L’ONU ha ufficialmente dichiarato venerdì la carestia a Gaza, la prima a colpire il Medio Oriente, dopo che i suoi esperti hanno avvertito che 500’000 persone si trovavano in uno stato “catastrofico”. La carestia a Gaza è “interamente provocata dall’uomo” e le vite di 132’000 bimbi sotto i cinque anni sono a rischio a causa della malnutrizione. Israele respinge questo rapporto, che considera di parte, “basato sulle menzogne di Hamas”.
Dopo mesi di avvertimenti su una carestia nel territorio devastato dalla guerra, la Classificazione Integrata delle Fasi dell’Insicurezza Alimentare (IPC), un organismo dell’ONU con sede a Roma, ha confermato che una carestia è in corso nel governatorato di Gaza e che dovrebbe estendersi ai governatorati di Deir el-Balah e Khan Yunis entro la fine di settembre.
Questa carestia “avrebbe potuto essere evitata” senza “l’ostruzione sistematica di Israele”, ha accusato il responsabile del coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite, Tom Fletcher.
“È una carestia che avremmo potuto evitare se ce lo avessero permesso. Tuttavia, il cibo si accumula alle frontiere a causa dell’ostruzione sistematica di Israele”, ha dichiarato Fletcher durante un punto stampa a Ginevra, aggiungendo che “questa carestia ci perseguiterà e deve perseguitarci tutti”.

Palestinesi disperati in cerca di cibo a Gaza City, nel nord della Striscia
“Menzogne di Hamas”, secondo Israele
“Non c’è carestia a Gaza”, ha invece affermato venerdì Israele respingendo categoricamente il rapporto internazionale che giunge alla conclusione opposta, descrivendo questo studio come di parte e basato “sulle menzogne di Hamas”.
“L’IPC ha appena pubblicato un rapporto fabbricato ‘su misura’ per la falsa campagna di Hamas”, scrive il ministero degli Esteri israeliano in un comunicato, accusando l’IPC di essersi “allontanato dalle proprie regole e di aver ignorato i propri criteri”.

La carestia a Gaza e le denunce delle ONG
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