Storia

I segreti di Casanova a Ginevra

La mostra del MAH celebra i 300 anni del famoso veneziano con oggetti, memorie e prestiti internazionali, raccontando il suo legame con la città sul Lemano e con l’Europa.

  • 29 settembre, 16:30
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Ritratto di Giacomo Casanova.

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Di: Alphaville/camel 

In occasione dei trecento anni dalla nascita dell’avventuriero veneziano Giacomo Casanova (Venezia, 1725 – Dux, Boemia, 1798), il Museo d’Arte e di Storia di Ginevra ha inaugurato il 20 settembre scorso una grande esposizione a lui dedicata: Casanova a Ginevra, un libertino da Calvino, visitabile sino al 1° febbraio 2026. D’altronde Casanova ebbe legami importanti con la Svizzera. A Lugano pubblicò la Confutazione alla Storia del Governo Veneto di Amelot de la Houssaye, per poi muoversi da Zurigo a Soletta, fino appunto a Ginevra, dove soggiornò più volte tra il 1750 e il 1762, presentandosi - come in Francia - con l’autoproclamato pseudonimo di “Chevalier de Seingalt” (Vita di Casanova, Luigi Baccolo, ed Rusconi, Milano, 1979, pag 166).

Ma Casanova superava di gran lunga l’immagine del seduttore dalle innumerevoli conquiste, che ancora oggi ne alimentano la fama in tutto il mondo. La mostra presenta infatti anche le sue anime di scrittore, abate, violinista, giocatore d’azzardo, occultista, massone, imprenditore, diplomatico o spia e instancabile viaggiatore, oltre alla sua attitudine di prolifico uomo di lettere: un veneziano che percorse l’intera Europa, frequentando tanto i salotti dell’élite quanto gli ambienti più malfamati.

E al di là dei cliché che circondano il personaggio, sono messi in luce soprattutto i legami di Casanova con Ginevra, nella quale visse alcuni episodi significativi della sua vita. La separazione dalla misteriosa Henriette ad esempio, il suo grande amore, oppure i duelli d’eloquenza con il filosofo Voltaire, in esilio nella proprietà delle Délices, senza dimenticare naturalmente le intriganti avventure galanti che smentiscono la reputazione di austerità nei confronti della Città di Calvino.

Citazioni tratte dalle sue memorie, testimonianza diretta della società e dei costumi dell’Europa illuminista, insieme a prestigiosi prestiti provenienti da Ginevra e dall’estero, accompagnano in un affascinante viaggio sulle tracce di un uomo libero, la cui storia continua ad esercitare grande fascino.

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Ritratto di Giacomo Casanova, 1788.

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Nell’ampia galleria al primo piano del museo ottocentesco sono esposti ritratti, mobili, strumenti musicali come una spinetta, armi, fucili e polvere da sparo. Tra i pezzi curiosi, una ricarica per polvere a forma di tartaruga, bottigliette di profumo in cristallo di rocca e ventagli dipinti con scene galanti.

«Le memorie di Casanova» sottolinea la curatrice Corinne Borel «sono ricche di dettagli sensoriali, rappresentando quasi un’enciclopedia del Settecento».

E oltre ai fondi settecenteschi del museo, l’allestimento raccoglie prestiti da collezioni ginevrine come quella del Jardin des Délices e la collezione Baudelaire, oltre a opere da Genova e Lisbona. In mostra anche un presunto ritratto di Casanova, attribuito a Francesco Maria Narice, e materiali provenienti dal Museo della Farmacia di Lisbona.

Ci sono però anche tre piccoli cabinet in stile settecentesco, che approfondiscono i suoi aspetti più intimi: l’incontro con Voltaire, i viaggi e il libertinaggio. Qui si trovano pagine di un quaderno giovanile del 1731, un manoscritto autografo, un dialogo tra Venere e Cupido, cere anatomiche usate nello studio delle malattie veneree e un preservativo storico.

Proprio con questo spirito, l’esposizione si conclude con un tocco ironico: profilattici moderni distribuiti ai visitatori, in confezioni rosse, che riportano citazioni dalle memorie del veneziano; d’altronde lui stesso affermò che «coltivare il piacere dei sensi è sempre stato la mia principale occupazione».

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Casanova a Ginevra

Alphaville 19.09.2025, 11:45

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  • Mario Fabio

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