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“Quella di Israele è un’aggressione”

Riccardo Alcàro, esperto dell’Istituto Affari Internazionali di Roma al Telegiornale: “Netanyahu ha voluto uccidere sul nascere la possibilità di un accordo”

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Nucleare iraniano: le opinioni dell'esperto

Telegiornale 13.06.2025, 12:25

Di: Gianmaria Giulini-Telegiornale/joe.p. 

Sfidando il monito di Donald Trump e sabotando di fatto i suoi negoziati con Teheran sul nucleare, Israele ha lanciato nella notte una serie di attacchi “preventivi” in Iran contro impianti nucleari e militari, fabbriche di missili balistici e alti ufficiali. Un altro schiaffo per The Donald, dopo il fallimento delle trattative con Vladimir Putin.

La decisione è stata presa dal premier israeliano Benjamin Netanyahu lunedì scorso, quando ha chiamato il presidente americano informandolo della sua intenzione e inducendolo ad evacuare il personale americano in Medio Oriente per il timore di ritorsioni iraniane.

Con Riccardo Alcàro, esperto di programma nucleare iraniano all’Istituto Affari Internazionali di Roma, il Telegiornale ha cercato di capire quali sono le ragioni che ci sono dietro questo attacco.

Quali sono i motivi di questa offensiva e perché arriva adesso?
“L’attacco arriva adesso perché Israele ha voluto uccidere sul nascere la possibilità di un accordo, di una risoluzione diplomatica sulla questione nucleare iraniana tra Teheran e Washington. Ricordiamo che domenica era in programma un nuovo sesto round negoziale tra americani e iraniani che ora credo sia perlomeno in forse. E che se anche si dovesse tenere, non credo possa produrre risultati positivi nonostante quanto verrà detto dall’amministrazione americana. Netanyahu conosce l’Iran molto meglio di Trump. E sa bene che molto difficilmente, dopo un attacco del genere, dal quale gli americani si sono chiamati fuori, ma nel quale sono indirettamente coinvolti perché se non altro devono avere dato un beneplacito indiretto, è difficile che gli iraniani siano più malleabili nell’accettare le richieste e le aperture diplomatiche americane”.

Non c’è nessuna imminenza di un attacco iraniano a Israele. E non c’è una bomba atomica iraniana

Riccardo Alcàro, esperto dell’Istituto Affari Internazionali di Roma

Proprio ieri l’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha detto che Teheran non sta rispettando gli obblighi sul nucleare. Si è trattato di una sorta di via libera per l’attacco di Israele?
“No, assolutamente. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha fatto il suo dovere. Ha l’obbligo di verificare lo stato di un programma nucleare di una nazione che si è impegnata a non acquisire armi atomiche. E l’Agenzia ha rilevato che la cooperazione dell’Iran è deficitaria. Ma questo lo sapevamo, perché l’Iran ha ripreso tutte le attività nucleari che erano state proibite sotto l’accordo del 2015 e ha anche ridotto la collaborazione con l’Agenzia. Però, certo, Israele ha usato quel rapporto, peraltro richiesto da Francia, Germania e Regno Unito, come ulteriore giustificazione di un’azione che, nonostante sia stata presenta come un attacco preventivo, in realtà è un’aggressione. Questo perché non c’è nessuna imminenza di un attacco iraniano a Israele. E non c’è una bomba atomica iraniana”.

Penso che Trump non sia in controllo della situazione

Riccardo Alcàro, esperto dell’Istituto Affari Internazionali di Roma

Trump ha invitato l’Iran a tornare al tavolo dei negoziati in corso per un accordo sul nucleare e ha detto “Teheran faccia un accordo prima che non rimanga più nulla”. Cosa significa?
“Penso che Trump non sia in controllo della situazione. Se Trump avesse imposto a Israele di aspettare ad attaccare l’Iran avrebbe da una parte dato credibilità alla sua pretesa di essere un presidente di pace e dall’altra avrebbe dato credito alla sua reputazione di uomo forte. Invece permettendo a Israele di attaccare prima del round negoziale previsto, Trump ha messo gli USA in una situazione nella quale quello che farà l’America dipenderà molto di più dal tipo di risposta che darà l’Iran piuttosto che dalle decisioni autonome. E se l’Iran dovesse dare una risposta che mette gli USA spalle al muro e che li costringe a intervenire militarmente, allora Trump dimostrerebbe di non essere in grado di controllare la politica medio orientale, che sarebbe invece controllata da Netanyahu. E la base elettorale di Trump, che non vuole un altro conflitto in Medio Oriente, per questo non sarà certo contenta”.

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