Storia ticinese

Cento anni fa Lugano era così!

Roberto Bottinelli ci racconta quanto fosse diversa la città sul Ceresio un secolo fa: i suoi luoghi più animati, le feste, le tradizioni e i personaggi famosi

  • 16 giugno, 12:01
  • 20 giugno, 15:36
03:47

Pedan da memoria

Turné 13.04.2024, 19:30

Di: Stefano Roncoroni 

Roberto Bottinelli, classe 1946, è stato professore per decenni al ginnasio e alla scuola media. È un grandissimo esperto di storia luganese. Scrive di tempi nemmeno tanto lontani, di cui però spesso ci si dimentica: per esempio, chi si ricorda che nel Ceresio si lavavano i panni, o che in piazza c’erano i materassai?

«C’era il chiosco di Celestino Scossa proprio in mezzo alla piazza, c’erano dei materassai, c’era gente che aggiustava le sedie, c’era un movimento enorme attorno a questa piazza: allora Piazza delle scuole, oggi Piazza della Posta. La Via al Forte di oggi, una tempo si chiamava Via Industria, portava a una delle principali industrie di Lugano: ce n’erano pochissime, ma il Setificio Lucchini occupava la bellezza di 200 ragazze, vicino c’era la Conceria Beretta Piccoli.»

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  • Cartolina d'epoca, Collezione Diego Luraschi

Il fatto che queste memorie siano arrivate fino a noi spesso è dovuto alle particolari passioni di personaggi luganesi, non necessariamente professori di storia. Per esempio, molto importante è la grande collezione di cartoline di Diego Luraschi, originario di Castione ma titolare di un negozio di filatelia in Via Cattedrale a Lugano: se esiste una memoria visiva di quella che era la Lugano di tanti anni fa lo dobbiamo anche a lui. Oppure ci sono gli appunti presi da Attilio Rezzonico nel vecchio ristorante di famiglia: «Rezzonico è cresciuto in Via al Forte, nel ristorante dei suoi genitori, e ha avuto l’idea di scriversi tutto, di provare a descrivere i clienti, cosa mangiavano, come si muovevano, i loro soprannomi.»

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  • Fotografia di Attilio Rezzonico, "La memoria del vecchio Luganese", Attilio Rezzonico, Edizioni del Cantonetto

Conservare e tramandare la memoria di Lugano e dei suoi dintorni, per Roberto Bottinelli è qualcosa che non c’entra nulla con il perdersi nei ricordi o nella nostalgia, è qualcosa che a che fare con ciò che verrà: «Chi non conosce quello che c’è stato prima, non può preparare nessun futuro, né il futuro come persona, né il futuro come civiltà.»

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