Il canale ABC, controllato da Disney, ha sospeso a tempo indeterminato il programma di Jimmy Kimmel, presentatore del Jimmy Kimmel Live!, per un commento sull’assassinio dell’attivista repubblicano Charlie Kirk che non è piaciuto a Donald Trump. Il Radiogiornale ne ha parlato con Mario Del Pero, professore di Storia Internazionale e Storia degli Stati Uniti aIl’Istituto di studi politici di Parigi, per decifrare quanto accade oltre oceano.
Kimmel non è il primo conduttore ad essere allontanato, pochi mesi fa è toccato Stephen Colbert, che aveva parlato di tangente, riferendosi all’accordo da 16 milioni versati dalla Paramount a Trump per appianare una causa. E proprio ieri il Washington Post ha licenziato una sua editorialista dopo un suo post sempre su Charlie Kirk. Va detto che non c’è stato intervento diretto del Governo, si tratta di rapporti tra datore di lavoro e impiegato, ma il primo emendamento americano, resta pur sempre la libertà di espressione.
“A me sembra abbastanza evidente - spiega Mario Del Pero al Radiogiornale - che dentro quella che è una torsione autoritaria della democrazia statunitense c’è un clima di deliberata intimidazione che si indirizza verso i giornalisti ed i comici. Stiamo parlando poi di comici molto influenti e molto seguiti. Non c’è il diretto intervento governativo, è vero, però in alcuni casi come questo ultimo di Kimmel, sono autorità del Governo federale che devono autorizzare e permettere fusioni tra gruppi che controllano questi media. E chi presiede questa autorità era intervenuto pubblicamente per chiedere misure esemplari. Quindi c’è dietro una logica degli affari. Ma c’è dietro una logica degli affari e degli interessi economici molto dipendente dalle decisioni delle autorità federali e quindi molto condizionabili dalle pressioni delle autorità federali”.
A me sembra abbastanza evidente che dentro quella che è una torsione autoritaria della democrazia statunitense c’è un clima di deliberata intimidazione che si indirizza verso i giornalisti ed i comici
Mario Del Pero, professore di Storia Internazionale e di Storia degli Stati Uniti

Jimmy Kimmel ha parlato di “gang MAGA” (“make america great again”, il movimento di Trump, ndr.) e ha lasciato intendere che l’assassino di Kirk potesse essere dei loro. E c’è chi pensa che giornalisticamente sia andato effettivamente un po’ troppo lungo... “Forse sì - ammette Del Pero - ma questo sta alla sensibilità e al buon gusto di ognuno di noi. Però se fosse un caso isolato dentro un contesto meno torbido di quello attuale, potremmo anche considerarla una decisione, magari censurabile, che magari non ci trova d’accordo, che però è legittima e che non dipendente da un clima politico e da un contesto politico. Inserendosi dentro casi simili, dentro questo contesto politico e dentro questo clima, la valutazione non può che essere differente”.

Jimmy Kimmel è una stella della Hollywood Walk of Fame
Va anche precisato che il contesto non è prettamente giornalistico, ma è anche satirico. “Indubbiamente - afferma ancora Del Pero al Radiogiornale - ma uno degli strumenti storicamente esercitati dai sistemi autoritari o da leader che ambiscono a promuovere una torsione autoritaria è quello di silenziare, ma ancora di più di intimidire. E credo che l’intimidazione sia uno strumento di governo di questa amministrazione. C’è un’intimidazione degli studi legali che non possono più prendere cause che non sono ben viste da questa amministrazione. Si cerca di silenziare le università. Questo è il clima ideale per reprimere o, a monte, non permettere l’espressione del dissenso”.
È molto pericoloso denominare organizzazione terroristica ciò che organizzazione non è (come Antifa .ndr). Apre il campo ad un’azione molto discrezionale
Mario Del Pero, professore di Storia Internazionale e di Storia degli Stati Uniti
Donald Trump si è detto soddisfatto della sospensione di Kimmel. Poi ha aggiunto di voler mettere il movimento Antifa, l’estrema sinistra americana, nella lista dei gruppi terroristici. E questo per Mario del Pero “è molto problematico” per una ragione “molto semplice”, ovvero che “Antifa è una sigla utilizzata da dimostranti militanti, attivisti, politici, talora anche violenti, che però non ha una sua strutturazione organizzativa ben definita, con uno statuto sociale dei vertici e dei quadri. Quindi è molto pericoloso denominare organizzazione terroristica ciò che organizzazione non è. Apre il campo ad un’azione molto discrezionale”.
Il rischio, insomma, per Del Pero, è che chiunque potrebbe essere definito Antifa. “Se domani c’è una grande e pacifica manifestazione contro il rischio di fascismo americano - conclude il professore - quella può essere considerata una manifestazione patrocinata e sponsorizzata da un’organizzazione che non esiste come Antifa e dunque portare ad arresti di terroristi, perché sono definiti come tali”.
Radiogiornale 12.30 del 18.09.2025 - L’intervista di Gino Ceschina a Mario Del Pero
RSI Info 18.09.2025, 15:46
Contenuto audio







