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Quale futuro ci riserva l’elettronica?

Incontro con l’ingegner Giovanni De Micheli - di Paola Beltrame

Giovanni De Micheli (RSI - Paola Beltrame)

Nel nostro quotidiano siamo sempre più circondati da strumenti che funzionano grazie ai circuiti elettronici. E oggi non siamo nemmeno capaci di immaginarci una vita senza cellulare, senza computer o macchina fotografica digitale. Dai tempi delle prime radio a onde medie i transistor sono passati attraverso diverse rivoluzioni che hanno permesso di diminuire sempre di più la loro dimensione aumentandone la complessità e la capacità di trasmettere informazioni. Ma in che modo si sono sviluppati i circuiti integrati nel corso degli ultimi 40 anni? Per quanto ancora la loro dimensione potrà essere ridotta? Che ruolo occupano le nanotecnologie nell’elettronica? E soprattutto quali sorprese ci riserva quest’ultima per il futuro? A queste e ad altre domande ha dato risposta Giovanni De Micheli, che dopo aver passato una ventina d’anni a Silicon Valley, è ora professore e direttore dell’istituto di Ingegneria Elettronica al Politecnico Federale di Losanna. Ingegnere nucleare di origine milanese, De Micheli si è sempre occupato di elettronica ma è nel corso della sua esperienza americana -prima a Berkeley e poi a Stanford- che ha iniziato a utilizzare metodi informatici per risolvere problemi elettronici. Esperto di sistemi integrati a largo spettro, si occupa della concezione e del design di piattaforme che oltre a componenti elettrici comprendono anche quelli ottici, micromeccanici e biologici. Per creare un ambiente che riunisse studiosi di discipline differenti, al suo arrivo al Politecnico De Micheli ha creato il Centro di Sistemi Integrati, di cui è direttore. In seguito quest’’esperienza losannese è sfociata nel programma federale Nano-Tera, un progetto di cui De Micheli è responsabile e che coinvolge università e centri di ricerca di tutta la Svizzera.

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Quale futuro ci riserva l’elettronica?

Laser 16.07.2010, 02:00

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