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“Alligator Alcatraz”: cosa sappiamo sul carcere per migranti della Florida

La struttura nelle Everglades fa parte della “grande deportazione” di Trump. Amnesty International alla RSI: “Quanto accade negli USA sottolinea l’urgenza di una seria discussione sullo stato dei diritti umani nel Paese”

  • Oggi, 05:55
  • 16 minuti fa
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Operai installano il cartello nei pressi dell'entrata di "Alligator Alcatraz"

  • AP Photo/Rebecca Blackwell
Di: Joe Pieracci 

Nelle zone più umide della Florida, tra le celebri paludi Everglades abitate da puma, caimani, alligatori, coccodrilli e pitoni, è stato appena inaugurato un nuovo e discusso centro di detenzione per migranti irregolari, battezzato in modo evocativo dal procuratore generale della Florida James Uthmeier “Alligator Alcatraz”.

La struttura una volta ultimata sarà capace di ospitare da 3’000 a 5’000 detenuti e - secondo i media statunitensi - avrà un costo stimato di 450 milioni di dollari l’anno. Ufficialmente si tratta di un centro temporaneo in attesa del rimpatrio. E secondo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump questo carcere “potrebbe essere più duro della prima Alcatraz”, per intenderci quella che oggi è diventata un’attrazione turistica che si trova su un’isola situata a circa 2 chilometri dalla costa di San Francisco.

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Donald Trump, Kristi Noem e Ron DeSantis passeggiano del nuovo carcere, simbolo del corso ultra-repressivo dell’amministrazione USA contro i migranti illegali

  • AP Photo/Evan Vucci

Già da tempo Trump pensava di riattivare l’ex carcere di massima sicurezza nella baia della città californiana per trasformarlo in un centro per migranti, come accaduto a Guantanamo. Ma per ora, per portare avanti il suo piano di “grande deportazione”, deve accontentarsi di questa nuova struttura, costruita in 8 giorni dal governatore della Florida ed ex rivale politico Ron DeSantis.

20:52

Le politiche migratorie di Trump 

Alphaville 05.05.2025, 12:35

  • Keystone
  • Cristina Artoni
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"Alligator Alcatraz" è pensato per scoraggiare chiunque osi varcare il confine degli USA senza documenti

  • AP Photo/Evan Vucci

Il centro - che per ora è una grande tendopoli - è stato realizzato in soli 8 giorni su una pista usata come centro di addestramento al volo: il Dade-Collier Training and Transition Airport. “Hanno fatto un lavoro fantastico”, ha detto Trump martedì durante la sua visita ufficiale. Il progetto è controverso: è chiaro che chi dovesse provare a scappare da “Alligator Alcatraz” rischia di essere attaccato da un alligatore o un coccodrillo. “Non mi importa, non è bello, ma è così”, ha però affermato il presidente degli Stati Uniti, che è poi arrivato persino a fare una battuta su come si potrebbe sfuggire a uno di questi rettili: “Devi correre a zigzag, così le tue chance di sopravvivere aumentano dell’1%”.

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"Alligator Alcatraz" per ora è una grande tendopoli di celle e lettini

  • AP Photo/Evan Vucci
Per fuggire devi correre a zigzag, così le tue chance di sopravvivere aumentano dell’1%

Donald Trump, presidente degli Stati Uniti d’America

L’amministrazione di Trump ha invitato “tutti gli Stati americani a creare centri simili ad ‘Alligator Alcatraz’” e ha esortato i migranti senza documenti ad “autoespellersi” prima di essere fermati. Secondo la Segretaria della Sicurezza Interna (Homeland Security), Kristi Noem, sono già più di un milione le persone che avrebbero scelto di andarsene spontaneamente, magari per tentare un rientro legale in futuro.

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Kristi Noem da "Alligator Alcatraz" invita i migranti illegali a tornare a casa

  • AP Photo/Evan Vucci)

In risposta a queste proteste, DeSantis ha ribadito che la struttura è provvisoria e serve a ridurre la pressione sulle forze dell’ordine e sulle prigioni statali, messe in difficoltà dall’aumento dei migranti dovuto alla linea dura adottata dal Governo centrale.

A lavori conclusi i migranti saranno ospitati in case mobili della FEMA (l’Ente federale per la gestione delle emergenze) riadattate e in “strutture temporanee”, ha dichiarato alla CNN un funzionario del Dipartimento della Sicurezza Interna. E il governatore repubblicano DeSantis ha garantito che “Alligator Alcatraz” sarà un carcere sicuro, progettato per resistere agli uragani che colpiscono la Florida ogni anno (stando a un video la struttura si sarebbe comunque allagata poco dopo la visita del presidente Trump a causa di un temporale estivo) e che sarà anche “dotato di aria condizionata”.

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"Stop Alligator Alcatraz" è lo slogan degli attivisti che protestano contro il nuovo carcere ad Ochopee

  • EPA/CRISTOBAL HERRERA-ULASHKEVICH

Queste assicurazioni non hanno però placato le proteste, che non sono portate avanti solo da parte delle associazioni per i diritti umani preoccupate per le condizioni dei detenuti, ma anche dagli ambientalisti e dalle comunità native che vedono il progetto come una minaccia alle loro terre sacre.

“Cosa succederà alle acque reflue se ci sarà un uragano? Questa è la falda acquifera potabile per 8 milioni di abitanti della Florida meridionale”, ha dichiarato alla CNN un attivista ambientale locale. “Questo è il nostro territorio ancestrale: io vengo qui a pregare”, ha spiegato all’emittente Betty Osceola, un membro della tribù Miccosukee. “Questa - ha concluso - è la nostra casa. Stiamo lottando per la nostra casa”.

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Per i Miccosukee queste terre sono sacre

  • EPA/CRISTOBAL HERRERA-ULASHKEVICH
Quanto sta accadendo negli Stati Uniti, in questi centri e non solo, sottolinea l’urgenza di una seria discussione sullo stato dei diritti umani nel Paese

Sarah Rusconi  , Portavoce Amnesty International Svizzera

“È necessario analizzare con attenzione le condizioni di detenzione in questi centri, ma al momento non abbiamo informazioni in questo senso”, spiega alla RSI Sarah Rusconi, portavoce di Amnesty International Svizzera. “Le testimonianze che emergono - prosegue - parlano di maltrattamenti, isolamento, mancato accesso all’assistenza legale e delle difficoltà per le persone detenute di affrontare il distacco dalla famiglia e dal mondo esterno. Questi racconti evidenziano anche come la paura segni il quotidiano di queste persone, che vivono nell’incertezza totale riguardo il loro futuro”. “Quanto sta accadendo negli Stati Uniti, in questi centri e non solo, sottolinea l’urgenza di una seria discussione sullo stato dei diritti umani nel Paese”, conclude Rusconi.

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Usa, vittoria di Trump sui giudici federali

Telegiornale 27.06.2025, 20:00

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