Salute

Noci per l’innovazione: l’investimento dell’IPI

L’Istituto federale della proprietà intellettuale investe 50’000 franchi in frutta secca per potenziare le prestazioni mentali dei dipendenti. Omega-3 e vitamine B per cervelli più efficienti

  • Ieri, 16:30
Frutta secca
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Di: Tobias Gasser, SRF / Adattamento A.T 

Come stimola l’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale (IPI) la capacità intellettuale dei suoi circa 300 dipendenti? Mettendo a loro disposizione un mix di mandorle, anacardi, nocciole e altre noci, per un costo di 50’000 franchi in otto anni. Un conto non così salato...

L’IPI è responsabile della sorveglianza di brevetti, marchi e design. Contrasta la contraffazione, la copia e la pirateria. L’istituto garantisce inoltre il rispetto della denominazione di origine “Svizzera”.
Collegato al Dipartimento di Giustizia e Polizia, questo “Ufficio federale dei brevetti” non è più un ente in senso stretto, bensì un ente di diritto pubblico della Confederazione.

Giuristi nutriti con il “mix dell’escursionista”

In altre parole, l’IPI tratta ogni giorno molta materia grigia. I dirigenti dell’IPI hanno quindi pensato che fosse necessario mantenere i cervelli ben oliati, come, un tempo, quello di Albert Einstein. Il fisico e premio Nobel ha infatti lavorato all’IPI come esperto tecnico dal 1902 al 1909, quando l’istituto si chiamava ancora “Ufficio federale della proprietà industriale”.
La soluzione: il famoso “studentenfutter”, in questo caso il mix di noci e frutta secca ben noto agli escursionisti elvetici.
Le ricerche in nutrizione mostrano infatti che questi frutti oleosi, ricchi di Omega-3 e vitamine B, possono avere un effetto positivo sulle prestazioni mentali. Nel linguaggio moderno, questo viene chiamato “brainfood” (letteralmente “cibo per il cervello”), ovvero alimenti che si suppone migliorino il funzionamento del cervello e potenzino le prestazioni intellettuali.

Salute al prezzo di 40 centesimi a persona a settimana

Questo “doping” dei collaboratori è stato rivelato da un rapporto di audit sugli acquisti dell’IPI pubblicato il mese scorso dal Controllo federale delle finanze (CDF). In questo documento si apprende che l’istituto ha effettuato un “ordine quadro di noci” per un importo totale di 52’500 franchi, distribuito su otto anni. Un ordine molto impegnativo, ma perfettamente legale: nessuna irregolarità da segnalare, secondo il CDF.

Interrogato da SRF, l’IPI precisa che si tratta di una sorta di budget interno con un tetto massimo, che permette di acquistare noci, per un certo periodo, senza contratto formale né impegno a lungo termine. In totale, l’istituzione può quindi spendere fino a 52’500 franchi in otto anni per questi snack. Se si divide questo importo per il numero di dipendenti, rappresenta circa 40 centesimi a settimana per persona. Noccioline, insomma.

La motivazione dietro questo acquisto? La promozione della salute sul lavoro, conferma una portavoce dell’istituto. Negli spazi pausa dell’IPI, si trovano quindi ciotole piene di mandorle, anacardi, noci e nocciole. Inoltre, l’istituto mette a disposizione anche frutta fresca ad ogni piano, si precisa ancora.

Nemmeno un centesimo dal contribuente

E a coloro che si chiedessero se questa spesa è pagata dal contribuente: niente di cui arrabbiarsi. L’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale si autofinanzia completamente grazie alle tasse e alle imposte che riscuote. In altre parole, sono gli inventori e le aziende che brevettano le loro idee a pagare il conto.

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L’ufficio che nutre le idee… con la frutta secca oleosa

Konsigli 25.11.2025, 17:45

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  • Natascha Fioretti e Alice Tognacci

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