Intervista

Droni nei cieli europei, “sono test ma anche intimidazioni”

Le considerazioni dell’esperto di difesa Antonio Missiroli dopo gli incidenti in nord ed est Europa - “I velivoli sono stati probabilmente fatti decollare dall’interno”

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Radiogiornale delle 12.30 del 27.09.2025: l’intervista all’esperto di difesa europea Antonio Missiroli

RSI Info 27.09.2025, 14:06

  • Immagine d'archivio Keystone
Di: Radiogiornale-Veronica Alippi/ludoC/ATS 

Gli avvistamenti di droni sospetti nei cieli europei si susseguono: dopo le incursioni a est, negli ultimi giorni è stata la Danimarca a essere oggetto di incidenti simili. Si tratta di velivoli senza pilota verosimilmente russi: come inquadrare, quindi, questi sorvoli?

Intervistato dal nostro Radiogiornale l’esperto di difesa europea Antonio Missiroli afferma che: “Si tratta di un test, di una provocazione. Sono (sorvoli, ndr.) anche abbastanza diversi fra loro; c’è uno spettro di iniziative molto vasto che non può essere definito casuale: è un test per vedere qual è la reazione europea e anche, appunto, la capacità pratica di abbattimento di questi droni”.

C’è anche un altro aspetto, sostiene Missiroli: “Sono elementi di avvertimento, di intimidazione, soprattutto per quanto riguarda i droni che hanno sorvolato la Germania* e la Danimarca. Ed è probabile che non siano stati lanciati dalla Russia. Sono stati probabilmente fatti decollare da zone abbastanza ravvicinate: quindi segnalano anche una capacità di agire all’interno del territorio europeo e alleato, il che evidentemente è un segnale molto forte in termini di intimidazione e, appunto, di avvertimento nei nostri confronti.”

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Antonio Missiroli

In merito alla reazione da parte della NATO, l’esperto spiega: “C’è evidentemente un’allerta più generale che si sta espandendo, in particolare nelle zone vicino al confine con l’Ucraina o con la stessa Russia”. Inoltre, “c’è evidentemente una consapevolezza accresciuta delle nostre vulnerabilità quando si tratta di infrastrutture civili come aeroporti o linee ferroviarie”.

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È evidente, secondo Antonio Missiroli, che eventuali atti di sabotaggio possano “infliggerci danni molto forti, non soltanto dal punto di vista pratico, ma anche da un punto di vista della reputazione delle nostre capacità (di agire, ndr.)“.

L’Unione europea ha così annunciato di voler puntare su un muro difensivo anti-droni, come ha per esempio fatto l’Ucraina in questi anni di invasione russa. Ma, che tipo di muro sarà? E quanto ci vorrà per costruirlo? “Da quel che si capisce finora – risponde l’esperto di difesa europea – si tratterebbe di acquisire dagli ucraini, che sono specializzati in questo contesto, dei sensori che permetterebbero di avvertire la presenza di droni senza bisogno di lanciare in aria squadriglie di cacciabombardieri”. In sostanza è “un modo tecnologicamente avanzato e sofisticato per rendersi conto in tempo, preferibilmente prima che violino lo spazio aereo alleato, di questi droni. Questo dovrebbe essere realizzabile in tempi ragionevoli, ma non subito”.

L’esperto sottolinea infatti che per allestire un “muro anti-droni” servono capacità che prima vanno costruite e testate. “Nel brevissimo periodo saremo ancora abbastanza vulnerabili, ma è lodevole la volontà di muoversi rapidamente per rafforzare le nostre capacità di difesa e di riconoscere questi rischi”, conclude Antonio Missiroli.

*Nella notte tra giovedì e venerdì sono stati avvistati diversi droni sopra lo Schleswig-Holstein: è quello che riporta il Norddeutschen Rundfunk (Ndr) riferendo quanto affermato dalla ministra dell’Interno del Bundesland Sabine Suetterlin-Waack. Per Ndr si indaga su un sospetto caso di spionaggio. Il ministero dell’Interno del Land sarebbe “in stretto e costante contatto” con il governo federale e l’esercito, ma al momento non sono state fornite informazioni sul numero di droni avvistati e sul luogo dell’avvistamento, tanto meno sono state formulate ipotesi sulla loro provenienza. Lo Schleswig-Holstein è il Bundesland più a Nord della Germania, confina direttamente con la Danimarca.

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