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I Paesi Baschi e la guerra finita (2)

La riconciliazione passa anche dall'impegno, dal dialogo, dal desiderio di ricostruire insieme di Naiara e di Julen

  • 18 luglio 2018, 08:00
  • 8 giugno 2023, 22:13

Julen e Naiara

RSI/Davide Mattei 18.07.2018, 07:30

  • ©Davide Mattei

Naiara e Julen sono coetanei. Entrambi quasi quarantenni.

Julen è l’attuale sindaco di Rentería, fa parte della sinistra abertzale, quella sinistra secessionista radicale vicina alle posizioni dell’ETA che non ha mai condannato la violenza del gruppo terrorista autore di oltre 800 omicidi.

Naiara è figlia di Manuel Zamarreño, consigliere comunale conservatore (PP) che sostituì il compagno e amico José Luís Caso quando questo venne ucciso dall’ETA. Un anno dopo i terroristi uccisero anche lui con una moto bomba.

Per decenni le due parti della società dalle quali provengono non hanno avuto nessun contatto.

Nel luglio 2017, dopo vari passi previ, Julen Mendoza ha chiesto scusa pubblicamente ai famigliari di Manuel Zamarreño ed è stato il primo rappresentante del suo partito (EH Bildu) ad affermare che “è mancata immaginazione per mettersi nella pelle dell’altro”.

Un pattuito e delicato passo in avanti, che sta facendo scuola nei Paesi Baschi spagnoli. Naiara e Julen sono diventati così un simbolo di quello che fino a poco tempo fa sembrava impossibile: il riconoscimento delle sofferenze dell’altro e la costruzione di nuove relazioni su queste basi.

Da quel luglio si sono incontrati ancora, superando dogmi e diffidenze. Ogni volta la società basca ha fatto un piccolo passo verso la riconciliazione. Lo scorso giugno si sono dati appuntamento per noi a Rentería.

Davide Mattei

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