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Dentro la tavoletta di cioccolato: il lavoro minorile non si nasconde solo nel cacao

Cosa c’è davvero nella nostra tavoletta preferita? Un’indagine sui rischi nascosti della filiera

  • Ieri, 11:30
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Di: Anand Chandrasekhar/EB 

Quando pensiamo al cioccolato e al lavoro minorile, la mente corre subito alle piantagioni di cacao. È un problema noto e attentamente monitorato. Ma la verità è più complessa e si nasconde anche in altri ingredienti che rendono il nostro cioccolato così delizioso: zucchero, nocciole, vaniglia.

Buone e cattive notizie dal fronte globale

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e l’Unicef hanno da poco pubblicato il loro rapporto quadriennale, e le notizie sono contrastanti. Da un lato, il numero di bambini costretti a lavorare nel mondo è sceso da 160 milioni nel 2020 a 137,6 milioni nel 2024. Un passo avanti importante.

Dall’altro, però, il settore più problematico resta l’agricoltura, dove si concentra il 61% dei casi. L’area geografica più colpita è l’Africa subsahariana. Questo dato è cruciale per l’industria del cioccolato, che importa circa il 75% del suo cacao proprio dall’Africa occidentale.

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Alphaville 18.02.2025, 11:45

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  • Cristina Artoni

Il cacao sotto la lente d’ingrandimento

Non è un segreto che il cacao sia un ingrediente ad alto rischio. Una recente analisi della società di consulenza Morningstar Sustainalytics ha rivelato che, tra il 2014 e il 2024, il 27% degli incidenti legati ai diritti umani nelle filiere alimentari riguardava proprio il lavoro minorile nelle piantagioni di cacao. Nel mirino sono finiti anche colossi con sede in Svizzera come Nestlé, Lindt & Sprüngli e Barry Callebaut.

Le aziende ne sono consapevoli e stanno investendo molto per ripulire la loro catena di approvvigionamento. Nestlé, ad esempio, ha promesso di investire un totale di 1,3 miliardi di franchi entro il 2030 per un cacao più sostenibile.

Ma il cacao è solo la punta dell’iceberg: «Gli sforzi sul cacao sono notevoli e benvenuti, ma non bastano», avverte Eleanor Harry, CEO di HACE, una società di consulenza sulla sostenibilità. «Le filiere di questi prodotti sono molto più lunghe e complesse».

Il problema, infatti, si estende ad altri ingredienti fondamentali. «Troviamo regolarmente prove di lavoro minorile nella produzione di canna da zucchero, nocciole, vaniglia e persino in alcuni prodotti lattiero-caseari che finiscono nelle tavolette di cioccolato», sottolinea Harry.

Un esempio concreto: le nocciole in Turchia

I produttori svizzeri stanno iniziando a guardare oltre il cacao. Nestlé e Lindt & Sprüngli, ad esempio, hanno identificato un rischio concreto per le nocciole provenienti dalla Turchia. La raccolta avviene durante le vacanze scolastiche e i figli dei lavoratori stagionali, spesso migranti, seguono i genitori nei campi, con il rischio di essere coinvolti in lavori pesanti e pericolosi.

Per contrastare il fenomeno, le due aziende stanno collaborando con i fornitori locali per creare corsi estivi e attività educative per tenere i bambini lontani dai campi.

02:20

TopSuisse alla Camille Bloch a Courtelary

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  • Marco Bitorni

Dalle soluzioni tampone a un controllo totale

Secondo Eleanor Harry, queste iniziative, pur essendo positive, sono spesso interventi “spot”, non risolutivi.

Manca un monitoraggio a lungo termine su queste filiere ‘nascoste’. Questo non solo permette che lo sfruttamento dei bambini continui, ma espone le aziende a gravi danni di reputazione e a problemi operativi

La sfida ora è applicare a tutte le materie prime gli stessi standard di controllo già usati per il cacao. Le aziende si stanno muovendo:

  • Lindt & Sprüngli ha stilato una lista di 12 materie prime (tra cui cacao, nocciole, zucchero, vaniglia e olio di palma) da rendere completamente tracciabili entro il 2025.

  • Nestlé punta a fare lo stesso con 14 ingredienti entro il 2030. La strada, però, è ancora lunga: a oggi, solo il 44,5% di questi ingredienti è considerato “approvvigionato in modo responsabile”.

La conclusione di Eleanor Harry è un appello alla trasparenza totale: «Per avere filiere davvero etiche e sostenibili, è fondamentale controllare tutti gli ingredienti, non solo quelli già sotto i riflettori».

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