Tutto è iniziato con una domanda rivolta domenica sera al primo ministro francese Bayrou sull’ipotesi di alzare le tasse ai più ricchi per evitare che le difficoltà dei conti pubblici gravino su tutta la popolazione. A pochi giorni dal voto di fiducia al suo governo, Bayrou cala la sua carta, affermando che con questa soluzione i più ricchi lascerebbero la Francia per quei paesi, l’Italia ad esempio, che favoriscono il nomadismo fiscale. In serata il governo italiano ha respinto ogni accusa, sottolineando che l’attuale governo ha ”raddoppiato l’onere fiscale forfettario in vigore dal 2016 a carico delle persone fisiche che trasferiscono la residenza in Italia”. Lo ha fatto sapere in un comunicato, in cui si precisa che “l’Italia è piuttosto penalizzata dai cosiddetti paradisi fiscali europei che sottraggono alle casse pubbliche italiane ingenti risorse”.
Per capire meglio perché la Francia attacca l’Italia e perché l’Italia attacca altri Paesi la corrispondente di SEIDISERA a Roma, Francesca Torrani, ha chiesto lumi a Luciano Monti, che è stato docente di economia regionale europea alla LUISS di Roma, università dove attualmente insegna politiche dell’Unione europea.
“Purtroppo in Europa il dumping fiscale esiste da tempo ed è una pratica che viene portata avanti, nonostante una serie di proteste della Commissione europea, dall’Irlanda, dall’Olanda, dal Lussemburgo, da Cipro, dall’Ungheria e anche da Malta. Ha l’obiettivo di attrarre investitori - in particolare grandi aziende - nel proprio territorio offrendo loro una tassazione generale più bassa: è il cosiddetto ‘dumping fiscale’. O addirittura, in alcuni casi, il “tax ruling”: una convenzione vera e propria con le multinazionali alle quali vengono offerte delle condizioni di favore”.
Perché la Francia Bayrou ha accusato l’Italia di esercitare il dumping fiscale?
“Questa è una domanda che andrebbe fatta direttamente a Bayrou”, ironizza Monti, “anche perché l’Italia non è sicuramente tra i Paesi che vantano una maggiore fiscalità di favore. Abbiamo, è vero, alcune misure che agevolano la tassazione degli stranieri sportivi, ma stiamo parlando di un numero molto limitato di persone. E comunque tutte le proposte di agevolazioni hanno passato il vaglio della Commissione europea che, va ricordato, ha la competenza esclusiva sul verificare che non si verifichino i cosiddetti ‘impropri aiuti di Stato’, che andrebbero a violare la concorrenza all’interno del mercato unico”.
“Servirebbe una tassazione unica”
Secondo Luciano Monti la soluzione sarebbe quella di ottenere la tassazione unica. “Si dovrebbe arrivare, almeno a livello europeo, a immaginare che vi sia una un trattamento fiscale per le imprese uguale in tutta l’Unione europea. Purtroppo, ora, le multinazionali spostano semilavorati dei loro prodotti da un Paese a un altro facendo emergere il valore aggiunto nel Paese che ha la tassazione più bassa”.