Salute

Microbiota intestinale e prebiotici

Perché sono importanti i prebiotici, dove trovarli e consigli pratici

  • 26 maggio, 11:30
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Di: Monica Bossi, medico specialista in medicina interna generale, esperta di medicina funzionale

Immaginate il sistema digestivo come un laboratorio, composto da stanze diverse in ognuna delle quali lavorano operatori, ognuno con diversi compiti specifici. I lavoratori sono i nostri microbi. Per essere operativi, questi lavoratori devono avere le condizioni ottimali per svolgere i propri compiti e le caratteristiche strutturali adeguate; queste, fuori da metafora, sono rappresentate da:

  • un corretto pH;

  • un’adeguata produzione di muco;

  • un adeguato supporto enzimatico;

  • integrità di mucosa;

  • integrità di funzione specifica di ogni “stanza” (per lo stomaco, digerire le proteine; per l’intestino, assorbire la maggior parte dei nutrienti; per il colon, produrre ed eliminare i prodotti di scarto).

Quali farmaci possono alterare il microbiota intestinale e come ripristinarlo

Ogni funzione specifica dell’organismo deve essere preservata per prevenire disfunzioni temporanee o l’insorgenza di malattie croniche. Per questo motivo, ogni volta che si interviene con farmaci per affrontare disturbi temporanei o si seguono terapie mediche prescritte, è fondamentale, al termine del trattamento, ristabilire l’equilibrio fisiologico di base.

  1. Uso cronico di farmaci antiacidi.
    Una volta risolto il problema alla radice — come l’eventuale iperacidità — e non solo il sintomo, è importante favorire un’alimentazione che contribuisca, sia direttamente che attraverso l’equilibrio del microbiota intestinale, a mantenere un pH corretto, stabile e non eccessivamente basico, in particolare nell’intestino e nel colon. Parallelamente, è essenziale garantire un adeguato tempo di svuotamento gastrico: un rallentamento può compromettere la digestione, favorire iperacidità e reflusso gastroesofageo, predisporre a disbiosi come la sovracrescita batterica intestinale (SIBO) e, a lungo termine, rallentare il metabolismo basale, aumentando la tendenza ad accumulare peso.

  2. Uso periodico di antibiotici.
    Il microbiota intestinale rappresenta una complessa biodiversità composta da batteri benefici (coinvolti nell’assorbimento di nutrienti, nella produzione di vitamine e nella sintesi di sostanze che influenzano l’umore), ma anche da parassiti e microrganismi potenzialmente patogeni (responsabili di infezioni urinarie, polmoniti, meningiti, etc.). Quando si ricorre agli antibiotici, si assiste a un abbattimento indiscriminato di questa comunità microbica. È quindi fondamentale ripristinare l’equilibrio dell’intero ecosistema intestinale, altrimenti il rischio di recidive infettive diventa molto elevato.

Probiotici e prebiotici: come ripristinare il microbiota intestinale

È fondamentale scegliere con attenzione tra probiotici e prebiotici, a seconda delle esigenze individuali.
I probiotici, ovvero fermenti lattici vivi e lieviti specifici, possono essere paragonati agli “operai giusti” da inviare nella “stanza giusta”: per esempio, i Bifidobatteri, i Lattobacilli e il Saccharomyces boulardii sono microrganismi mirati che svolgono un ruolo ben definito nel mantenimento dell’equilibrio intestinale.

Mi soffermo ora sui prebiotici: si tratta di sostanze non digeribili dall’organismo umano, ma capaci di stimolare selettivamente la crescita e l’attività dei batteri benefici, come Bifidobatteri e Lattobacilli.
Il loro contributo è prezioso per il benessere del sistema immunitario, del metabolismo e persino della salute mentale.
L’impiego dei prebiotici risulta particolarmente utile quando non è chiaro il tipo di disbiosi presente — ovvero quando regna un’“anarchia tra gli operai” — oppure quando non si è certi di come, quando e quali probiotici utilizzare in modo efficace.

I prebiotici sono elementi fondamentali per il mantenimento dell’equilibrio del microbiota intestinale, poiché ne rappresentano la principale fonte di nutrimento. Grazie alla loro fermentazione da parte dei batteri intestinali, si attivano numerosi processi benefici per la salute dell’organismo umano.

I prebiotici sono principalmente fibre idrosolubili, come i polisaccaridi non amidacei, i beta-glucani e, in particolare, gli oligosaccaridi. Tra questi, i più studiati sono l’inulina e i frutto-oligosaccaridi (FOS).

Prebiotico: cosa sono e in che cibi trovarli

Affinché una sostanza possa essere definita prebiotico, deve soddisfare due criteri principali:

  • Resistere alla digestione nel tratto gastrointestinale, arrivando intatta fino all’intestino;

  • Produrre effetti positivi, a livello locale (luminale) o sistemico, per la salute umana.

Durante la fermentazione da parte del microbiota, i prebiotici contribuiscono a:

  1. Favorire lo sviluppo di una flora batterica simbionte, come Bifidobatteri e Lattobacilli, migliorando così la salute dell’ecosistema intestinale.

  2. Eliminare sostanze potenzialmente tossiche, come ammoniaca, nitrosammine e acidi biliari secondari in eccesso, che l’organismo produce autonomamente.

  3. Produrre acidi grassi a catena corta (SCFA) — come acido butirrico, propionico e lattico — con molteplici effetti benefici:

  • supporto al metabolismo (riduzione della resistenza insulinica, dell’ipercolesterolemia e prevenzione del diabete);

  • azione antinfiammatoria e antiossidante;

  • protezione della mucosa intestinale, del colon e del fegato;

  • miglioramento dell’assorbimento di vitamine e minerali essenziali.

Prebiotici: dove trovarli e consigli pratici

1. Gli alimenti più ricchi in prebiotici sono quelli contenenti l’inulina

- Verdure: carciofo, cipolla cruda, cicoria, porri, aglio, asparagi, tarassaco
- Frutta: banane, mele (ricche in pectina)
- Cereali ricchi in fibre (anche insolubili): grano saraceno, segale, o i cereali integrali
- Legumi
- Frutta secca come mandorle e noci.

Non esagerare nella quantità di fibre diurne (max 20-35 g/die).

2. I trucchi per evitare un eccesso di fermentazione o riduzione di assorbimento di minerali

- Evita di assumere cereali integrali assieme ad una porzione di verdure (piuttosto condisci con le proteine del pesce, delle uova o dei formaggi o usa semplicemente olio di oliva e spezie, lasciando una porzione di verdure più grande per un altro pasto).
- Non associare nello stesso pasto verdure ricche di per sé in fibre: porro, zucca, cavoli e verza. Queste andranno assunte preferibilmente una alla volta.
- Non associare verdure e alimenti amidacei come patate, ceci, o carboidrati bianchi lievitati come il pane: piuttosto condisci o associa le verdure a proteine grasse come i formaggi, le uova, la carne, il pesce.
- Tagliuzza finemente la verdura di accompagnamento al pasto.

Esempi di pasti equilibrati in prebiotici

1) Polpettine di carciofi e carne macinata: carciofi sbollentati, carne di vitello o manzo, pane raffermo, un uovo o un cucchiaio di semi di Chia o lino polverizzati finemente, insaporito con aglio e prezzemolo, cucinate al forno. Da usare da sole come unico piatto, con o senza vinaigrette, o paté di olive fatta in casa.

2) Filetto di branzino in crosta di pane raffermo e carciofo fritto.
La frittura deve essere giusta: olio evo, immersione completa, mantenimento sotto il punto di fumo.

3) Bruschette di pane raffermo, cicoria ripassata in aglio e peperoncino, pecorino stagionato.

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  • Isabella Visetti e Neva Petralli

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