Il 27 giugno, il video della morte di Nahel Merzouk, ragazzo franco-algerino di 17 anni ucciso da un poliziotto mentre era alla guida di un’auto, provocava una grande indignazione in tutto il paese. E riapriva il dibattito sugli abusi delle forze dell’ordine in Francia, paese a più riprese criticato da Nazioni Unite e Consiglio d’Europa.
Se i collettivi contro le violenze della polizia esistono da anni, dopo la morte di Nahel è stato creato un grande "Coordinamento nazionale" che riunisce famiglie delle vittime, associazioni, sindacati e partiti politici. Questi denunciano l’impunità della polizia, i suoi metodi e in particolare una legge che dal 2017 ha provocato un aumento delle morti poiché facilita l’uso delle armi da fuoco sui veicoli in fuga.
La morte del giovane Nahel ha inoltre scatenato lunghe rivolte nelle “banlieue”. Spesso criticate nel dibattito pubblico, queste rivolte rivelano il "razzismo sistemico" che subiscono molti ragazzi figli dell’immigrazione postcoloniale, oltre ai difetti delle politiche pubbliche nelle periferie francesi.
Radiogiornale delle 12.30 del 14.07.2023: la diretta di Alessandro Grandesso
RSI Info 14.07.2023, 13:02
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