Ambiente e sostenibilità

Permacultura in Svizzera: Da Praz Bonjour a Seminterra

Il documentario svizzero “Le goût de choses” racconta un progetto agroecologico vaudese e pensa a un futuro per l’agricoltura

  • Ieri, 11:30
Un momento della raccolta tra la coltivazione dell'associazione Seminterra.

Un momento della raccolta tra la coltivazione dell'associazione Seminterra.

  • © Ti-Press / Samuel Golay
Di: Emma Berger 

Il 17 settembre è uscito il documentario svizzero “Le goût de choses”, del regista Alain Wirth, che ha seguito per un anno Pierre Gilles Sthioul e Antoine Meier, due quarantenni che hanno deciso di ripartire da zero per fondare Praz Bonjour, un’azienda agricola di stampo permaculturale, sul Lago Lemano a Blonay.
Wirth ha raccontato ai microfoni della RTS, per la trasmissione Vertigo, che ha deciso di dedicare un documentario al loro progetto dopo averli visitati per girare un breve video. Poi si è innamorato del posto e meravigliato dalla potenza del lavoro che c’era dietro l’azienda.

Racconta che i due hanno avuto una presa di coscienza quando sono diventati padri, poiché hanno sentito la necessità di fare qualcosa di concreto; dare un buon esempio alle loro figlie e andare oltre alle “grandi teorie”.

Penso che siano il sintomo di persone che cercano un senso alla loro vita. Non sono lì per salvare il mondo, ma per fare qualcosa che abbia senso e di cui siano orgogliosi di proporre alle loro figlie.

A Praz Bonjour si fa permacultura come da Seminterra

Praz Bonjour è nato nel 2021, con l’intento di creare un sistema di produzione il meno invasivo possibile: i due fondatori hanno trasformato due ettari e mezzo di terreno in un “orticoltura selvaggia”, cercando quindi di produrre ortaggi senza stravolgere il paesaggio e integrandosi il più possibile con la natura.

Il loro è un modo di fare agricoltura in linea con i principi della permacultura, un sistema che vuole creare insediamenti umani sostenibili, basati sul rispetto e sull’osservazione della natura e dei suoi ecosistemi. È un metodo che prende in considerazione tutti gli organismi e risorse presenti, che siano animali, piante, insetti, acqua, suolo, e che cerca di seguire il loro ciclo piuttosto che lavorarci contro.  
Non utilizzano prodotti fitosanitari e integrano i principi di agro forestazione (includendo alberi e arbusti), e non comprano semi ibridi dall’industria, ma li riproducono a partire dalle loro piante, mantenendo il controllo sull’intero processo, dalla semina al raccolto.

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  • Antonio Bolzani

Una delle realtà agricole presenti in Ticino simili a Praz Bonjour è Seminterra, la cooperativa agricola sul Piano di Magadino che condivide la stessa filosofia. Zeno Boila, agricoltore da Seminterra, racconta che «Oltre a produrre in armonia con la natura, ci accumuna l’attenzione alla qualità del prodotto: preferiamo produrre meno ma avere ortaggi superiori dal punto di vista organolettico e nutritivo».

Evitare i mezzi meccanici: una scelta consapevole

Entrambi non fanno affidamento ai mezzi meccanici: dal film emerge bene questo aspetto, soprattutto in contrasto ai massicci lavori che stanno avvenendo sulla strada accanto ai loro campi. Si nota infatti la contrapposizione del loro silenzio rispetto al rumore assordante delle ruspe e dei motori a fianco.

In realtà il fatto di avere questi lavori è stata una grande opportunità per il film: ha aggiunto un po’ di conflitto alla storia e ha impedito l’idea che vivessero in un mondo autarchico isolato. Si sono scontrati con la realtà.

Alain Wirth

Contrasti che si vivono anche da Seminterra: un esempio è quello che ricorda Boila quando, una delle prime estati, aveva piovuto poco e non disponevano ancora un impianto di irrigazione fisso. «Da una parte c’eravamo noi, che irrigavamo a mano le singole piante. Dall’altra, spruzzi enormi irrigavano tutti i campi affianco ai nostri, coprendo tutto il terreno».

Quella di rinunciare quasi completamente alla meccanizzazione è una scelta che riflette la volontà di mantenere un sistema di produzione il più semplice e circolare possibile, quindi senza input esterni come combustibili fossili.
Ma ci sono anche conseguenze concrete, come afferma Zeno: «L’aratura con il trattore espone parti del suolo che dovrebbero rimanere protette dal sole e dal vento. Inoltre, il passaggio del trattore compatta il terreno, riducendo la sua capacità di trattenere l’acqua. Ora che le piogge sono meno frequenti ma più violente, si nota come le parti in cui è passato il trattore si allagano molto più facilmente».

Ripensare l’agricoltura

Il documentario ricorda quindi che lavorare la terra non è solo romantico, ma anche faticoso e sfidante, specialmente quando si è deciso di evitare le macchine e quindi impiegare più sforzo umano.
Ma come sottolinea Alain Wirth, non sono queste difficoltà ad ostacolarli; anzi, sulla bilancia pesano di più la soddisfazione di coltivare la propria terra, occuparsi dell’intero processo e coltivare verdure gustose”, coerenti e rispettose del paesaggio che abitano.

Non è perché sono contadini che soffrono il martirio o si flagellano. No, loro sono felicissimi. Si dicono: “Ah, bene, potremmo usare un cavallo, potremmo creare una serra mobile”. C’è un lato quasi artistico in quello che fanno.

Alain Wirth

Il documentario evidenzia le sfide affrontate dagli agricoltori nel sostenersi economicamente attraverso i pagamenti diretti. Seminterra, tuttavia, si distingue in questo aspetto: essendo costituita come cooperativa, non è idonea a ricevere questo sistema di sussidi previsti dalla politica agricola svizzera.

Loro sono infatti una Comunità supportata dall’agricoltura (CSA), un modello che si basa sulla sottoscrizione di un abbonamento annuale per ricevere cassette settimanali di ortaggi di stagione. È un sistema che ridefinisce il rapporto tra produttori e consumatori: i soci condividono rischi e benefici della produzione agricola, contribuendo con giornate di lavoro sui campi. Pur non avendo la garanzia di prodotti specifici come in un supermercato, chi paga l’abbonamento gode della soddisfazione di partecipare attivamente alla coltivazione del proprio cibo, promuovendo un’agricoltura sostenibile e una connessione diretta con la terra.

Il Germoglio è l’altra CSA in Ticino, e si trova a Breganzona.

In questo caso è quindi centrale l’aspetto collettivo e sociale, che emerge in modo minore per il progetto di Praz Bonjour. Ed è proprio questo un elemento irrinunciabile per Zeno quando pensa a un futuro ideale per l’agricoltura: «Oltre all’attenzione per la biodiversità, è fondamentale per me il coinvolgimento delle consumatrici e consumatori. Se vogliamo cambiare il sistema alimentare, non si può non pensare alla dimensione cooperativa».

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