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Poesia in dialetto

di Antonio Ria

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Mentre il dialetto, il “volgar’Eloquio”, va quasi scomparendo (diventando appannaggio di pochi, una lingua d’élite, aristocratica), si riafferma l’importanza e la riscoperta del dialetto in campo letterario, specie nella poesia. Da dove deriva questa tensione alla conoscenza e all’appropriazione del patrimonio “volgare”, del dialetto? Qual è il valore culturale del dialetto, in particolare della poesia in dialetto? Ma, oltre al senso letterario, qual è il senso sociale di questa “ripresa”? A queste e ad altre numerose domande rispondono gli ospiti di questo Laser, curato da Antonio Ria. In particolare il filologo e linguista Cesare Segre si sofferma sulla fioritura di poeti avvenuta nel Novecento, quando il dialetto diventa “lingua della poesia”, e spiega questo fenomeno richiamandosi alla storia della lingua e dei dialetti, al rapporto fra lingua nazionale e dialetto, alla varietà d’impianto della “poesia in dialetto”, alle differenze di “registro” rispetto alla lingua nazionale. Singolare il contributo di Angelo Stella, presidente del Centro nazionale di Studi Manzoniani di Milano: proprio a partire dall’esperienza di Alessandro Manzoni (che nell’Ottocento cerca di “purificare” la sua lingua di impianto lombardo con quello toscano), il prof, Stella afferma l’importanza nel XXI secolo del dialetto nella letteratura, nella poesia. In queste considerazioni di base si innesta il rapporto fra i dialetti lombardi e quello ticinese, come testimonia Franco Lurà (direttore del Centro di dialettologia e di etnografia della Svizzera Italiana) e Franco Brevini (docente di Letteratura italiana all’Università di Bergamo), che affronta anche il compito della nostra Radio per la rivalutazione e diffusione del dialetto nella poesia.

25:14

Poesia in dialetto

Laser 08.12.2010, 01:00

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