Ambiente

Il mistero dell’alborella…continua!

Ul pessin, simbolo del nostro territorio lacustre, è entrato in crisi alla fine del 1900. Oggi, non si perdono le speranze di un suo recupero

  • Ieri, 16:51
05:44

Per le alborelle è tempo di riproduzione

Il Quotidiano 23.07.2025, 19:00

  • RSI / il Quotidiano, 23.7.2025
Di: red. il giardino di Albert / Davide Conconi 

L’alborella, Alburnus alborella (Bonaparte, 1841) è un pesciolino dalla livrea sobria, ricoperta da scaglie argentee tipiche della famiglia dei ciprinidi. Supera a fatica i 10 centimetri di lunghezza. È endemico del bacino imbrifero del Po. Dunque, potenzialmente potrebbe vivere in una vasta gamma di corpi d’acqua della Svizzera italiana: laghi, fiumi a corrente moderata e canali. È un pesce gregario e nei laghi conduce vita pelagica, cioè si assembra in banchi che vagano nelle acque libere. Nel periodo riproduttivo, nei mesi di giugno e luglio, si avvicina ai litorali per la frega quando le femmine depongono le uova, grandi poco più di un millimetro, sulla ghiaia pulita e i maschi le fecondano. 

vlcsnap-2025-08-02-09h07m01s762.png

Banco di alborelle, in inverno, in una darsena del Lario

  • RSI / il Quotidiano, 23.7.2025

A dispetto della sua modestia, questo pesce rappresenta un anello ecologico fondamentale nei grandi laghi della Svizzera italiana. Nutrendosi di zooplancton ed essendo a sua volta la preda principale dei pesci di taglia più grande, costituisce uno snodo importante della catena trofica, trasmettendo i nutrienti e l’energia ai predatori di ordine superiore, prodotti dal fitoplancton all’inizio della catena.

imago192724543.jpg

Il luccio è uno dei tanti predatori dell'alborella

  • IMAGO / blickwinkel

L’alborella in tempi passati era anche alla base del pescato, tanto da diventare un vero e proprio simbolo del nostro territorio lacustre. Purtroppo, oggi ne parliamo al passato perché alla fine degli anni ’90, l’alborella ha raggiunto l’apice di una profonda crisi. Una crisi probabilmente causata da più fattori.

13:56

Le alborelle di Brusino - C'ero anch'io del 31.12.2014

RSI C'ero anch'io 31.12.2014, 21:26

Gli effettivi sono crollati drasticamente. Tanto che oggi è considerata estinta nel Ceresio. È per questa ragione che l’Ufficio cantonale della caccia e della pesca da anni cerca di invertire la tendenza. Come ci ha confermato Tiziano Putelli, capo Ufficio della caccia e della pesca del Cantone Ticino, in occasione della registrazione del servizio TV andato in onda al Quotidiano del 23 di luglio (allegato in testa a questo articolo). Un primo progetto di ripopolamento dell’alborella fu interrotto nel 2012 per le difficoltà riscontrate nel reperire i riproduttori. A seguito di una timida ripresa degli effettivi del pesciolino nel Lago Maggiore, si decise, nel 2017, di riprendere l’allevamento dell’alborella presso la pescicoltura di Brusino Arsizio. 

vlcsnap-2025-08-02-09h14m56s731.png

I riproduttori di alborella nel bacino della pescicoltura di Brusino Arsizio

  • RSI / il Quotidiano, 23.7.2025

Il progetto di ripopolamento dell’alborella nel Lago Ceresio, all’inizio sostenuto finanziariamente anche dalla Confederazione, continua tutt’oggi con la collaborazione di enti legati al mondo della pesca sportiva e professionistica. Assoreti ha contribuito alla messa a punto dell’allevamento dell’alborella presso la pescicoltura di Brusino Arsizio. Mentre la Sezione pesca golfo di Lugano della Ceresiana ha sostenuto la gestione dell’accrescimento delle larve di alborella, nelle speciali gabbie mobili presenti nel Golfo di Lugano. Grazie a questo lavoro di squadra oggi si cerca di produrre grandi numeri, per far ripartire l’alborella nel Ceresio, immettendo larve appena nate in pescicoltura e giovani pesciolini cresciuti nelle gabbie. Nello stesso tempo, vengono prelevate dalla pescicoltura di Brusino numerose cassette contenenti letti di ghiaia con uova deposte dalle alborelle, per poi essere posate direttamente a lago.

vlcsnap-2025-08-02-09h05m09s101.png

deposizione di uova di alborelle sui letti di frega artificiali presso la pescicoltura di Brusino Arsizio

  • RSI / il Quotidiano, 23.7.2025

Nonostante questi sforzi, per ora concretamente nel Ceresio non si vede un aumento della popolazione dell’alborella. Mentre nel Verbano si è notata una certa ripresa, con l’osservazione di alcuni banchi, ma con numeri ben al di sotto di quelli prima della crisi.

08:24

"Il mistero dell'alborella" - da "Il giardino di Albert" (ARCHIVI RSI)

RSI Info 19.07.2017, 02:00

Per cercare di saperne di più e per allargare lo sguardo a tutto il bacino idrografico popolato dall’alborella, abbiamo incontrato Cesare Puzzi, ittiologo. Cesare è una vecchia conoscenza del giardino di Albert, infatti, ha dato il suo competente contributo in occasione di diversi servizi dedicati ai pesci. Inoltre, in passato, ha lavorato anche nella Svizzera italiana, in progetti riguardanti la conservazione di habitat e della fauna acquatica, fra cui anche dell’alborella. Infine, conosce bene le acque e i suoi abitanti essendo un appassionato pescatore.

IMG_1345.jpg

Cesare Puzzi sfoggia la maglietta di "lifeel", progetto internazionale per la conservazione dell'anguilla europea

  • per cortese concessione: Cesare Puzzi, Graia srl

Giardino di Albert: “Qual è dal tuo osservatorio la situazione dell’alborella nei laghi e nei fiumi insubrici, rispetto a quanto osservato 8-9 anni fa, l’ultima volta che il giardino di Albert aveva trattato il tema?”

Cesare Puzzi: “in verità non mi pare sia cambiato granché, resta una situazione analoga ad una decina di anni fa. Nei fiumi di pianura del nord dell’Italia si mantiene una discreta presenza di alborella. Anche se nel Po si è manifestata la presenza significativa di popolazioni di Alburno (Alburnus alburnus Linnaeus, 1758) un alloctono che arriva dal nord dell’Europa e che è estremamente simile all’alborella. Non si sa bene quali impatti possa avere sull’alborella con cui potrebbe anche ibridarsi. Nei laghi sembra esserci una discreta ripresa nel Verbano, dove sono segnalati banchi consistenti, nel Lario la presenza c’è e si osserva bene in inverno quando si raduna nelle darsene insieme ad altri Ciprinidi. Nel Garda è in drastica crisi. Non ci sono segni di ricomparsa nei piccoli laghi, tipo Lago di Varese o di Monate dove era stata tentata una piccola reintroduzione”.

Giardino di Albert: “Dall’ultima volta che ne abbiamo parlato, 8-9 anni fa, ci sono novità scientifiche sulle cause della scomparsa dell’alborella?” 

Cesare Puzzi: “Nessuna novità, resta un piccolo mistero scientifico”.

Giardino di Albert: “Nello stesso periodo, assieme all’alborella, altre specie appartenenti alla famiglia dei ciprinidi sono entrate in crisi, cosa ne pensi?”

Cesare Puzzi: “Sì, diversi ciprinidi soffrono. In ambiente lacustre è clamorosa la scomparsa o il drastico declino del triotto. In acque correnti restano in grande crisi lasca, savetta e pigo .Per il triotto non ci sono spiegazioni, è un mistero analogo a quello dell’alborella. Forse una causa è stata l’esplosione del gardon, che si è sovrapposto al triotto, con il quale si è anche ibridato. Per quanto riguarda i ciprinidi che amano vivere nelle acque correnti i motivi sono legati alla pressione dei cormorani sui fiumi di pianura e alla contemporanea affermazione del siluro: due superpredatori in simultanea esplosione demografica hanno portato al tracollo di queste specie”.

Giardino di Albert: “Come vedi il futuro dell’alborella?”

Cesare Puzzi: “Da inguaribile ottimista, il futuro dell’alborella lo vedo benino. Se è comunque sopravvissuta finora, a dispetto degli eventuali fattori misteriosi di pressione, credo possa farcela, e in tal senso il Verbano è confortante. Per il Ceresio credo sia solo questione di tempo e di perseveranza nel continuare a “inoculare” alborelle – peraltro in numeri crescenti – e presto la vedremo nuovamente nelle acque del lago. Nel frattempo - tanto per citare un paio di problemi che affliggono le nostre acque - la diffusione degli alloctoni resta un problema per tutti, alborella compresa, mentre il tema del riscaldamento globale per lei lo vedo meno grave, è un pesce che gradisce l’acqua calda”.

IMG_1397.jpg

L'ampiezza e la complessità del Ceresio potrebbero "diluire" e rallentare la visibilità degli sforzi di ripopolamento dell'alborella

  • RSI - il giardino di Albert / D. Conconi

Dopo la chiacchierata con Cesare Puzzi, ci rendiamo conto che quanto sta accadendo nella Svizzera italiana è perfettamente in linea con le tendenze presenti in tutto il bacino di diffusione dell’alborella. Le parole dell’ittiologo sembrano anche confermare la bontà degli intenti dell’Ufficio cantonale della caccia e della pesca che intende proseguire anche nei prossimi anni con il progetto di ripopolamento dell’alborella nel Ceresio. Intanto, però rimane fitto il mistero sulle cause della profonda crisi che ha toccato l’alborella e sul fatto che queste aleggino ancora nelle nostre acque.  

1x1-giardino_di_albert

La scienza e la natura ti affascinano?

Il Giardino di Albert soddisfa la tua voglia di capire

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare