Territorio e tradizioni

I fiori di sambuco: versatili e tradizionali

Freschi e primaverili, sono parte integrante della cultura svizzera. E in Ticino, c’è chi li sta valorizzando

  • 29 maggio, 11:30
Sciroppo di sambuco
Di: Emma Berger 

Ha un profumo e un sapore inconfondibili e fa parte dell’immaginario svizzero: il fiore di sambuco è radicato nella nostra cultura e una presenza familiare nella nostra quotidianità. Lo troviamo infatti protagonista di numerose ricette tipiche, dalle bevande ai dolci e ai condimenti. 

Una pianta che dà il meglio di sé in primavera

La pianta di sambuco è diffusa in tutta Europa, ma in Svizzera trova un terreno particolarmente fertile grazie al clima temperato e la presenza di boschi. Il sambuco più comune è quello nero (Sambucus nigra), che produce bacche nere e i fiori bianchi che conosciamo bene, ovvero le infiorescenze a ombrello, larghe fino ai 15–20 cm, composte da piccoli fiorellini bianco-crema.
Il periodo di fioritura è a fine primavera - attorno a fine maggio e inizio giugno - e si raccomanda di raccoglierli non appena sbocciati, così da godere al massimo della loro fragranza.

Questa pianta si presta perfettamente per chi volesse cimentarsi nel foraging, la pratica di raccogliere cibo selvatico direttamente in natura.  

Attenzione però a:
- Non ingerire le foglie e i semi, che sono velenosi;
- Cuocere le sue bacche nere, che crescono circa da metà agosto e che non sono commestibili da crude.

I suoi numerosi utilizzi in cucina

Popolare in Svizzera è ovviamente lo sciroppo di sambuco, ma ci sono anche preparazioni meno conosciute e altrettanto aromatiche, come i fiori fritti in pastella o la gelatina di fiori di sambuco, una sorta di marmellata preparata a partire dallo sciroppo. Lo sciroppo offre infatti una base per impreziosire diverse ricette e dolci -come torte e creme- mentre i fiori in purezza possono aggiungere note floreali, fresche e aromatiche ai piatti. Troviamo il sambuco anche nelle caramelle Ricola, abbinato ad altre erbe alpine svizzere.

Certo è che si tratta di un ingrediente adatto ad insaporire le bevande: in Svizzera è infatti tipico l’Hugo, il cocktail che unisce prosecco, sciroppo di sambuco e menta. Se vogliamo rimanere ancora più locali, è impossibile non nominare la gazzosa al gusto sambuco o la Rivella che per un certo periodo aveva utilizzato questi fiori per una sua linea, quella viola. 

Sambì, la bevanda ticinese ispirata allo “Champagne dei poveri”

Lo spumante di sambuco, in tedesco l’Holundersekt, è un’altra bevanda conosciuta e con radici antiche nella storia svizzera. Proprio partendo da questo spumante si sono ispirati Gabriele e Martino Bianchi dell’Azienda agricola Bianchi Bio, che nel 2017 hanno deciso di produrre la Sambì, una bevanda alcolica semisecca frizzante da fermentazione di fiori di sambuco.

Michele Bernasconi, tra i produttori di Sambì, ci racconta infatti che la ricetta proviene dalla nonna dei fratelli Bianchi: «Era una preparazione tipica nei borghi ticinesi, quando i soldi mancavano e non ci si poteva permettere di comprare il vino. Così, si raccoglievano i fiori, li si mescolava con acqua, zucchero e succo di limone e si lasciava fermentare il liquido nelle bottiglie esposte al sole. Quando la bottiglia esplodeva significava che lo “Champagne dei poveri” era pronto e si poteva fare festa».

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Hanno potuto così attingere a una ricetta di famiglia, valorizzando sia le tradizioni locali sia questo ingrediente tipico: «Volevamo creare una bevanda diversa e unica, per valorizzare i fiori di sambuco, caratteristici del nostro territorio e dal gusto inconfondibile», continua Bernasconi.

Gli ingredienti sono rimasti gli stessi e la produzione è naturalmente diventata più professionale, con due fermentazioni in seguito alla macerazione dei fiori interi, che sono raccolti in parte dalle piante di proprietà dell’azienda Bianchi Bio e in parte in modo selvatico nei boschi della Val Mara.

Il risultato è una bevanda – certificata Bio Suisse – che non rientra nelle categorie classiche di birra, sidro o spumante. Proprio per questo, Michele Bernasconi sottolinea: «Sambì va raccontato. Anche se tutti conoscono il sapore dei fiori di sambuco, trovarsi di fronte a una bevanda nuova può suscitare inizialmente un po’ di scetticismo. Ma abbiamo visto che, una volta assaggiata – soprattutto conoscendo la storia che la accompagna – le persone la apprezzano e vi restano fedeli»
La produzione di Sambì continua infatti ad aumentare e, a otto anni dalla sua nascita, si sta inserendo sempre di più nel panorama ticinese delle bevande.  

Oltre a gustarlo in purezza, Sambì è adatto anche ad insaporire i cocktail, come per esempio in sostituzione al prosecco per creare uno Spritz ticinese.

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