Radici lontane
Alcune varietà di zucche erano conosciute e usate da popoli antichi come Fenici, Etruschi, Romani, Egizi e Greci. Tuttavia, le varietà oggigiorno più conosciute hanno origine in America e devono la loro diffusione alla scoperta del continente americano e alla conseguente importazione delle zucche – tra gli altri alimenti – in Europa, dove hanno visto una grande diffusione.
Inizialmente la zucca (del genere Cucurbita) era considerata un alimento delle classi meno agiate ed è proprio per questo che molte ricette della tradizione popolare contano tra i propri ingredienti questo ortaggio da frutto. Con il passare del tempo, però, la zucca ha colto l’interesse anche delle classi più abbienti.
Sapori ritrovati
Seppur da tempo legata al territorio ticinese – ricordiamo la tradizione Pasquale del Mendrisiotto che voleva che dal Giovedì Santo alla domenica di Pasqua si seminasse la zucca in modo che desse frutti migliori – la zucca in Svizzera era considerata un ortaggio minore. Ora, invece, è un prodotto autunnale di tendenza e un classico stagionale: nei grotti e mercati ticinesi le varietà e i piatti alla zucca si moltiplicano, soprattutto a partire dagli anni ’90, indicandone il consolidamento nella cucina ticinese. Le aziende agricole locali, infatti, ne producono qualità e quantità sempre maggiori.
La zucca oltre la tavola: usi e tradizioni che si mantengono nel tempo
Nell’antichità, così come oggi, la zucca ha avuto molti usi, oltre a quelli culinari e gastronomici. La sua forma e consistenza, infatti, l’hanno resa in passato un ottimo contenitore. La cucurbita era anche utilizzata come strumento musicale a percussione, come vaso decorativo o come scultura. Anche ai giorni nostri c’è chi si cimenta nell’arte dell’intaglio della zucca, creando capolavori temporanei, come le lanterne durante i festeggiamenti di Halloween, o permanenti, come le lampade dell’artista di Ludiano, Letizia Cislini-Ferrari.
Le lampade create dell’artigiana di Ludiano, nel comune di Serravalle, sono veri e propri tesori di artigianato locale. Come racconta l’artista: «Di fatto sono le zucche che si usavano un tempo per fare le borracce, che vengono raccolte, pulite, essiccate e lavorate». Le zucche usate dalla Cislini-Ferrari sono di preferenza quelle da lei coltivate che, una volta entrate nel suo atelier, come per magia si trasformano non in carrozze, ma in lampade.
Quelli che sono letteralmente i frutti del suo lavoro saranno esposti nella Sala Patriziale di Bellinzona poco prima di Natale.
Lampada ricavata da una zucca, prodotta da Letizia Cislini-Ferrari
Il più grande produttore svizzero di zucche e le sue mostre
La famiglia Jücker è il più grande produttore elvetico di zucche. Nel 2023 i loro negozi hanno venduto 73’205 zucche, impressionante se si considera che hanno cominciato a coltivare zucche solo nel 1996 con una resa di circa 20-25 zucche appena.
Le loro quattro Jückerfarm sono note soprattutto per le mostre naturalistiche, divenute un immancabile appuntamento annuale: particolarmente apprezzata è la Juckerhof a Seegräben, seguita dalla Bächlihof a Jona, la Spargelhof a Rafz e la Römerhof a Kloten.
La zucca in Ticino: fonte di progetti urbani e didattici che promuovono la filiera corta
Sono anche eventi cittadini e progetti comunitari a tema a rafforzare l’identità stagionale attorno alle cucurbitacee. In particolare, a Lugano sono nati orti e percorsi tematici sulla zucca quali “Il giardino delle zucche” nel 2018 - nato dal progetto “Lugano al verde” per valorizzare la natura nel centro città e nelle periferie - che ha dato luce alla coltivazione di oltre 1’000 varietà di zucca. Oppure ancora iniziative scolastiche come “Sale in zucca!” del Liceo di Lugano, che tramite la creazione di un orto urbano ricoltivato di anno in anno sottolinea l’importanza di sostenibilità, biodiversità urbana, agricoltura sostenibile, produzione locale e impronta ambientale.
Questi progetti, che hanno lo scopo di sensibilizzazione sull’acquisto di prodotti locali, seguono l’esempio di associazioni locali quali il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino che promuove la scelta di prodotti del territorio e la trasformazione degli invenduti.
“Zucche nostrane” un progetto a Km0
La giovane azienda FutureFarmers, degli agronomi ticinesi Davide Croci e Lorenzo Tognola, ha come scopo l’implementazione di progetti che mirano ad aumentare la sostenibilità economica, sociale e ambientale.
Un esempio ne è il progetto di vendita self-service “Zucche Nostrane”, che prevede la disposizione nei mesi di settembre, ottobre e inizio novembre, nel Mendrisiotto e nel Luganese, di casette a servizio libero contenenti zucche a chilometro zero con un prodotto che passa direttamente dal contadino al consumatore. E le zucche non potrebbero essere più fresche, in quanto, come ci ricorda il calendario stagionale svizzero, la zucca è di stagione da agosto a febbraio.
E gli invenduti? FutureFarmers mette a disposizione anche gnocchi, ravioli, falafel e birra, tutto rigorosamente alla zucca, lavorando sul recupero del prodotto.
Sono molte le aziende del territorio coinvolte in quest’iniziativa che promuove la sostenibilità, la valorizzazione del territorio e l’inclusività sociale. Oltre al coinvolgimento di produttori nelle vicinanze dei self-service, FutureFarmers collabora con la Fondazione Sant’Angelo di Loverciano e la Fondazione Don Guanella di Riva San Vitale, che si occupano della gestione dei carretti, inclusa la pulizia, il riempimento e la manutenzione.
Dietro le quinte del progetto “zucche nostrane”. Intervista a Lorenzo Tognola di FutureFarmers
RSI Food 23.10.2024, 11:07
Gli eventi che tingono il Ticino di arancione
E per quanto riguarda le sagre in Ticino?
Impossibile non citare la Sagra della Zucca di Castel San Pietro prevista per il 25 e 26 ottobre. Il responsabile dell’Organizzazione, Giorgio Cereghetti, nota che negli anni «la Sagra si è evoluta in numero di presenti in modo inaspettato - con un pubblico che arriva anche da oltreconfine - e che lo spazio utilizzato per la Sagra è praticamente raddoppiato», così come le attività proposte.
Il successo ottenuto porta l’organizzatore della Sagra di Castel San Pietro Giorgio Cereghetti a riflettere: «La zucca negli ultimi anni è sempre più presente nei negozi, nei piatti dei ristoranti e anche nella coltivazione negli orti della gente. Anche noi abbiamo dato un piccolissimo contributo al suo successo?»
Degne di nota sono anche la Parata della zucca di San Martino a Mendrisio che si terrà il 9 novembre, così come la Festa della Zucca all’Agricortile ticinese a Pambio di sabato 8 novembre.
Una zucca da record rosso-blu
Ed è stato il ticinese Giovanni Betti ad aggiudicarsi nel 2003, proprio alla Juckerhof di Seegräben, il primo posto nel campionato svizzero. Con una zucca di ben 408,2 chilogrammi, Betti si è aggiudicato anche il secondo posto agli europei.
Appassionato di agricoltura, Giovanni ha scoperto in Canada la varietà delle zucche giganti Dill’s Atlantic Giant, grazie ai cui semi è tornato a casa deciso a mettersi all’opera. Come racconta: «Ai tempi erano piccole – piccole per modo di dire, visto che ai campionati svizzeri del 1997, quell’anno tenutisi a Domat/Ems, portò già una zucca da 134 chilogrammi - Poi ne ho fatte tante, sempre più grandi... è impegnativo».
In Svizzera, «ero quasi uno dei primi ad aver cominciato» – ricorda – e la coltivazione delle zucche da record ha subito suscitato interesse a livello nazionale: «Venivano soprattutto dalla Svizzera interna. Cercavano i miei semi e mi chiedevano i trucchi del mestiere, che allora, grazie a me, erano quasi tutti rosso-blu».
Nella foto Giovanni Betti nel suo campo a Rancate con alcune delle sue zucche giganti.