Storia

Il mondo dei morti è un mondo vivo

Nel cimitero dei poeti a Roma

  • 14 febbraio, 08:57
  • 14 febbraio, 16:51
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Di: Alessia Rapone 

A ridosso della piramide Cestia e delle mure Aureliane a Roma, accanto alla trafficata via Ostiense e nei pressi del quartiere Testaccio, si può visitare un luogo antico in cui trovare pace. E non perché sia soltanto un cimitero, come in effetti è, ma perché tutti gli elementi fondamentali della natura sono lì in equilibrio fra loro: Terra, Acqua, Aria, Fuoco.

Parla allora di respiro l’attore Giuseppe Cederna e parla di energia l’autore Alessandro Rubinetti, entrambi frequentatori di un posto che permette di ritrovare l’altro elemento prezioso dei nostri tempi, il tempo. Quanto tempo abbiamo per trovare la nostra voce e ascoltare le altre?

Artisti fra gli artisti, sussurrano al microfono i loro percorsi di poesia e memoria. E mentre si ragiona di oggi si scopre la storia di ieri, dal 1716: conosciuto anche come cimitero protestante o “degli inglesi”, il cimitero ospita cittadini stranieri di confessione protestante o greco scismatica così come cattolici di famiglie di diversa confessione o che si sono distinti per l’impegno civile o artistico, come spiega la direttrice Yvonne Mazurek, consapevole custode di un luogo unico, dove passato e presente convivono e in cui si torna per rinnovata curiosità e necessità di sosta.

Colpisce la varietà di specie vegetali, le forme architettoniche e scultoree, le incisioni coi nomi dei più noti artisti inglesi e tedeschi, ma anche americani, scandinavi, russi, greci. Svizzeri come i pittori Salomon Corrodi e suo figlio Arnold, italiani come Carlo Emilio Gadda, Amelia Rosselli, Antonio Gramsci, Andrea Camilleri e da poco anche l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Mi dice l’uomo sotto l’olmo: «Il mondo dei morti è un mondo vivo, e se c’è una cosa che sento qui è che non devi essere amante della morte per venire in un cimitero, devi essere amante della vita».

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L’uomo sotto l’olmo

Laser 12.02.2024, 09:00

  • Courtesy: Alessia Rapone

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