Natura e Animali

Animali da sballo

Il consumo di alcol e droga non è un’esclusiva umana, ma è presente in diverse specie. Scopriamo in quali e perché è importante studiare queste dipendenze

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Animali da sballo

Il giardino di Albert 27.09.2025, 17:00

  • ©imago
Di: red. giardino di Albert/Christian Bernasconi 

Negli ultimi anni, numerose ricerche condotte su varie specie animali nel campo della biologia e dell’etologia, hanno svelato che nel regno animale esistono parecchi comportamenti che fino a qualche tempo fa erano ritenuti una specialità tipicamente umana.

Oggi sappiamo ad esempio che alcuni animali ballano, mentre altri addobbano la propria casa. Altri ancora ricorrono all’uso di sostanze che creano dipendenza, come alcol e droghe.

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I gatti e altri felini adorano l'erba gatta per le sue proprietà inebrianti

  • IMAGO/Dreamstime

A partire dal XX secolo la scienza ha iniziato a prestare più attenzione alla relazione tra mondo animale e sostanze psicoattive. In questi ultimi decenni, con l’adozione di tecniche di osservazione sempre più raffinate, gli etologi stanno accumulando una massa di dati sorprendente sul consumo di droghe da parte degli animali. Certo: questo tema è molto dibattuto all’interno della comunità scientifica. La comprensione e soprattutto l’interpretazione di certi comportamenti è di fatto ancora lungi dall’essere chiarita, ma non v’è più alcun dubbio che l’assunzione di sostanze psicotrope negli animali abbia una qualche funzione naturale non ancora del tutto compresa.

Le domande più ricorrenti sono: gli animali cercano deliberatamente questi paradisi artificiali? Oppure: possono abusarne fino a diventare dipendenti? Domande alle quali ha cercato di rispondere il documentario andato in onda al Giardino di Albert.

Diverse specie animali consumano alcol e i casi riportati spaziano dagli scimpanzé agli elefanti fino ad alcune specie di uccelli. Si tratta di animali che in alcuni momenti dell’anno si cibano di frutta molto matura, già entrata nel processo di fermentazione e quindi ricca di etanolo. Queste sbronze in alcuni casi sembrano essere consapevoli e avere un ruolo sociale come in un recente studio condotto su una popolazione di scimpanzé nella Guinea-Bissau.

E il consumo si estende anche alle sostanze psicoattive, come nel caso dei gatti (e altri felini) con l’erba gatta, dei delfini con i pesci palla o delle renne, che in autunno completano il loro regime alimentare con i funghi.

 Tra i funghi ingeriti da questi ungulati tipici del Grande Nord c’è anche l’Amanita muscaria, conosciuta per le sue proprietà psicoattive e allucinogene. La vistosa colorazione rossa è una colorazione detta aposematica, cioè che indica una reale pericolosità. Infatti, l’Amanita muscaria (o ovolo malefico) è un fungo velenoso da cui è meglio stare alla larga a causa delle sue sostanze psicoattive, quali il muscimolo e l’acido ibotenico, i cui effetti e la cui potenza non sono sempre prevedibili.

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Lo studio delle dipendenze negli animali può sembrare un tema di studio leggero e divertente. Se da un lato non si può negare che vedere gli animali sballati riesca a strapparci un sorriso, dall’altro si tratta di un ambito di ricerca che ha dei risvolti importanti anche per noi umani e per la nostra salute.

Ad esempio, grazie allo studio della dipendenza da cocaina del moscerino della frutta Drosophila melanogaster gli scienziati sperano di poter facilitare lo sviluppo di terapie mirate per curare questa stessa dipendenza nell’essere umano.

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