Il principale partito di opposizione della Corea del Sud ha annunciato domenica che il 14 dicembre tenterà nuovamente di mettere sotto accusa il presidente Yoon Suk-yeol, il cui partito sta cercando di prendere il potere. Yoon è sfuggito per poco a una prima mozione in tal senso, messa ai voti in Parlamento sabato. Il suo Partito del Potere Popolare (PPP) ha boicottato la votazione e l’ha fatta invalidare non essendo stato raggiunto il quorum.
“Yoon, il principale responsabile della ribellione e del colpo di Stato militare che ha distrutto l’ordine costituzionale della Corea del Sud, deve dimettersi immediatamente o essere rimosso dall’incarico senza indugio”, ha dichiarato domenica ai giornalisti il leader dell’opposizione Lee Jae-myung. “Il 14 dicembre prossimo, il nostro Partito Democratico rimuoverà Yoon, in nome del popolo”, ha aggiunto.
Il politico, parlando in una conferenza stampa al Parlamento, ha anche accusato il partito al governo (il Partito del Potere Popolare, PPP, lo stesso di Yoon) e il premier Han Duck-soo di “distruggere l’ordine costituzionale” dopo aver raggiunto l’accordo in base al quale entrambi gestiranno in maniera congiunta gli affari di Stato mettendo sotto tutela Yoon, scampato sabato alla mozione di impeachment grazie al boicottaggio del voto del suo movimento che ha fatto uscire dall’aula parlamentare i suoi deputati.
“Sono complici del tradimento commesso da Yoon dopo la maldestra dichiarazione di legge marziale” dichiarata martedì sera e rimossa sei ore dopo a seguito della bocciatura del Parlamento, ha rincarato Lee nel resoconto della Yonhap, parlando del partito al governo, il cui leader Han Dong-hoon ha assicurato che il presidente farà un passo indietro anticipato rispetto alla scadenza del mandato al 2027, ma in modo “ordinato”. Una procedura, secondo Lee, che punta a “distruggere di nuovo l’ordine costituzionale”.
L’impopolare leader conservatore è stato sottoposto a una raffica di attacchi da tutte le parti dopo la proclamazione a sorpresa da parte sua della legge marziale martedì, misura che è stato costretto ad abrogare sei ore dopo, sotto la pressione del Parlamento e delle proteste di migliaia di cittadini, che si sono riversate a manifestare nell’intero Paese e continuano a farlo tuttora.
Il Partito del Potere Popolare di Yoon ha dichiarato in un comunicato che, in cambio del blocco della mozione di impeachment, ha “ottenuto” la “promessa” del capo di Stato di dimettersi e di lasciare il governo del Paese al suo partito e al primo ministro.
“Yoon indagato per insurrezione e abuso di potere”
Sempre domenica, l’Alta Procura della Corea del Sud ha ufficializzato che il presidente Yoon Suk-yeol è sotto inchiesta per insurrezione e abuso di potere per aver dichiarato la legge marziale martedì sera. Park Se-hyun, a capo dell’unità investigativa speciale che indaga sul caso, ha chiarito in una conferenza stampa che Yoon “è stato formalmente elencato come sospettato” dopo le numerose denunce presentate.
Rispondendo a una domanda sul possibile mandato d’arresto per il presidente sudcoreano, Park ha detto di non voler fare commenti, aggiungendo di non poter “rivelare dettagli specifici sui piani investigativi in questa fase”, secondo quanto riportano vari media sudcoreani.
Corea del Sud: paese profondamente diviso
Telegiornale 07.12.2024, 12:30