeggiante da cui si gode(va) un magnifico panorama» (GdP, 28.12.1978). Non per niente si chiamava villa Beau-Site, ancor prima casa Galli e dopo albergo Palmier-Palmengarten: una rarità – era «una delle poche costruzioni luganesi ispirate allo stile degli châlet» (Inventario svizzero di architettura, 1850-1920, vol. 6, 1991) – costruita prima del 1887 e ampliata dopo il 1898, con un altro châlet e una galleria di collegamento a vetrate.

La Pension des Palmiers a Lugano, in una cartolina illustrata del 1920-30. CART_ILL_734.
Un punto di vista privilegiato sulla Lugano di ieri è senza dubbio quella torretta rosa nel parco del Tassino che osserva dall’alto la città e l’intero bacino lacustre, dal Monte Brè al San Salvatore. Con sguardo forse malinconico guarda quella che era villa Enderlin e più volte cambiò nome – hotel Nazionale (1890), Métropole (1891), Majestic & Métropole (1903), Majestic (1928) – per poi essere rasa al suolo e far spazio ad una modesta palazzina. Non era più la sua casa familiare, ma poteva vantarsi che quell’hotel maestoso, con centoventi posti letto e la seconda piscina della Svizzera, era diventato uno degli emblemi della «Lugano della belle époque e poi del boom turistico del dopoguerra» (Giornale del Popolo, 30.11.1978). La torretta vide pure scomparire, a distanza di pochi mesi, «un’altra piccola porzione della Lugano di ieri», il garni Palme nel parco del Tassino, «quella simpatica (e un po’ romantica) meta di passeggiate» che «si stagliava in mezzo ad un gruppetto di palme e altri alberi, con tanti prati attorno»; «un luogo ameno e verdeggiante da cui si gode(va) un magnifico panorama» (GdP, 28.12.1978). Non per niente si chiamava villa Beau-Site, ancor prima casa Galli e dopo albergo Palmier-Palmengarten: una rarità – era «una delle poche costruzioni luganesi ispirate allo stile degli châlet» (Inventario svizzero di architettura, 1850-1920, vol. 6, 1991) – costruita prima del 1887 e ampliata dopo il 1898, con un altro châlet e una galleria di collegamento a vetrate.

Scorcio di Lugano in una fotografia del 1929.
Con massima nostalgia dei tempi andati, la torretta Enderlin osserva la funicolare degli Angioli: tante volte gli fu promesso che avrebbe raggiunto il suo immenso giardino a sbalzo sul lago, divenendo così più accessibile a cittadini e turisti, ai quali si voleva pure offrire «la possibilità di consumarvi rinfreschi e merende» (GdP, 27.02.1978). Oggi giace sola, normalmente chiusa al pubblico, se non per sporadici eventi: lo scorso giugno ha ospitato la mostra Verso l’altro, a cura del Collettivo SC4, che si interrogava sulla natura umana e aliena, mentre nel 2023 ha ascoltato i racconti delle persone giunte per il progetto di Ticino is Burning, in collaborazione con il FIT Festival, dedicato agli spazi per la cultura indipendente a Lugano tra gli anni ’70 e ’90. Occasioni scarsamente sfruttate, complice forsanche la distanza del parco dal centro, un tempo in parte colmata dalla funicolare (la prima e ultima corsa risalgono al 1913 e al 1987), che collegava la parte bassa e alta della città, gli alberghi del lungolago (Palace e International au Lac) e quelli della collina (Bristol e Majestic).
La “nostra” torretta non si sarà certo dimenticata che i primi progetti per il suo parco, sin dal 1971, quando il Comune acquistò il terreno, «erano alquanto ambiziosi: piscine, ristorante, collegamenti spaziali sino al lungolago mediante il prolungamento della funicolare degli Angioli, posteggi e altre infrastrutture che avrebbero reso la zona notevolmente animata» (Gazzetta ticinese, 09.01.1978). Ricorderà pure chiaramente che la commissione di quartiere di Besso cercò di dare un nuovo scopo d’esistenza alla funicolare «prolungandone il percorso fino al parco del Tassino» (GdP, 13.02.1981) e, ancora, di quando si proclamava Salvata la funicolare degli Angioli e si vagheggiava «un interessante collegamento tra l’inizio di via Nassa e il Parco del Tassino» (GdP, 18.11.1988).
La torretta Enderlin ricorderà certo con più gioia l’epoca in cui il Tassino era «re di rose», come titolava Iva Cantoreggi il suo articolo per la rubrica “Itinerari di casa nostra” (GdP, 18.07.1992): un’iniziativa di Giovanni Locher, avviata nel lontano 1977 e concretizzatasi il 20 maggio 1984 – quando «la Sezione di San Gallo» della Società amici delle rose «propone e ottiene che Lugano sia definita “Città delle rose”». Un’«azione culturale» – così la definì Josef Raff, l’allora direttore dell’isola di Mainau, in una lettera al sindaco di Lugano Ferruccio Pelli (GdP, 12.09.1984) – che prende il via dal Parco Ciani, il 3 aprile 1977. L’anno successivo è la volta del parco della torretta, dove vengono messe a dimora «ben mille piantine di rose», selezionate da Dietrich Woessner, il «padre svizzero delle rose» (Gazzetta ticinese, 30.05.1978). È proprio il Tassino, come scrive Cantoreggi, «il parco che darà alla città il privilegio di esser chiamata “Città delle rose”»: sarà infatti meta fissa di «visite specialistiche di membri di associazioni delle rose di ogni parte della Svizzera», e sarà qui che nascerà «una rosa particolarmente bella, rossa, brillante», battezzata “Ticino”, «dal rosso della bandiera».

Il debutto dell’«azione rose» a Lugano. Gazzetta ticinese, 4 aprile 1977
Il verdeggiante parco del Tassino e la rosea torretta potrebbero finalmente ritornare protagonisti, grazie al concorso di riqualifica urbanistica indetto dal Municipio, vinto – per il comparto della scalinata e della funicolare – dal progetto Belle Époque. L’intenzione è quella di far raggiungere alla funicolare non più l’Hotel Bristol ma il ponte ciclopedonale che porterà, appunto, al Tassino. In particolare, per valorizzare la vegetazione dell’ampia area verde, che è «ben curata» ma «non è notevole», verrebbe creata una rete di sentieri ondulati, che permetterebbe di accedere facilmente alle diverse collezioni di piante botaniche già esistenti e alle nuove «attrazioni vegetali»; verrebbero dunque piantate nuove varietà di magnolie, glicini e rose, mentre le palme verrebbero diradate a favore della vista dalla nuova serra. Il terrazzamento di osservazione con la torretta Enderlin verrebbe invece lasciato così com’è: «un nuovo allacciamento elettrico consentirà di offrire un servizio supplementare di piccola ristorazione (ad. es. food truck, caffè mobile) per gli utenti del belvedere e del parco giochi durante la stagione estiva».

Il progetto Belle Époque
La torretta è ancora lì, in attesa: memore delle promesse passate, ma con un pizzico di speranza che la funicolare sarà finalmente riattivata, e che il suo giardino torni ad essere ammirato come un tempo.
Breve cronistoria dell'albergo Palace
RSI Archivi 23.02.1993, 15:04