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Air Force One, da “vacca sacra” a “vitello d’oro”

Da Roosevelt a Trump, che sogna il Boeing 747-8 in dono dal Qatar, ecco come si è trasformato nei decenni lo “Studio Ovale” volante

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Trump sogna di cambiare presto mezzo di trasporto

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Di: Stefano Pianca 

Per un soffio, poiché aveva terminato il suo mandato l’anno prima, Theodore Roosevelt non fu il primo presidente degli Stati Uniti a spiccare il volo. Era l’11 ottobre 1910, in un campo di aviazione vicino a St. Louis (Missouri). Pochi minuti a bassa quota, sul biplano dei fratelli Wright pilotato da Archibald Hoxsex, bastarono per far dire al 52enne Teddy: “È stata l’esperienza più bella che abbia mai avuto”. Ma l’Air Force One era lontano da venire.

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Theodore Roosevelt: "L'esperienza più bella della mia vita"

  • Autore ignoto

Tra il biplano a due posti Wright Model B, in grado di toccare i 72 km/h, e il Boeing 747-8, da oltre 400 milioni di dollari e una velocità di crociera di 1’050 km/h, che l’Emirato del Qatar vorrebbe regalare a Donald Trump per rimpiazzare l’attuale, ormai vetusto, aereo presidenziale, s’intrecciano il progresso tecnologico e la storia del secolo passato.

Il primo presidente degli Stati Uniti in carica a volare in veste ufficiale fu, l’11 gennaio 1943, Franklin D. Roosevelt che a bordo di un Boeing 314, il “Dixie Clipper”, un idrovolante della Marina gestito dalla Pan Am, trasvolò l’oceano fino a Casablanca, in Marocco, per incontrare il primo ministro inglese Winston Churchill.

Sempre nel 1943, per garantire la sicurezza di Roosevelt nel pieno del secondo conflitto mondiale, i vertici militari si rivolsero alla Douglas Aircraft Company che costruì il primo “aereo presidenziale degli Stati Uniti”, il VC-54C Skymaster. Il modello, in versione unica, fu soprannominato dalla stampa “Sacred Cow”, “vacca sacra”, per il livello eccezionale di sicurezza che garantiva al suo passeggero più importante. Tra le caratteristiche ad personam, il velivolo era dotato di un ascensore per consentire a Roosevelt, ormai in sedia a rotelle, di salire a bordo, oltre che di una stanza privata dove il presidente poteva lavorare.

Il Douglas VC-54C, primo aereo presidenziale (National Museum of the US Air Force a Dayton, Ohio).jpg

Il Douglas VC-54C, primo aereo presidenziale usato da Roosevelt

  • National Museum of the US Air Force

Fu usato da Roosevelt una sola, storica, volta, quando nel 1945 si recò alla Conferenza di Yalta. In seguito il VC-54 venne impiegato dal suo successore Harry Truman, che proprio a bordo della “vacca sacra” firmò il National Security Act con cui venivano riorganizzate le forze armate e l’intelligence (nasceva la CIA).

Anche se tecnicamente il termine “Air Force One” viene impiegato, come identificativo radio, per indicare qualsiasi aereo dell’US Air Force, l’Aeronautica militare degli USA, con a bordo il presidente, è ormai di uso corrente chiamare in questo modo gli aerei che nel corso degli anni sono stati usati per trasportare il “Commander-in-Chief”. La designazione speciale venne istituita nel 1953 per evitare confusione con altri velivoli in volo.

Anche le modalità organizzative prendono forma nel periodo bellico. I due attuali Boeing 747-200B “Air Force One” sono gestiti dal Presidential Airlift Group (Gruppo di trasporto aereo presidenziale) che è alla dipendenze dell’89th Airlift Wing, lo stormo da trasporto VIP dell’US Air Force. Una gerarchia che risale al 1944 quando l’Airlift Group fu fondato come Presidential Pilot Office sotto la direzione dello stesso Roosevelt.

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Il Douglas VC-118 "The Indipendence" usato tra il 1947 e il 1953 da Harry Truman

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Per i successivi quindici anni, diversi velivoli a elica - tra i quali spiccano il VC-118 “Indipendence” di Truman e i Lockheed C-121 (Columbine II e Columbine III) servirono il presidente fino a quando Dwight D. Eisenhower volò in Europa a bordo del VC-137A, un Boeing 707 Stratoliner, nell’agosto del 1959.

JFK inaugura l’era dei jet

Nel 1962 John F. Kennedy fu il primo presidente a volare su un aereo a reazione costruito appositamente per uso presidenziale: un Boeing 707-320B altamente modificato. Durante i suoi 36 anni di servizio la serie VC-137 trasportò otto presidenti, innumerevoli capi di stato (anche la Regina Elisabetta II) e dignitari e fu protagonista in molti storici viaggi chiamati anche “Special Air Missions (SAM).

Anche per estetica ci si avvicina ai colori attuali. La livrea dell’aereo, con la pancia di colore azzurro luminoso sormontata dal bianco, con la scritta “United States of America” a caratteri cubitali lungo la fusoliera e il sigillo presidenziale vicino al muso, fu sviluppata dal designer industriale Raymond Loewy (famoso anche per il restyling dell’iconico pacchetto di sigarette “Lucky Strike”), con una consulenza della stessa First Lady Jacqueline Kennedy.

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Il più Air Force One di tutti, il SAM 26000 usato da JFK

  • US Air Force

Questo primo modello, chiamato SAM 26000, è intimamente segnato, più di altri Air Force One, dalla storia. Fu a bordo di questo aereo che la coppia presidenziale raggiunse Dallas, dove il 22 novembre 1963 JFK fu assassinato. E fu proprio a bordo del SAM 26000 che il vicepresidente Lyndon B. Johnson giurò come nuovo presidente degli Stati Uniti, mentre trasportava la salma di Kennedy a Washington.

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Il 22 novembre 1963 Lyndon Johnson sull'Air Force One giura come nuovo presidente degli Stati Unti, accanto la vedova di JFK Jacqueline

  • Keystone

Non ci furono naturalmente solo momenti bui, questo Air Force One fu anche l’aereo dello storico viaggio dello stesso Kennedy in Germania nel giugno 1963 (“Ich bin ein Berliner”), e successivamente nel febbraio 1972 trasportò Nixon nella prima visita di un presidente americano nella Repubblica Popolare Cinese e tre mesi dopo in Unione Sovietica.

Il Boeing VC-137C divenne l’aereo di riserva presidenziale quando, alla fine del 1972, venne sostituito da un altro aereo della stessa serie (SAM 2700). Esso continuò comunque a trasportare gli inquilini della Casa Bianca (l’ultimo fu Clinton), e fu ufficialmente ritirato dal servizio nel maggio 1998 dopo oltre 13’000 ore di volo. Da allora si trova al Museo nazionale dell’aeronautica militare degli Stati Uniti a Dayton, Ohio.

Sempre più Studio Ovale volante

E siamo all’oggi, anche se la coppia dei due aerei Boeing 747-200 B, altamente modificati, con in coda i codici 28000 e 29000, usati come Air Force One sono ormai vicini alla fine del loro ciclo di vita. Il primo dei due jet - designati VC-25A dall’US Air Force - è stato consegnato nel 1990 durante la prima amministrazione del presidente George H. W. Bush.

Il Boeing 747-200 B usato regolarmente dal presidente Trump.jpg

Il Boeing 747-200 B usato regolarmente dal presidente Trump

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Il VC-25A, secondo le caratteristiche fornite dalla stessa Casa Bianca, è in grado di rifornirsi di carburante in volo e ha quindi un’autonomia illimitata. L’elettronica di bordo è rinforzata per proteggere dagli impulsi elettromagnetici. L’Air Force One è inoltre dotato di apparecchiature di comunicazione sicure, che consentono al velivolo di trasformarsi in centro di comando mobile in caso di attacco agli Stati Uniti.

Lo spazio disponibile è di 370 metri quadrati su tre livelli, tra cui una suite presidenziale con un ampio ufficio e una sala conferenze. A bordo c’è anche una suite medica che può fungere da sala operatoria e un medico è sempre presente. Le due cucine possono nutrire fino a 100 persone alla volta.

Trump e Biden in disaccordo anche sui colori

Il contratto per la fornitura di due nuovi aerei presidenziali VC-25B viene appaltato dalla Casa Bianca alla Boeing per 4 miliardi di dollari durante il primo mandato di Donald Trump. Nel 2019 lo stesso presidente teneva nello Studio Ovale un modellino con la nuova livrea da lui proposta con colori più scuri blu, rosso e bianco. Tre anni dopo, con Joe Biden in sella si torna, anche per problemi di costi, a una versione modernizzata del design classico.

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Un rendering del "Next Air Force One" con la livrea approvata da Biden

  • Department of the Air Force

Ma il “Next Air Force One” è ancora lontano dal vedere la luce. Il programma prevedeva una consegna attorno al 2025, ma a causa di problemi e sforamenti di costo la data è stata aggiornata al 2027 o se non addirittura al 2029.

Il dono che divide

In questa situazione di incertezza si è inserito l’offerta della famiglia reale del Qatar intenzionata a fare dono di un Boeing 747-8 a Trump, il quale non vede l’ora trasformarlo nel suo nuovo aereo presidenziale. “È un bel gesto da parte del Qatar. Sono molto grato. Non sono uno che rifiuta un’offerta del genere. Potrei essere una persona stupida e dire ‘No, non vogliamo che ci venga dato un aereo molto costoso’”, ha commentato il presidente americano, che farà scalo in Qatar.

Ma il regalo da oltre 400 milioni di dollari pone il problema dei potenziali conflitti d’interesse, oltre che rappresentare una forzatura della Costituzione americana che vieta ai titolari dell’autorità pubblica di accettare doni da parte di uno Stato straniero.

Trump ha rassicurato che, alla fine del suo mandato, l’Air Force One arabo verrà donato alla sua futura fondazione presidenziale. Ma, fa notare Politico, potrebbe trattarsi un “regalo avvelenato”. Il Boeing 747-8 del Qatar dovrà infatti essere sottoposto a una costosa e complessa revisione per essere usato dal presidente.

“Ciò che conta è ciò che c’è dentro l’aereo”, ha affermato Kevin Buckley, ex funzionario dell’US Air Force. L’aereo dovrebbe essere smontato e ricostruito per installarvi i sistemi di comunicazioni presidenziali sicure, tecnologie di autodifesa e schermatura elettromagnetica. “Il costo di un aggiornamento di questo sarebbe probabilmente pari a quello di un pesante ciclo di manutenzione per un VC-25A, ovvero nell’ordine di decine o addirittura centinaia di milioni di dollari”, ha affermato l’ex responsabile delle acquisizioni dell’Aeronautica Militare, Andrew Hunter. Secondo una stima del Pentagono del 2021 ogni VC-25B costerà oltre 2,5 miliardi di dollari, a cui si aggiungono altri 7,7 miliardi di dollari nell’arco dei successivi 30 anni di vita dell’aereo. “Ci si potrebbe chiedere perché il Qatar non lo voglia più. La risposta potrebbe essere che è troppo costoso da mantenere”, ha detto Hunter.

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