Molti utenti comunicano con l’intelligenza artificiale come con un essere umano. Pongono una domanda a ChatGPT, Copilot, Perplexity o un’altra IA educatamente: “Ciao, puoi dirmi per favore...” e “Grazie”. Ma queste formule di cortesia sono sensate o controproducenti, come sostengono gli esperti?
La gentilezza con l’IA (Espresso, SRF, 08.09.2025)
Nel dibattito sulla gentilezza nei confronti dell’IA è intervenuto anche Sam Altman, capo di OpenAI, l’azienda dietro ChatGPT. Ha affermato sui social media che i “per favore” e “grazie” degli utenti di ChatGPT costano decine di milioni di dollari in elettricità, e se fosse vero, avrebbero anche conseguenze sull’ambiente.
Cosa dicono le IA?
Sulla questione, SRF ha interrogato diverse IA: Copilot e ChatGPT negano che le forme di cortesia portino a un maggiore dispendio di energia. Secondo Perplexity ogni parola aggiuntiva in una richiesta all’IA richiede potenza di calcolo nei grandi data center.
Anche se un singolo “per favore” o “grazie” consuma pochissima energia, con miliardi di richieste al giorno questo si somma a importi considerevoli. Secondo Perplexity, una richiesta all’IA di circa 100 parole richiede circa la stessa corrente di tenere accese 14 lampade LED per un’ora.
Cosa dicono gli esperti in carne e ossa?
Guido Berger, della redazione digitale SRF, conferma che le formule di cortesia portano effettivamente l’IA a dover elaborare più dati e quindi consumare più corrente. Tuttavia, questo non ha nulla a che fare con la cortesia in sé: “In sostanza si tratta della lunghezza della richiesta, non del suo contenuto. Quindi: più parole richiedono più energia. E più domande si fanno, più energia l’IA consuma per le risposte”.
Quanto energia consumi esattamente una singola richiesta all’IA è difficile da quantificare. Secondo le stime, tuttavia, una richiesta all’IA richiede circa dieci volte più energia di una ricerca Google convenzionale. Tuttavia, Google integra anche risposte IA direttamente nei risultati di ricerca, il che rende più difficile il confronto diretto.
Risultati migliori con la gentilezza?
Il mito secondo cui i chatbot fornirebbero risultati migliori se interpellati con cortesia continua a circolare. Tuttavia, le stesse IA lo smentiscono. ChatGPT scrive: “In realtà, fornisco fondamentalmente la stessa qualità di risposte, indipendentemente dal fatto che tu sia gentile o meno con me. Le mie prestazioni dipendono soprattutto da quanto sono chiare e precise le tue domande”.
Un breve test pratico lo conferma: a parità di contenuto, una richiesta formulata con frasi di cortesia e una senza hanno prodotto risultati equivalenti.
Attenzione alla correttezza delle risposte
I chatbot possono rispondere correttamente a molte domande semplici, ma spesso raccontano anche vere e proprie assurdità. Il motivo è che un’IA non può “pensare” o “comprendere” come un essere umano. Genera risposte basandosi su probabilità e schemi presenti in enormi quantità di dati. Per questo motivo, quando si tratta di questioni complesse o di fatti, è fondamentale fare ricerche autonome.

RG 12.30 del 05.09.2025 - La corrispondenza di Walter Rahue
RSI Info 05.09.2025, 12:12
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