Prima che il Football Club Melide avesse un campo, una maglia e un nome, c’era una piazza. E in quella piazza, tra le imposte sbarrate e i rimbalzi imprevedibili, si giocava a pallapugno con la stessa intensità con cui oggi si gioca a calcio. Era il cuore ruvido e autentico di una comunità che faceva dello sport una faccenda di vicinato, di sudore e di domeniche rumorose. Raccontare la nascita del club significa riavvolgere il nastro fino a quegli anni pionieristici, tra la seconda metà degli anni ’10 e i primi anni ’20, quando il calcio non era ancora arrivato, ma lo spirito agonistico già pulsava forte tra le case del nucleo storico. Le regole erano semplici: due squadre di quattro giocatori ciascuna avevano l’obiettivo di portare la palla al di là della linea di fondo colpendola, appunto, con dei pugni. Ogni domenica pomeriggio, il gioco animava il Comune, ma non mancavano le lamentele da parte degli abitanti.
La necessità di trovare uno spazio alternativo per le competizioni si fece urgente. Ma dove? La piazza era il luogo naturale di ritrovo, e nessun altro spazio sembrava adatto. L’unica area sufficientemente ampia era occupata da grossi gelsi, alberi che non solo ombreggiavano il centro del paese, ma garantivano un utile economico al Comune grazie alla vendita dei frutti agli allevatori di bachi da seta. Quando i giovani sportivi chiesero di poterli estirpare per creare un campo da gioco, il Municipio oppose un netto rifiuto.
Ma la passione non si ferma davanti ai divieti. In una notte ventosa, alcuni ragazzi decisero di agire. Armati di seghe e determinazione, abbatterono i gelsi, trasformando il nucleo del paese in uno spazio aperto, pronto ad accogliere nuove sfide. Al mattino, la sorpresa fu grande, ma il fatto era compiuto. I resti degli alberi vennero rimossi e il campo sportivo comunale prese forma. Ciò, ovviamente, non significò che i protagonisti del gesto la fecero franca: il Municipio comminò una multa decisamente salata agli “eroici” responsabili, che venne prontamente pagata. E i gelsi, dal quel giorno, non crebbero più a Melide. Il campo sportivo era nato da un gesto di ribellione, ma sarebbe diventato un luogo di identità e aggregazione per generazioni, che resiste fieramente ancora oggi.
L'ASM nel 1935/36
Nel frattempo, in Ticino, si diffondeva una nuova passione: il football, il gioco inglese che stava conquistando i giovani. A Melide furono i ginnasiali, di ritorno dalla scuola luganese, a portare il pallone e le regole. I melidesi, già tifosi del Lugano, iniziarono a sognare una squadra tutta loro. Il campo, ancora imperfetto, fu adattato: da 60x30 metri, misura adatta alla pallapugno, si passò a 60x80, più consono al calcio.
Nel 1925, l’Associazione Sportiva Melidese (ASM) venne iscritta per la prima volta ai campionati regionali di calcio agonistico. È questa la data che segna ufficialmente la nascita della società, e che nel 2025 permette di celebrare 100 anni di storia sportiva.
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Millevoci 18.10.2021, 11:05
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Le prime maglie furono acquistate a Como, in un maglificio che offriva buoni prezzi. I colori scelti, lilla con colletto e polsini bianchi, erano quelli del Legnano, squadra allora in auge: tra 1915 e 1919, infatti, il Legnano calcio ebbe successi strepitosi in diverse competizioni regionali, che permisero alla squadra di militare, nel ‘19, in Prima Categoria. I giocatori melidesi le pagarono di tasca propria, felici di indossare una divisa che evocava successi e ambizioni.
Oggi, a un secolo di distanza, quel campo nato tra i gelsi abbattuti continua a vivere. È il simbolo di una passione che ha attraversato guerre, cambiamenti sociali, generazioni. Il Football Club Melide festeggia i suoi primi 100 anni, e lo fa con la stessa energia di quella notte ventosa, quando tutto ebbe inizio.

Una foto di squadra dell'ASM davanti alla Swissminiatur di Melide, 1980