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“Noi iraniani ci adattiamo alla situazione”

L’area occidentale di Teheran sembra essere relativamente tranquilla, ma “non è detto che sia così in altre zone” - La testimonianza di Touraj Shiralilou, ex direttore di Iran Daily

  • Oggi, 06:00
  • 2 ore fa
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La situazione in Iran nella testimonianza dell'ex direttore di Iran Daily

SEIDISERA 16.06.2025, 18:00

  • Keystone
Di: SEIDISERA - Manjula Bhatia/M.Mar. 

A quattro giorni dallo scoppio della guerra, SEIDISERA ha intervistato Touraj Shiralilou, ex direttore di Iran Daily, per sapere come gli iraniani stanno vivendo la guerra in questo momento.

“Teheran è una metropoli di 12 milioni di abitanti che raggiunge i 15 milioni nei giorni lavorativi”, ha dichiarato Shiralilou, e “quello che vedo nella parte occidentale della città, in cui vivo, è che la gente va avanti con le sue occupazioni quotidiane”. Nella città non si sentono le sirene, ma “di tanto in tanto si sente il rumore delle deflagrazioni”, ha continuato il giornalista, dicendo che “oggi, per fortuna, le esplosioni sono state poche, non più di 2 o 3”. Nonostante ciò “non è detto che sia così in altre zone”.

Tra la popolazione si sta comunque diffondendo il disagio: “Molta gente si è fatta prendere dalla paura e dal panico, una reazione del tutto comprensibile”. Sembra che molte persone abbiano lasciato la città, ma pare che “tra chi è rimasto non c’è nervosismo”.

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Per il momento la quotidianità sembra non essere cambiata quindi. Le scuole sono aperte, come altri istituti. “Per fortuna questi attacchi sono iniziati quando le scuole stavano per chiudere”, ha chiarito Sharililou, ricordando che “molte erano già chiuse o avevano in corso gli esami”. Inoltre “il governo ha detto che la gente può lavorare da casa, se i datori di lavoro sono d’accordo”, ma “le banche sono aperte, i negozi sono tutti aperti, anche i centri sanitari sono operativi e non potrebbe essere diversamente”. Malgrado ciò, non si può “dire che siamo nella normalità, sarebbe un’esagerazione, però non c’è uno stato generale di panico”, perché “io, come tanti altri iraniani, ci adattiamo alla situazione”.

Nel mentre Israele afferma di colpire solo obiettivi e comandanti militari, non prendendo di mira i civili, ma le autorità iraniane. Per ora si parla di 200 morti complessivi. Shiralilou non crede che le affermazioni del Governo israeliano “siano vere”. “Certo, Israele ha attaccato siti militari e nucleari”, ha rimarcato il giornalista, ricordando che si tratta di “siti che peraltro sono sotto la supervisione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, quindi non potevano essere colpiti”.

In aggiunta sono stati bombardati “anche ospedali”. Il cognato di Shiralilou è medico e funzionario del Ministero della sanità, e ha riferito che, nei giorni scorsi “è stato colpito un ospedale pediatrico”. Nell’attacco “sono morti sette bambini, persone che volevano crescere, vivere una vita felice”, ha concluso il giornalista, specificando che “sono stati distrutti pure edifici residenziali”.

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