Ambiente e consumi

Una spesa sostenibile a casa nostra è possibile

Acquistare in modo sostenibile non è ancora pratica comune? Vediamo di semplificare le cose

  • 14 febbraio, 12:30
mercato frutta e verdura
  • Tipress
Di: Jenna Mattich

Negozietti alla spina, botteghe specializzate, comunità a sostegno dell’agricoltura, gruppi di acquisto solidale e mercati contadini sono solo alcune delle possibili alternative in Ticino per accedere a cibo di qualità, sostenibile, locale e gustoso e contrastare gli effetti negativi della grande distribuzione e dell’agricoltura intensiva sul cambiamento climatico.
Fare la spesa e seguire una dieta sostenibile in Ticino è possibile ed è alla portata di tutti: insieme ad alcuni protagonisti di questa filiera, tra produttori ed esercenti, vi accompagniamo a scoprire le numerose possibilità sul nostro territorio.

Ordinare un cappuccino al bar, scegliere una bowl per pranzo, fare la spesa, organizzare la dispensa e preparare la cena, sono solo alcune delle molte attività quotidiane che ruotano attorno al cibo e alla maniera in cui scegliamo di alimentarci; ma quanto pesano le nostre scelte sulla salute ambientale?
La filiera alimentare, in cui tutti siamo coinvolti, è responsabile di un terzo delle emissioni totali di gas serra. Inoltre, allevamento, pesca e agricoltura provocano forti pressioni e danni agli ecosistemi consumando e sfruttando irrevocabilmente risorse naturali. Scegliere cosa mangiare, dove e come acquistare il cibo, dunque, possono essere azioni quotidiane fondamentali per la protezione degli ecosistemi, soprattutto se ci si organizza la dispensa in un’ottica green e minimalista. Oltre a migliorare il benessere generale sul lungo periodo, questo approccio può portare benefici anche nel nostro piccolo, in termini di risparmio di tempo e denaro.

La sostenibilità si basa sul buon senso e non tollera né pigrizia né indifferenza; con un po’ di organizzazione, ricerca, curiosità, però, può anche diventare una pratica semplice e soprattutto strategica per il bene del territorio. 

Fare una spesa sostenibile è un “lusso” per pochi?

Fare una spesa sostenibile potrebbe per molti apparire una follia: una corsa contro il tempo, un assalto al borsellino e un affronto motivazionale in una società sempre più veloce e preoccupata. Ma è davvero così?
Di sicuro è una pratica che richiede un equilibrio tra diversi aspetti, dove la soluzione migliore non è sempre perfetta ma quella più adatta alle proprie circostanze. In tal senso è chiaro che la spesa sostenibile è correlata al potere di acquisto e alle circostanze particolari personali, e deve necessariamente essere commisurata caso per caso. Una cosa è certa: la sostenibilità si basa sul buon senso e non tollera né pigrizia né indifferenza; ma con un po’ di organizzazione, ricerca, curiosità, può anche diventare una pratica semplice e soprattutto strategica per il bene del territorio.

Per iniziare ad acquistare in maniera consapevole e sostenibile bisogna crederci, essere organizzati e non farsi spaventare dal prezzo, motivo per il quale molta gente si lascia intimidire e rinuncia a questo tipo di acquisto

Simona Corecco, esercente

Zeno Boila, co-fondatore e coordinatore della Cooperativa Seminterra di Gudo, ci spiega che la sostenibilità è uno sguardo a trecentosessanta gradi, che considera contemporaneamente ambiente, economia ed etica. «La sostenibilità ambientale si attua quando la biodiversità viene protetta e conservata; i processi produttivi sono ridotti al minimo, e le risorse vengono impiegate efficientemente in un quadro che promuove la circolarità. Infine, gli interessi ambientali vengono soppesati dalla effettiva sostenibilità economica del produttore e del consumatore, aspetti, questi, etici».

Come fare una spesa sostenibile: le cinque regole d’oro

Scopriamo le cinque regole d’oro per scegliere prodotti alimentari sostenibili, ricordando di promuovere la sostenibilità in ogni sua fase, dalla pianificazione dei pasti allo smaltimento.

  • Innanzitutto, preferire prodotti locali, provenienti da una filiera corta, evitando prodotti esteri, fuori stagione e trasportati via aereo.

  • In generale, un cibo vegetale avrà quasi sempre un impatto inferiore a qualsiasi altro prodotto di origine animale, quindi, nel dubbio, è auspicabile optare per legumi, cereali, ortaggi, semi e frutta a guscio e limitare il consumo di prodotti di origine animale.

  • Ormai si sa, quando è di stagione è più buono, saporito, aromatico, sostenibile e spesso più economico. Quell’aroma inebriante e quel sapore inconfondibile dei pomodori ad agosto appena colti sotto il sole? La dolcezza della more di gelso sugli alberi? Non ci sono paragoni.

  • Al supermercato l’etichetta gioca un ruolo fondamentale per scoprire il tipo di sistema produttivo e quindi verificare marchi e certificazioni. Come spiega Zeno Boila, il “biologico” garantisce una produzione priva di fertilizzanti e pesticidi chimici e una serie di pratiche ecologiche; «I marchi, però, non sono tutti uguali e la legislazione non è uniforme: alcuni hanno standard più elevati, come nel caso del bio svizzero rispetto a quello europeo».

Il WWF ha creato una guida molto semplice per capire quali marchi hanno più o meno garanzie. È una tabella semplificata, ma può essere utile a chi si vuole avvicinare a piccoli passi all’abitudine di fare spesa consapevolmente.

  • Infine, bisogna optare, dove possibile, per l’acquisto di prodotti sfusi, privi di imballaggi, portando da casa borse e contenitori. In generale è meglio evitare imballaggi inutili, non riciclabili e provenienti da risorse non rinnovabili.

Spesa sostenibile: dove e come a casa nostra

Il supermercato

Il luogo più comune - e comodo per i più - dove fare la spesa è il supermercato, dove il rapporto tra produttore e consumatore viene interrotto, è quindi l’etichetta a giocare un ruolo fondamentale: l’unico strumento che permette al consumatore di selezionare il prodotto migliore dal punto di vista ambientale, etico e salutistico.
Il supermercato, però, benché sia comodo, non dovrebbe sempre essere il luogo da preferire e il perché ce lo hanno spiegato Simona Corecco e Davide Bergamititolari di Bio sfuso itinerante, che dopo anni di lavoro nella grande distribuzione, hanno deciso di aprire una piccola bottega/bistrot di prodotti biologici, molti dei quali sfusi, a Lugano. Come ricorda Davide: «Al supermercato si perde la percezione del valore e costo reale del cibo, oltre al contatto umano».

Negozietti sfusi e/o biologici, botteghe equosolidali

In Ticino ci sono diverse alternative al supermercato per acquistare prodotti più sostenibili in un contesto “familiare”.
Queste botteghe possono differire leggermente l’una dall’altra, ma in generale offrono una selezione di prodotti alimentari biologici e specializzati (vegani, senza glutine, esotici, equosolidali) confezionati e/o sfusi, ortaggi biologici (possibilmente locali e di stagione), prodotti da forno, per il corpo e per la casa e altre chicche come erboristeria, spezieria, cibi per animali e bambini. Quasi ognuna di queste botteghe esprime il credo e i valori di chi la gestisce, diventando luoghi di scambio, in cui potersi informare, imparare e lasciarsi ispirare.

Il negozio sfuso, conosciuto anche come “alla spina”, completamente privo di imballaggi, confezionamenti e pubblicità, permette di acquistare prodotti nella versione integrale, cosiddetta “nuda e cruda”.
Ciò implica doversi inevitabilmente recarsi in negozio con i propri imballaggi e assicurarsi che siano ben chiusi sulla via di casa!

Purtroppo, in Ticino la cultura e l’abitudine di fare la spesa in bottega e nei negozietti è andata persa ed è difficile per molti cambiare, anche se ciò permetterebbe di ottenere diversi vantaggi e benefici

Simona Corecco, esercente

Simona Corecco ci racconta che avere un negozio con molti prodotti alimentari sfusi - tra cui farine, cereali, legumi e semi - è un impegno che richiede molta attenzione nello stoccaggio e nella manutenzione da parte dell’esercente: «Per il consumatore acquistare prodotti sfusi e biologici ha molti vantaggi, quali la garanzia della qualità dei prodotti certificati (quando possibile locali e svizzeri); la possibilità di scegliere la quantità esatta necessaria, magari per la realizzazione di una data ricetta, evitando così lo spreco alimentare; e ridurre lo smaltimento di imballaggi. Però, per iniziare ad acquistare in questa maniera bisogna crederci, essere organizzati e non farsi spaventare dal prezzo, motivo per il quale - prosegue Simona - molta gente si lascia intimidire e rinuncia a questo tipo di acquisto».

Negozi di paese

Falò 26.01.2024, 09:50

La cassetta degli ortaggi

Sul territorio, diverse realtà, tra aziende, associazioni o cooperative, offrono l’opportunità a privati o soci di acquistare o ricevere una cassetta di ortaggi con scadenza regolare e non. Queste cassette possono variare in dimensioni e quantità e contengono ortaggi locali, stagionali, biologici certificati o che seguono i suoi principi.

In questo caso, si acquista la tipologia di cassetta desiderata dove aver inviato l’ordine. Successivamente si ritira presso un luogo prestabilito. Questa formula non implica nessun coinvolgimento del consumatore nelle fasi produttive e permette una totale flessibilità nella cadenza con la quale si vogliono fare gli ordini (anche online).

In Ticino esistono attualmente due realtà nelle quali il ricevimento della cassetta settimanale non implica un vero e proprio acquisto, ma una quota annuale associativa che integra sia il diritto al ricevimento della cassetta, che contemporaneamente all’obbligo di un coinvolgimento attivo nei campi. La cassetta ha una cadenza settimanale, eccetto in inverno, e può essere ritirata nel punto di ritiro prescelto e/o in campo nei giorni prestabiliti.

Marco Soldati, vicepresidente della CSA Germoglio a Breganzona - un progetto di orto condiviso basato sui principi ecologici senza scopo di lucro, idea nata nel 2020 e concretizzatasi nel 2022, oggi conta una trentina di soci, di cui una ventina con la formula cassetta/giornate di lavoro: «I soci sono giovani, coppie, anziani, single e famiglie con bambini, un pubblico diversificato e affiatato, che si riunisce sui campi per condividere il piacere di stare insieme, di coltivare il proprio cibo sano e nutriente, seguendo i ritmi della natura.». Marco racconta che molti soci, per affrontare la difficoltà del prezzo e/o l’impegno sui campi, dividono il contratto; una soluzione, questa, che evita anche un eventuale spreco.
Se la modalità vi incuriosisce, potete andare a trovarli sui campi a Breganzona per l’ annuale festa di primavera e farvi coinvolgere nel progetto.

Si crea una comunità, un motivo per stare insieme, imparare, scambiare informazioni, conoscere nuovi ingredienti, ricette e tecniche agricole, che crea un’ulteriore valore aggiunto agli ortaggi coltivati. La gente è contenta e lo testimoniano le ri-conferme di quasi tutti i contratti dell’anno scorso.

Marco Soldati, vicepresidente della CSA Germoglio

I GAS: Gruppi di Acquisto Solidale

I GAS - gruppi di acquisto solidale - sono gruppi di persone che si organizzano per acquistare prodotti alimentari nella zona in cui vivono. Al gruppo costituito si possono aggiungere, di volta in volta, altre persone. A scadenze programmate, il gruppo effettua l’ordine scegliendo da un listino i prodotti reperibili in quel momento. Successivamente, la spesa giunge nei punti di raccolta predisposti e nei giorni stabiliti.
In Ticino esiste da molti anni Conprobio, con oltre 200 gruppi sparsi su tutto il territorio, che permette di acquistare all’interno del proprio gas, molti prodotti biologici a un buon prezzo.
Se non dovesse esistere un gruppo vicino a voi, potete costituirne un nuovo in qualsiasi momento.

I mercati contadini e l’acquisto diretto in azienda

Un’antica alternativa, pratica che in Ticino è andata quasi del tutto persa, è recarsi al mercato contadino e dei produttori locali per comprare le leccornie del territorio. In Ticino ci sono mercati attivi ricchi di prodotti locali e ortaggi a km 0: informatevi sui siti delle vostre città per conoscere i giorni e i luoghi del mercato.

mercato Lugano frutta e verdura

Lugano: mercatino in Piazza Riforma.

  • ©Ti-Press / Tatiana Scolari

Alcune aziende agricole prevedono la vendita diretta dei prodotti agricoli ai consumatori attraverso frigo, self service, mercati o su accordo: una buona occasione per acquistare prodotti locali, sostenere la propria economia e trascorrere qualche ora in fattoria con la famiglia.

Online

Negli ultimi anni sono nati diversi e-commerce, ticinesi e svizzeri, che permettono a chiunque di accedere a moltissimi prodotti freschi, stagionali, biologici e locali, comodamente da casa.

Fonti:

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