Inchiesta

Svizzera, quasi 100’000 auto con airbag a rischio

I difetti dei dispositivi della fallita Takata sono conosciuti da oltre dieci anni, ma sono presenti ancora su molti veicoli e il processo di sostituzione va a rilento

  • Oggi, 05:45
  • 2 ore fa
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Gli airbag difettosi possono scagliare frammenti metallici nell’abitacolo

  • GettyImages/Greggory DiSalvo
Di: Raphaël Engel, Linda Bourget (RTS)/sf 

Quello degli airbag Takata è uno dei grandi scandali del settore automobilistico: i dispositivi difettosi sono montati su milioni di veicoli nel mondo e in una decina di anni hanno causato la morte di almeno 44 persone.

Lo scandalo è scoppiato negli Stati uniti nel 2013, ma ancora oggi molti conducenti svizzeri scoprono di avere uno di questi airbag nella loro auto, come circa altri 100’000 veicoli immatricolati in Svizzera, rivela un’inchiesta di RTS.

Takata: allarme per airbag difettosi in Svizzera (A bon entendeur, RTS, 20.05.2025)

Il problema sta nel gas usato per gonfiare l’airbag, il nitrato di ammonio. Con il passare del tempo può degradarsi, in particolare in climi caldi e umidi, provocando la potenziale rottura del gonfiatore che può quindi scagliare frammenti metallici nell’abitacolo. Un problema su larga scala, dato che fino al 20% del parco automobilistico mondiale è stato equipaggiato con questi dispositivi.

Nel 2013, dopo diversi incidenti mortali negli Stati Uniti, è iniziata una campagna di richiamo accompagnata da un ordine “stop drive” (blocco immediato della circolazione di alcune auto). La vicenda aveva portato al fallimento di Takata nel 2017. Nel 2024, a seguito di incidenti mortali in particolare nei territori d’Oltremare, la Francia ha imposto a sua volta degli ordini di arresto immediato nell’utilizzo di veicoli.

La situazione in Svizzera

In Svizzera, dove non si sono registrati incidenti mortali legati ai dispositivi difettosi, non sono state prese misure simili e ancora negli ultimi mesi diversi conducenti hanno ricevuto delle lettere che li avvertono della presenza di questi airbag nei loro veicoli. Sono invitati a prendere un appuntamento con un concessionario per sostituire i dispositivi difettosi, senza però nessuna richiesta di non usare il veicolo.

La prima campagna di richiamo in Svizzera è stata lanciata nel 2019, dapprima da Honda, seguita da una trentina di altri marchi. Ma nella primavera del 2025, 21 marchi non avevano ancora completato il lavoro, invocando una priorità in base agli anni di costruzione.

Incertezza sul numero di veicoli interessati

Non è chiaro quanti siano i veicoli interessati a livello nazionale: secondo le autorità sarebbero circa 93’000 i mezzi in circolazione con questi airbag, ma secondo l’inchiesta di RTS la cifra reale sarebbe più alta. Il numero di veicoli segnalati dai quattro marchi più interessati (BMW, VW, Citroën e Toyota) raggiunge i 98’000. BMW da sola ha annunciato 71’000 auto con airbag Takata, secondo i dati dell’Ufficio federale delle strade (USTRA).

Inoltre, si sono perse le tracce di un numero importante di airbag. Secondo le cifre dell’USTRA ai 93’000 veicoli equipaggiati con airbag Takata in circolazione si aggiungono quasi 190’000 automobili, con dispositivi potenzialmente difettosi, che non sono più immatricolate in Svizzera. Una parte è stata esportata, ma altre si trovano in discarica e possono essere usate come fonte di pezzi di ricambio, volanti con airbag compresi.

Misure da rivedere?

In Svizzera non si applica lo “stop drive” poiché ci sono altri sistemi, sottolinea Maja Ouertani, responsabile Sicurezza veicoli e vigilanza dell’USTRA: “In ultima istanza, possiamo far cancellare l’immatricolazione di un veicolo che rappresenta un reale pericolo”. Una misura che non è però mai stata applicata nel caso Takata.

Una situazione inaccettabile per Benjamin Roduit, consigliere nazionale del Centro, che chiede di rivedere le basi legali affinché sia l’USTRA a gestire le procedure di notifica, ispirandosi alla gestione nel campo dei medicinali, controllati dalle autorità federali, che si occupano di eventuali richiami in base alle segnalazioni dei medici.

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  • Keystone
  • Antonio Bolzani
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