Storia

Il balcone del dittatore

Tra memoria e oblio

  • 19 febbraio, 07:32
  • 19 febbraio, 10:25

Tra memoria e oblio

Laser 21.03.2024, 09:00

  • Imago Images
Di: Flavia Foradini

Vi sono luoghi che non smettono di mantenere la memoria di ciò che vi accadde. Sia che venga misconosciuta, rimaneggiata, manipolata o oscurata, essa continua a permanere. È il caso fra l’altro di molti luoghi legati al periodo nazifascista, che ancor oggi agitano gli animi e producono dibattiti.

Quando dal balcone della Neue Hofburg di Vienna, prospiciente la centralissima Piazza degli Eroi, violando i trattati di pace della Prima guerra mondiale, il 15 marzo 1938 il dittatore Hitler annunciò l’annessione dell’Austria al Reich tedesco, quel balcone non era altro che un elemento architettonico.

A distanza di oltre 80 decenni, esso continua tuttavia a sollecitare riflessioni su come poter cancellare l’eco funesta di quell’evento e dare un nuovo ruolo e un nuovo significato a quei 200 mq, che allora come ora si aprono su una magnifica vista di luoghi chiave di Vienna: i musei di Belle Arti e di Storia Naturale, la Cancelleria di stato, la Presidenza della repubblica, il parlamento, il municipio, l’università, il Burgtheater.

Come quel balcone, in Europa vi sono molti luoghi controversi e marchiati da uno stigma indelebile, e il caso viennese può essere un esempio paradigmatico della rielaborazione di memorie scomode.

Con l’aiuto di storici, di documenti sonori, di commenti di allora e di opinioni di gente comune del nostro oggi, Flavia Foradini ha ricostruito i contorni del dibattito sulla ricerca di possibili soluzioni, portato avanti con determinazione nell’ultimo quinquennio dalla Casa della Storia Austriaca, sullo sfondo di annose quanto profonde esitazioni da parte del mondo politico. Un ristagno che potrebbe essere di casa anche altrove.

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