GUERRA IN UCRAINA

Droni russi in Polonia: provocazione o errore?

Mario Del Pero, professore di relazioni internazionali: “Diciannove droni sono pochi per pensare ad un attacco bellico, ma tanti per pensare a un errore”

  • Oggi, 05:52
  • 2 ore fa
04:11

SEIDISERA del 10.09.2025: L’intervista a Mario del Pero

RSI Info 10.09.2025, 23:13

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Di: SEIDISERA/M.Mar. 

La Polonia ha annunciato mercoledì di aver intercettato una ventina di droni russi nel proprio spazio aereo. Per questo motivo ci si chiede se sia possibile che questi droni siano finiti in Polonia, distanti dal fronte della guerra in Ucraina di ben 800 km, per sbaglio. SEIDISERA ha interrogato sul tema Mario Del Pero, americanista e professore di relazioni internazionali all’istituto di scienze politiche di Parigi.

“Diciannove droni non costituiscono un attacco tale da poter avere un qualche significato bellico”, ha dichiarato Del Pero, ma “sono tanti per pensare a un errore”. “L’ipotesi più plausibile è quella di una provocazione deliberata”, con l’obiettivo, forse, di “testare l’Europa e infilare un cuneo al suo interno”.

Del Pero ha in seguito spiegato: “Sappiamo che in Europa ci sono posizioni molto diverse rispetto a un innalzamento della soglia dell’impegno militare alla difesa dell’Ucraina. Il bellicismo polacco va a scontrarsi con le posizioni più caute di altri membri sia dell’Unione Europea che della NATO”.

Putin potrebbe quindi aver cercato di “esporre la debolezza e la fragilità di un’Europa non più protetta dagli Stati Uniti” e mostrare “che cosa accade con gli Stati Uniti che si disimpegnano dal fronte ucraino”. L’esperto ha infatti notato una “assenza, una passività deliberata degli Stati Uniti che altri attori cercano evidentemente di sfruttare”, come è successo anche nel caso dell’attacco israeliano a Doha.

Del Pero ha evidenziato un’alleanza tra la destra israeliana e quella repubblicana americana. “Molti falchi repubblicani, a partire dal segretario di Stato Rubio, non si esprimono criticamente verso l’attacco in Qatar e sostengono pienamente la linea di Netanyahu”, ha spiegato. In questo caso, ha concluso il professore, “l’impressione è che la passività non sia tanto degli Stati Uniti, ma del loro presidente”, che “non ha gli strumenti per contenere questa alleanza stretta tra le due destre e finisce spesso per avallarla”.

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