Il cibo può essere utilizzato come strumento educativo, in grado di approfondire tematiche quotidiane, individuali e collettive e di permettere agli studenti di esprimere le loro conoscenze con la propria creatività. Ne è stata la dimostrazione l’esposizione delle quinte elementari di Cassarate, che lunedì 16 giugno hanno presentato i frutti del loro progetto “Cibo e arte: un viaggio tra gusto, colore e cultura”.
L’educazione scientifica che passa per l’alimentazione e per l’arte
L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra il Dipartimento della cultura, dell’educazione e dello sport e l’IBSA Foundation per la ricerca scientifica, fondazione che si impegna di rendere la scienza accessibile attraverso divulgazione, progetti e attività culturali.
Nello specifico, durante questo percorso si è utilizzata l’alimentazione come stimolo per creare opere artistiche che facessero anche riflettere sulle “scelte alimentari consapevoli, sulla valorizzazione del patrimonio culturale e sulle sfide della sostenibilità”.
La scienza è quindi stata affiancata dalle arti visive per dare vita a un ciclo di sei incontri, tenuti da due esperti disciplinari della scuola dell’obbligo - Nicolò Osterwalder per le Scienze naturali e Valérie Morelli per le Arti visive – che hanno alternato momenti di discussioni a pratiche sensoriali e creative. «Le due classi hanno partecipato attivamente e con entusiasmo: i laboratori duravano soltanto un’ora e un quarto ma i bambini e le bambine hanno saputo sfruttare al meglio il tempo a disposizione», racconta l’esperta Morelli, presente all’esposizione in cui si sono potute osservare le opere degli studenti.
Scienza e arte non sono solo strumenti di conoscenza o intrattenimento: sono linguaggi universali che ci aiutano a comprendere il mondo e a esprimerci in modi unici.
Un viaggio alla scoperta delle differenze
Più concretamente, in ogni incontro le classi hanno approfondito un macrogruppo di alimenti, ognuno abbinato a una tecnica artistica diversa, come il pastello su carta nera, il carboncino, la stampa monotipo e le copie del vero. Il tutto mantenendo come filo conduttore il viaggio, per imparare insieme le differenze geografiche e culturali di questi alimenti nel mondo.
I laboratori si sono concentrati inizialmente su frutta e verdura, poi sui farinacei – che si sono osservati al microscopio - in seguito sulle proteine animali e vegetali e infine sulle diverse tipologie di grassi, che sono stati interpretati attraverso la rappresentazione grafica di diversi tipi di contenitori.
Alcune delle rappresentazioni di verdura e farinacei.
Le proteine di origine animale: stampa monotipo di animali su carta bianca e nera
L’ultimo laboratorio era invece dedicato ai cibi più industriali, che sono anche quelli promossi molto spesso dalle pubblicità e quelli da limitare. In questo caso, le classi hanno creato dei manifesti che confrontavano – attraverso dei fumetti - alcuni alimenti con i loro corrispondenti ultra-processati, per sottolineare quali fossero i più indicati per la loro salute. Si è capito per esempio che il pesce fresco è meglio rispetto ai bastoncini impanati di pesce, o che la frutta intera è più salutare dei succhi confezionati, o ancora che i legumi sono degli ottimi alleati della salute, in confronto al chili in scatola, che è ricco di oli e sali aggiunti.
Un manifesto che confronta il pesce impanato e fritto industriale con i diversi tipi di pesce fresco.
Nell’imparare questi elementi, i giovani partecipanti si sono dimostrati attenti e partecipativi: «Sono molto curiosi e sanno già tantissime cose, ma questo percorso ha reso ancora più evidente i collegamenti tra i diversi aspetti legati al cibo», Infatti, per concludere l’iniziativa, si è osservata la piramide alimentare che ha permesso di capire come sono classificati i gruppi di alimenti studiati.
Fondazione Orchidea
L'ora della terra 28.01.2024, 09:05
Contenuto audio
Oltre la scienza
Questi incontri hanno permesso di apprendere in modo concreto alcuni aspetti più scientifici, come l’importanza delle vitamine delle verdure, l’impatto degli zuccheri, o le differenze tra grassi saturi e insaturi. Ma gli insegnamenti sono andati oltre: «I bambini hanno imparato che quando si parla di alimentazione in realtà si parla di tante cose, come capire in che modo vengono prodotti i cibi, da dove arrivano e le differenze tra i modi di nutrirsi nelle culture e nel tempo», afferma Nicolò Osterwalder. E ovviamente, il cibo è anche convivialità ed emozioni: «Si è capito anche che cucinare o mangiare insieme ha una valenza culturale importante, legato ad aspetti più emotivi ed affettivi».
È stata infine un’occasione per mettere in luce l’espressività artistiche e creative dei bambini, che non essendo sempre confrontati con la possibilità di mettere in pratica le loro potenzialità, non erano consapevoli di quello che erano capaci di creare.