Il primo maggio, come ogni anno, ha luogo la tradizionale passeggiata enogastronomica del Mendrisiotto, la Mangialonga, una delle manifestazioni enogastronomiche più attese del Ticino, organizzata dall’associazione Vineria dei Mir a scopo benefico. La formula della passeggiata, tra vigneti e nuclei storici, è semplice: un percorso alla scoperta del territorio di circa 11 chilometri con altrettante soste dove degustare i sapori dei prodotti locali e conoscere gli attori delle eccellenze enogastronomiche. Un modo indubbiamente dinamico per promuovere i produttori locali, l’amicizia ed il divertimento.
La passeggiata, che quest’anno si snoderà sulla parte bassa del Mendrisiotto, passando da Ligornetto e Genestrerio, è stata la prima nel suo genere in Ticino, ma la sua forma non è sempre stata così come la conosciamo oggi: ce lo racconta Massimo Tettamanti, membro del comitato organizzativo.
Storia della Mangialonga
RSI Food 29.04.2025, 16:30
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Mangialonga: prima era tra amici
Circa venticinque anni fa, la Mangialonga nasceva da un gruppo di amici come passeggiata privata: «Eravamo circa venti persone, amici da quando avevamo quindici anni - racconta Massimo Tettamanti -. Visto che eravamo tutti amanti dell’enogastronomia abbiamo deciso di organizzare una passeggiata con qualche tappa per mangiare e bere. Attingendo alle nostre conoscenze abbiamo allargato il gruppo arrivando a 200-250 persone. La passeggiata era scandita da una decina di tappe e terminava con un pranzo in un ristorante abbastanza ampio da ospitarci tutti».
Questa modalità è andata avanti per una decina di anni, fino a che l’idea di renderla pubblica li ha spinti a organizzare, una quindicina di anni fa e nell’arco di tre mesi, la prima Mangialonga che ha contato 800-1000 partecipanti.
Già dalla prima edizione la passeggiata ha avuto un grande successo, tanto che i biglietti andarono esauriti nelle prime 24 ore. «Da lì abbiamo deciso di continuare e ingrandirci tenendo un numero che ci desse la possibilità di garantire la qualità. Ora l’evento conta sempre circa 2000 partecipanti», prosegue Tettamanti.
Buono e locale: la prerogativa per la Mangialonga
Il successo della manifestazione è arrivato in modo naturale: «Abbiamo sempre puntato sulla qualità e la bravura dei produttori. Quando queste sono le priorità la gente si iscriverà sempre, in qualunque condizione climatica. E poi, si sa, i Momò sono particolarmente goderecci e apprezzano questo tipo di eventi».
Le tappe del percorso sono ovviamente scandite da produttori di cibi e bevande locali, tipiche del territorio: dai più tradizionali affettati e formaggi, fino ad arrivare alla ristorazione stellata al Colle degli Ulivi, una sosta gestita da Sapori Ticino. Presenti anche le farine del Mulino di Maroggia nei ravioli freschi e quelle per la polenta del Mulino di Bruzella. Oltre a queste tipicità ticinesi, quest’anno ci sarà anche un prodotto emblematico per la Svizzera, la raclette: «Una delle novità di quest’anno è un ospite affinatore di formaggi che offrirà raclette a tutte le 2.000 persone».
Da dieci anni abbiamo improntato tutte le nostre manifestazioni sull’ecologia. Non usiamo più plastica monouso ma solo stoviglie di plastica lavabile.
Un appuntamento fisso che affeziona
È impossibile chiedere a Tettamanti un’edizione in particolare che gli è rimasta impressa, visto che tutte hanno lasciato il segno: «La nostra grande fortuna è che su 2.000 partecipanti abbiamo sempre ospitato persone simpatiche, belle, che si iscrivevano alla Mangialonga per fare una piacevole passeggiata».
Ed è proprio questa atmosfera di allegria e spensieratezza che ha reso la Mangialonga un appuntamento fisso per molti affezionati, che ogni anno tornano per godersi una passeggiata scandita da tappe gustose. «Di anno in anno riconosco le persone che tornano. Alcuni anni arrivavano addirittura dei bus appositamente da Airolo».
Come racconta l’organizzatore, anche le condizioni climatiche più avverse di alcune edizioni non hanno scoraggiato le persone iscritte: «Ricordo un anno in cui ci fu un temporale enorme: la gente, scendendo da un prato, faticava a stare in piedi perché era molto scivoloso e finiva per sporcarsi. All’arrivo mi dissero che, anche se l’anno successivo ci fosse stato un temporale simile, si sarebbero comunque iscritti di nuovo, perché si erano divertiti moltissimo».
Una manifestazione orientata all’aiuto
Fin dalle prime edizioni l’obbiettivo non è mai stato quello di guadagnare e di fare grandi numeri; infatti, il ricavato è sempre stato donato in beneficenza. Ora che l’organizzazione della manifestazione sta passando nelle mani dei figli, l’augurio è che lo scopo principe rimanga lo stesso. «Noi siamo fortunati ad avere cresciuto dei figli con un’ideologia improntata sull’aiutare le persone».
La manifestazione prende il via dal Centro manifestazioni Mercato coperto di Mendrisio, luogo in cui la passeggiata termina e dove nel corso della giornata tutte/i possono degustare i prodotti locali presentati nelle diverse tappe.
Le partenze, cadenzate tra le ore 08:00 e le 11:50, sono a gruppi di 80 persone.
Il percorso è completamente nuovo, pensato per svelare angoli meno conosciuti del Mendrisiotto. Anche l’offerta gastronomica presenta diverse novità, per un’esperienza tra sapori e tradizione, senza dimenticare l’ecosostenibilità.