Di fronte al tempo, la storia non invecchia; cambia solo il modo in cui la raccontiamo. E nel 2025 la memoria di Marignano resta viva, perché dalla disfatta militare elvetica nacque il mito della neutralità, oggi al centro di nuove sfide europee.
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Fu soprannominata anche la “Battaglia dei Giganti”: uno scontro avvenuto il 13 e 14 settembre nelle campagne di Melegnano e San Giuliano Milanese, che oppose le truppe della Confederazione elvetica, allora composta da tredici cantoni, all’esercito francese guidato da Francesco I e sostenuto dalla cavalleria veneziana. Migliaia di caduti segnarono quelle ore, trasformando Marignano in una delle battaglie più sanguinose del Rinascimento.
Il cielo di Marignano
Documentari 04.10.2015, 02:00
La Battaglia in breve
Nel settembre del 1515, di fronte all’avanzata francese in Lombardia, tra i Confederati si delinearono posizioni divergenti. I capitani di Berna, Soletta e Friburgo scelsero la via diplomatica e, l’8 settembre, sottoscrissero con Francesco I il cosiddetto trattato di Gallarate. L’accordo prevedeva la cessazione delle ostilità e un indennizzo consistente (di un milione di corone) a favore degli svizzeri. Tuttavia, questa intesa non fu accolta da tutti in modo positivo: rappresentanti di Uri, Svitto e Glarona rifiutarono la tregua e si prepararono a riprendere le armi.
Il 13 settembre, i contingenti confederati si mossero verso Marignano (oggi Melegnano), dove vennero affrontati dall’esercito francese. Nonostante la determinazione, l’esito dello scontro si rivelò tragico, e il giorno successivo l’artiglieria di Francesco I inflisse perdite devastanti ai celebri “Quadrati svizzeri”, nonostante tentarono di riconquistare terreno a più riprese. In un momento cruciale, la battaglia avrebbe potuto volgere a favore degli elvetici; tuttavia, l’arrivo di circa 12.000 uomini della Repubblica di Venezia consolidò la superiorità francese, trasformando la resistenza svizzera in una sanguinosa disfatta.
(Battaglia di Marignano, Dizionario storico della Svizzera)
Un’eredità che risuona ancora oggi
510 anni dopo, la battaglia di Marignano non è un semplice evento storico, ma un crocevia di identità tanto per la Svizzera, quanto per l’Italia. La disfatta dei Confederati svizzeri divenne infatti un mito: “dalla sconfitta la salvezza”, come sintetizza ancora il motto inciso sull’ossario a Melegnano-Zivido, evocando la trasformazione simbolica di una catastrofe, in principio di neutralità.

Al Landesmuseum di Zurigo una mostra multimediale in ricordo della Battaglia di Marignano. Orazio Martinetti ce la racconta attraverso le sue impressioni
Attualità culturale 26.03.2015, 18:40
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In occasione del cinquecentesimo anniversario, la mostra “1515 Marignano – I mercenari svizzeri e la diplomazia europea” allestita nel Museo Nazionale di Zurigo, mirò a restituire anzitutto il contesto del primo Cinquecento, soffermandosi sulle campagne militari condotte dai Confederati per il controllo di Milano e sulla tradizione del servizio mercenario, per poi esplorare la battaglia non come semplice scontro armato, ma come momento che costrinse la Confederazione a ripensare il suo ruolo nell’Europa delle potenze.
E sebbene la mostra risalga al 2015, resta fondamentale per comprendere come il racconto sia stato costruito attorno agli effetti politici: non più la vittoria o la perdita militare, ma la ridefinizione di identità nazionale e confini morali. Non a caso, il successivo ripiegamento della Svizzera e l’allontanamento dalle grandi strategie di potere, viene considerato l’inizio del suo percorso verso la neutralità.
Marignano non fu dunque salvezza perché si vinse; lo fu perché si capì che la guerra non poteva più essere l’unico modo di stare al mondo.
RG 12.30 del 13.09.15: Intervista allo storico Marino Viganò (commemorazione Marignano)
Scelti per voi 14.09.2015, 19:18
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Dalla memoria della sconfitta, alla forza della pace
Nel sud di Milano, l’ossario, la cappella votiva, il monumento “Ex clade Salus” sono ancora lì: custodi silenziosi del ricordo. E le comunità locali, le scuole, le amministrazioni nel 2015 hanno collaborare per non lasciare che questi simboli cadessero nell’oblio. Non solo restauri fisici portati avanti dalla Fondazione Pro Marignano, ma anche impegno civile per tramandare alle nuove generazioni il valore della pace e del ricordo, più che la mera rivisitazione storica di una guerra.
D’altronde, come ebbe a dire nel 2015 l’allora presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga: «La “battaglia dei giganti” è diventata un mito – almeno per noi Svizzeri. Ma [...] la storia non si limita a fatti e date, la storia è anche il presente. La sua importanza risulta dal modo in cui ce ne ricordiamo, poiché guardando al passato ci accertiamo di quello che siamo, e di quello che vogliamo essere.»
Marignano
RSI New Articles 05.03.2015, 21:29
E oggi il ricordo di questa disfatta serve ancora a riflettere sulla memoria condivisa in un’Europa che ridisegna confini, alleanze, equilibri. Serve alle scuole, che si interrogano su cosa, e come, insegnare: battaglie come queste non sono dominanti nei curricula, ma restano pietre miliari per comprendere la politica, la religione, l’identità. E poi serve alla Svizzera stessa che, pur mantenendo la neutralità come tratto distintivo, si trova davanti a sfide globali che la rendono meno “isolata” nelle decisioni internazionali, e che la spingono a ridefinire cosa significhi neutralità oggi.
Marignano resta dunque un simbolo potente: non per la sconfitta, ma per ciò che essa fece nascere. È un racconto di perdita e redenzione, ma soprattutto di continua rilettura: perché ogni epoca che guarda lontano vede in quel 1515 qualcosa che parla al presente.
Marignano, 500 anni dalla battaglia dei giganti, Millevoci 17.09.2015
Millevoci 17.09.2015, 16:39
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