Ambiente

Il tasso - la pianta - è un paradosso della natura

Una conifera senza pigne, una pianta velenosa che salva vite, un albero dalla longevità straordinaria … che ci accompagna nei cimiteri

  • Oggi, 13:13
  • 51 minuti fa
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  • IMAGO / Zoonar
Di: Red. Il giardino di Albert / Davide Conconi 

Continuiamo la nostra serie di articoli sulle piante, addentrandoci nel cuore delle foreste europee. Tra le ombre fresche e silenziose, cresce una pianta che incarna il mistero, la resilienza e la potenza della natura: il tasso. Taxus baccata L., questo il suo nome scientifico, è un albero che appartiene allo stesso ordine degli abeti e dei pini cioè alle conifere. Come quasi tutte le conifere, è un sempreverde con foglie persistenti aghiformi. Ma, per produrre i propri semi non genera degli strobili, cioè dei coni, insomma delle pigne. Il tasso si orna di arilli carnosi, brillanti e rossi. Sul verde scuro e intenso del fogliame, del colore dei rubini, spiccano in maniera quasi clamorosa, attirando gli uccelli di cui sono ghiotti. Gli arilli non sono nient’altro che la trasformazione delle squame basali del piccolo cono femminile. La struttura, perciò, nonostante a un primo sguardo possa apparire strana, è perfettamente coerente con l’anatomia dell’ordine sistematico di appartenenza, ovvero quello delle conifere. 

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All'interno dell'arillo, commestibile, si intravvede l'unico seme, velenoso come il resto della pianta

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Riproduzione ornitogama

Dicevamo che il frutto attira gli uccelli. Non solo, gli uccelli sono fondamentali per la disseminazione della specie. Gli uccelli sono golosi della polpa dell’arillo, l’unica parte commestibile della pianta. Una volta digerita, gli uccelli espellono il seme con i propri escrementi, transitato indenne dall’intestino. In questo modo il seme cadrà lontano dalla concorrenza della pianta madre, con un piccolo carico di fertilizzante lasciatogli in dote dal goloso volatile. Senza l’intervento degli uccelli, i semi cadrebbero ai piedi della pianta madre e non riuscirebbero a germinare per mancanza di luce e di nutrienti.

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Il tasso del cimitero di Fortingall (Scozia)

  • IMAGO / Pond5 Images

Longevità millenaria e simbolo nelle tradizioni

Il tasso è una creatura vegetale dalle mille risorse, spesso sottovalutata, ma capace di stupire per le sue capacità e la sua versatilità. È tra gli alberi più longevi del pianeta. Alcuni esemplari, come il celebre Fortingall Yew in Scozia, superano i 2000 anni. Questa longevità lo rende un simbolo di continuità e memoria, un testimone silenzioso della storia umana e naturale. Proprio per questa sua capacità di attraversare indenne lo scorrere del tempo, in epoca celtica era considerato sacro, ponte tra il mondo terreno e quello spirituale. In molte tradizioni, il tasso è associato alla morte e alla rinascita. Piantato nei cimiteri, rappresenta l’eternità dell’anima. Dai cimiteri la sua presenza è poi sconfinata in parchi e giardini, il tasso è infatti una pianta anche apprezzata da giardinieri e architetti del paesaggio. Da questo punto di vista, il fatto che possieda una chioma verde scuro compatta e persistente, una crescita lenta e si presti molto bene alla potatura, alla creazione di siepi, labirinti e sculture vegetali, fa del tasso un potenziale protagonista di giardini storici e moderni.

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Il tasso si presta anche all'arte del bonsai. In immagine un esemplare eccezionale, vecchio di 500 anni

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Un legno molto pregiato

Il legno di Tasso è duro, elastico e resistente. La sua lentissima decomposizione in acqua, lo rendeva utilissimo nell’impiego per realizzare i pali di pontili o delle palafitte. Storicamente è stato usato per costruire archi, frecce, strumenti musicali e oggetti di artigianato. Proprio l’utilizzo del legno di tasso nella costruzione di armamenti portò al drastico declino della specie in molti stati europei. Oggi, il suo impiego è raro, ma ancora apprezzato per la sua bellezza e durabilità.

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Una ricostruzione 3D della molecola di taxolo

  • IMAGO / Dreamstime

Fonte di molecole terapeutiche

Ecco servito il paradosso della natura. Tutte le parti della pianta di tasso, ad eccezione degli arilli, come abbiamo visto, sono estremamente tossiche per animali e persone. Una quantità anche limitata di foglie, se ingerita, può uccidere un cavallo in poche ore. Eppure, nonostante la sua tossicità, il tasso ha rivoluzionato la medicina. Negli anni Sessanta l’Agenzia federale americana per la ricerca sul cancro avviò uno screening per esaminare il potenziale antitumorale delle molecole contenute in circa 35’000 specie botaniche. Riassumendo in poche parole un lavoro mastodontico, durato anni, giungiamo al 1967, quando finalmente fu isolato un principio attivo denominato taxolo, contenuto nella corteccia di Taxus brevifolia Nutt., il tasso del Pacifico. Oggi, il taxolo è uno degli agenti chemioterapici più utilizzati nella lotta al cancro (in particolare dell’ovaio e della mammella). All’inizio, l’estrazione della molecola direttamente dalla corteccia del tasso del Pacifico, aveva messo in pericolo l’esistenza della specie stessa. Oggi, per fortuna, il principio attivo si può sintetizzare in laboratorio a partire da estratti di foglie e di fronde anche del “nostro” tasso, il Taxus baccata, rendendo potenzialmente utili per la produzione del prezioso medicamento anche gli scarti di potature di tasso.

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Nel 1990 si raccoglieva direttamente la corteccia del tasso del Pacifico per ricavarne taxolo

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Anche la Svizzera è responsabile per la conservazione di un laboratorio vivente

Il tasso nei boschi della Svizzera è presente come specie accessoria di foreste dove dominano il faggio, l’abete rosso e l’abete bianco. Tuttavia, proprio la Svizzera costituisce il centro del suo areale di distribuzione europeo. Con il record di densità raggiunto nel Cantone Zurigo, dove un albero su cento è un tasso, la popolazione Svizzera di tasso assume una grande importanza per la conservazione della specie. Una presenza di tale entità, infatti, è nota solo nella regione del Caucaso.

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Le montagne del Caucaso sono il regno del tasso

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Il tasso, infine, è prezioso anche per la ricerca scientifica. Oltre all’interesse per la ricerca in biochimica e in medicina, di cui abbiamo già riferito, questo albero è utilizzato in studi dendrocronologici per analizzare le variazioni climatiche nel tempo, grazie alla sua longevità e sensibilità agli stress ambientali. I suoi anelli raccontano storie di siccità, gelo e mutamenti atmosferici, risalenti a un passato remoto. Il tasso è dunque molto più di un albero antico: è un laboratorio vivente, un simbolo culturale, una risorsa terapeutica e un alleato ecologico. In un mondo che cerca equilibrio tra progresso e sostenibilità, questa pianta ci ricorda che la natura ha già in sé molte delle risposte che cerchiamo.

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